domenica 6 giugno 2010

La saponetta


Sono sola in casa. Stanca dopo una giornata di lavoro. Ho bisogno di rilassarmi.
E’ proprio il caso di fare un bel bagno.
Preparo tutto il necessario per rendere accogliente l’ambiente.
Un bel tappeto peloso ai piedi della vasca. L’accappatoio poggiato vicino, pronto per essere infilato quando esco.
La radiolina sul muretto dove accesa a volume basso crea un minimo di vivacità.
Spargo i miei sali profumati nella vasca.
Apro l’acqua calda.
Prima esce tiepida e poi accompagnata da una nuvola di vapore. Lo specchio si appanna e la mia piccola figura appare sfocata.
Inizio a spogliarmi. Di fronte allo specchio.
Prima i calzini bianchi e corti. Sono ancora bambina per certe cose. Poi i jeans sdruciti. Vecchissimi.
La maglietta colorata. Mi volto e mi rimiro nello specchio. Si sono io.
Il mio viso è accaldato dalla temperatura che man mano sale nel bagno. Due pomelli rosati appaiono sulla mia pelle ambrata.
Tolgo gli ultimi pezzi, reggiseno e mutandine.
Mi riguardo nello specchio e mi osservo. Il mio esile corpo fa capolino tra le nuvole di vapore. Le spalle sono tonde ed abbronzate. I miei piccoli seni si ergono come pesche mature. La pancia è anch’essa abbronzata.
Mi piaccio. Non sono niente di particolare ma l’insieme dei dettagli mi attrae. Un ciuffo di pelo nero e riccio fa capolino alla base dello specchio.
Chiudo l’acqua calda ed apro la fredda per portarla ad una temperatura gradevole.
Vi scivolo dentro. Prima il piede destro poi sinistro.
Poi piego le cosce e l’acqua mi arriva ai glutei.
Piacevole.
Mi siedo e allungo le gambe, ora l’acqua mi arriva fino alla vita.
Mi stendo e sono completamente immersa.
E’ veramente bello fare il bagno, l’acqua calda, il leggero sentore dei sali che inonda la stanza, il sottofondo musicale.
Prendo la mia saponetta preferita, un grosso blocco di sapone di Marsiglia.
Simile a quello con cui le nostre mamme facevano il bucato.
Provo ad insaponarmi le mani ma un po’ le dimensioni della saponetta ed un po’ le mie mani tremanti lo fanno cadere.
Si appoggia pesantemente tra i seni. Sono bagnati ed il sapone scivola.
Giù sullo sterno, sulla pancia piatta dove qualche addominale fa una timida presenza.
Continua a scivolare sulla pelle umida.
La sensazione di piacere è mescolata ai brividi che partono ad ogni minimo movimento del sapone freddo a contatto con il mio corpo. Chiudo gli occhi.
Si ferma. Sul pube. Sì proprio lì.
Ho la piena consapevolezza della sua presenza, la sento su di me.
Per un istante il mio cervello sostituisce il sapone con un altro oggetto di desiderio: te.
Vorrei che al posto del sapone ci fossi tu.
Sdraiato sopra di me. Con tutto il tuo corpo. Ti desidero. Vorrei averti qui.
Vorrei fare l’amore con te. Vorrei le tue mani al posto del sapone.
Le tue desiderate mani che conoscono a menadito la mappa del tesoro del mio corpo.
Che mi esplorano, che m’innalzano, che mi regalano il piacere.
Riapro gli occhi.
Il sapone è ancora lì.
L’acqua si è un po’ freddata.
Riapro l’acqua e termino di lavarmi.

By Cris 

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