martedì 29 giugno 2010

Una vacanza imprudente

La vacanza era iniziata subito male... Marika in quel momento si trovava in un vecchio tassì in compagnia di un arabo barbuto e poco rassicurante ed in cuor suo malediceva un uomo di tredici anni più vecchio di lei che rispondeva al nome di Marco. L'aeroporto da cui era appena sbarcata insieme a qualche centinaio di turisti stava sfilando in lontananza e lei era sempre più sola insieme al tassista, diretta a Sharm El Sheikh per una vacanza solitaria. Era sola, sentiva, per colpa di Marco, quell'uomo sposato che l'aveva fatta impazzire di passione e di piacere in lunghi pomeriggi d'amore possedendola con il suo gran cazzo, e che la teneva sulla corda da più di due anni ormai, senza decidersi nè a lasciarla nè a mettersi con lei. Col risultato che adesso si trovava in una situazione poco invidiabile e quasi pericolosa. In realtà il giovane tassista con la barba si rivelò un uomo piuttosto tranquillo , gentile e disponibile. Fu felice quando Marika , che fino ad allora aveva parlato in inglese hche conosceva bene perchè era stata per anni negli USA, tirò fuori con timidezza il proprio arabo. Marika, nonostante fosse un pò pazza in faccende amorose, era tutt'altro che una sprovveduta : sapeva diverse lingue e ne stava studiando di nuove proprio in quel periodo, lavorando e frequentando l'università a Firenze. Aveva ragione di preoccuparsi perchè era sola , essendo una ragazza ancora giovane , di 35 anni, ed era proprio il tipo che poteva far bollire il sangue agli uomini arabi: piccola, castana chiara con occhi grigiocelesti, molto morbida e ben fatta con un gran culo sodo, vita stretta e due grandi tettone. Il viaggio si concluse felicemente : nonostante il caldo ed il sole si stava bene perchè il clima era secco e Marika fu soddisfatta dell'albergo che era grande ma accogliente con personale gentile e disponibile. La cucina non era il massimo ma Marika era venuta a Sharm sopratutto per la sua grande passione : il mare e lo snorkeling. Marika faceva vita molto tranquilla ; la mattina si svegliava tardi e dopo colazione faceva una puntatina al mare, nelle ore più calde tornava in albergo e girellava per negozi o bazar fino a pomeriggio inoltrato, poi tornava al mare per un bagno più prolungato e alla sera partecipava alla vita notturna in modo limitato e discreto. Marika comunque, anche se si sentiva un pò sola, stava bene anche se le giravano un pò le scatole perchè M. non la chiamava mai, o quasi. Ovvio il fatto che una ragazza voluttuosa, sola e che parlava la lingua venisse subito messa al centro dell'attenzione da parte di tutti i maschi facenti parte del personale dell'albergo. Due uomini riuscirono a prendere confidenza con lei : Abdul e Nahgib, entrambi sui quarantacinque . Il primo, impiegato alla reception, era molto gentile e si comportava come un uomo che vuole fare amicizia ( e difatti anche dopo la vacanza i due si mantennero in contatto amichevole). Il secondo invece era una specie di tuttofare, era presente ovunque e dava disposizioni agli altri , al che Marika immaginò che fosse una specie di direttore di sala o qualcosa del genere. Il fatto è che Nahgib era sempre presente anche dove andava lei . Alla colazione del mattino non mancava mai di sedersi al suo tavolo , qualunque fosse l'ora in cui lei scendeva , e si prodigava in ogni genere di complimenti sulla sua bellezza , e ogni tanto le faceva anche domande indiscrete ( perchè una donna bella come te se ne sta da sola in vacanza.. ? e così via ). Nahgib era indiscutibilmente un bell'uomo, proprio il genere che le piaceva di più : abbastanza alto ma sopratutto molto ben piazzato e dall'aspetto molto virile. Il difetto, secondo lei, era che portava i baffi ; Marika, per quanto abbastanza attirata dai barbuti, diffidava istintivamente di quelli che hanno solo i baffi. Associava generalmente I baffi una una personalità equivoca e difatti anche Nahgib era un .. untuoso, probabilmente un lascivo..Probabilmente, pensava Marika, era uno che appena intravedeva una possibililtà con una turista, le si incollava addosso come un francobollo e la tampinava finchè non era riuscito a trovare l'occasione per scoparsela. Ecco cos'era.. Chissà quante se ne era fatte, in un posto come quello... No, non ci pensava neanche a diventare un'altro pezzo della sua collezione. E poi si sentiva impegnata.. Anche se quella testa di cazzo di Marco non era lì , il suo cuore era con lei e poi.. che uomo fantastico che era il suo Marco ! Marika però era una ragazza gentile e anche un pò vanitosa e perciò non poteva fare a meno di sorridere alle attenzioni di Nahgib che arrivarono fino al punto di farle trovare fiori dappertutto, anche in camera. Al quinto giorno, lei era sul mare a prendere il sole , stava dandosi la crema solare protettiva e pensava : come faccio adesso senza il mio uomo che me la spalma sulla schiena ? Proprio mentre pensava questo comparve dal nulla Nahgib in costume dicendo : " hai bisogno d'aiuto ? " N. era sempre stato molto corretto anche se un pò troppo appiccicoso, e allora Marika lo lasciò fare e si mise sull'asciugamano a pancia sotto , indossava un due pezzi . L'uomo iniziò a spalmare la crema facendo dei lenti cerchi... Lei si rilassò e chiuse gli occhi. Stava diventando un dolce massaggio rilassante e Marika non si preoccupò del fatto che durasse tanto a lungo, ma si lasciò andare.. Dopo un bel pò l'uomo improvvisamente disse " Questo lo togliamo " e senza chiedere il permesso sganciò il reggiseno del bikini e le coppe dei seni apparvero in tutta la loro imponenza, schiacciati tra lei e l'asciugamano. Lei aprì gli occhi con un moto di sorpresa ma il movimento dell'uomo era sempre lo stesso e non si allarmò, rilassandosi di nuovo. Questo fu probabilmente percepito dall'uomo come un segno di invito, perchè Marika percepì , dapprima in modo leggero, poi sempre più accentuato, la pressione del corpo caldo dell'uomo che si appoggiava al suo sedere. " Come sei bella " proruppe all'improvviso l'uomo e si gettò su di lei senza ritegno, infilando le mani sotto e avvolgendo i seni mentre lei sentiva contro di sè il suo corpo duro e fremente e la sua bocca aveva iniziato a morderla dolcemente sul collo, provocandole dei brividi involontari. Questo attacco improvviso la sorprese a tal punto da richiare di essere penetrata a tradimento direttamente sul posto , perchè l'uomo nel frattempo si era spostato in basso con una mano e l'aveva infilata nel suo costume... Lei era come in trance ,inebetita... Quel che la fece tornare in sè fu il contatto delle tozze dita dell'uomo con la sua vulva. " Cosa fai .. aiuto ... AIUTO " Era terrorizzata ... Ansimava talmente che aveva paura di non riuscire a gridare. L'uomo si staccò dopo pochi secondì , farfugliando in italiano : " scusa signora, scusa... " " Come ti permetti ? Sparisci immediatamente !" . Rimasta sola, Marika si ricompose e cercò di dimenticare l'accaduto. Quel giorno finalmente Marco telefonò , per la prima volta da quando lei era in Egitto. Lei ne fu felice e per una ventina di minuti gli descrisse un pò tutto: l'albergo, il mare bellissimo ed i pesci nel Blue Hole, la sua abbronzatura ... La voglia che aveva di lui .. Ma preferì non dirgli nulla dello stalking culminato nel grave episodio di molestia sessuale ; M. era molto geloso e poi si sarebbe preoccupato per niente perchè ormai la situazione era sotto controllo , non avrebbe più dato confidenza alcuna a Nahgib. Il giorno passò abbastanza tranquillamente ( N. era sparito ) ma quando si trovò sola in camera si scoprì agitata. Non riusciva a non pensare a quel che era successo sul mare la mattina, il ricordo del tentativo di violazione dell'uomo ( che si era confermato pericoloso ) le ripassava nella testa continuamente. Doveva stare attenta, pensò : l'uomo era molto robusto e se si fosse fatta sorprendere in una situazione in cui non avesse potuto chiedere aiuto, avrebbe potuto avere ragione di lei con facilità. Per distrarsi si masturbò quasi furiosamente pensando all'ultima volta, la settimana scorsa, in cui lei e M. avevano fatto l'amore.Si trovò bagnatissima ad ansimare di piacere, ma neanche al momento dell'orgasmo riuscì a distrarsi dal ricordo del contatto con quel bruto. Non poteva fare a meno di immaginare le dimensioni del cazzo dell'uomo : doveva essere qualcosa di enorme e lei era molto stretta e Marco ( che ce l'aveva molto grosso ) a volte durava fatica ad entrare. Venerdì Marika fu molto contenta di cambiare aria : aveva prenotato un giro in autobus per una visita alle piramidi ( lontane ) e stette fuori tutto il giorno. Al rientro in camera a sera inoltrata trovò una sorpresa: un regalo bellissimo, una collana di corallo molto semplice ma molto bella, con annesso un biglietto di scuse di Nahgib. Non le piacque questa cosa , che la costrinse a ripensare agli eventi del giorno prima. Decise che non poteva accettarla. Al mattino dopo ( era l'ultimo giorno, l'indomani si sarebbe di nuovo imbarcata per il ritorno ) però N. si presentò ancora al suo tavolo con un mazzo di rose rosse ed una faccia molto contrita, si profuse in mille scuse dicendo che era rimasto abbagliato dalla sua bellezza e che si era innamorato di lei, e che perciò umilmente chiedeva che lei lo perdonasse e accettasse il suo regalo. " Va bene ... " Non l'avesse mai detto : l'egiziano si inchinò di fronte a lei, le baciò la mano ( lei non aveva mai sopportato queste smancerie maschili ) e pretese di provarle la collana, che le stava benissimo. Marika stette molto tempo al mare quel giorno : lei è di carnagione chiara e si abbronza poco, ma prende un delizioso colore bronzeo . Voleva completare la sua abbronzatura , col risultato che alla sera era molto stanca , accaldata e quasi piacevolmente istupidita , ma anche irritata per due motivi : Marco non si era fatto più sentire e per di più a causa del cedimento della mattina aveva di nuovo l'egiziano continuamente intorno... era veramente molto stanca, spossata, allentata. Più subiva la corte serrata di N. e più si arrabbiava con M. Nonostante fosse tornato gentile come sempre , l'egiziano aveva un modo quasi offensivo di farle la corte. Era deferente nei modi ma diceva solo e soltanto cose frivole come gli arabi sanno fare benissimo e la spogliava continuamente con lo sguardo ... uno sguardo lascivo, sfacciato, che non lasciava dubbi su quali fossero i suoi pensieri. Dopo cena ed una bella doccia calda durante la quale si era coccolata ancora un pò con le dita ( trovandosi piacevolmente umida ) M. si soffermò a guardarsi allo specchio e quel che vide le piacque . Le tette stavano su bene solo con il reggiseno perchè erano veramente grandi, ma il suo seno insieme a tutto il decoltè era veramente sensuale. Tutto il suo corpo era miracolosamente rassodato e di un bel colore.. aragosta, quella sera. Il contrasto tra il rosso delle gambe e la pancia ed il bianco della zona pubica non era per niente spiacevole. Si girò : un bel culo con solo un pochino di cellulite, grande, che faceva contrasto con la vita abbastanza stretta. Non resistette alla tentazione di vestirsi in un modo che sapeva irresistibile : un vestitino leggero e molto scollato color marrone ben sopra le ginocchia , tacchi molto alti con smalto rosso alle dita dei piedi, un reggiseno a balconcino. Prima di scendere si guardò di nuovo girando ancora intorno allo specchio: no, non andava ancora, il vestito non era aderente ma si vedeva il segno delle mutande e quindi mise su un perizoma ridottissimo. il giro seno era una cosa strepitosa. C'era una festa alla discoteca sul mare e appena arrivata Marika vide che c'erano un sacco di possibili " ganci" ovvero bei giovani interessati a lei; l'aria fresca del mare la rianimò dalla stanchezza e si gettò nella danza. Ogni tanto si fermava a sedere al bar a riposare, e le furono offerti dal barman due o tre drink un pò alcoolici ma freschi e dissetanti che lei tracannò con disinvoltura. Cominciava a girarle un pò la testa per il sole di tutta la giornata e le bevute della sera. Proprio mentre pensava che era stata fortunata ad essere stata lasciata in pace, almeno per quell'ultima sera, ecco che mentre il DJ passava un pezzo arabo lei si sentì presa per una mano e trascinata in pista a ballare .. Era Nahgib che la guidò in una danza araba sensuale di cui lei sapeva solo pochi passi. L'uomo era molto bravo e i due fecero un bel duetto sotto gli sguardi ammirati degli altri. Lui poi volle ancora offrirle da bere e lei non potè rifiutarsi ... Volle poi ballare un lento ; non allungò mai le mani ma lei era ugualmente a disagio perchè per cinque lunghi minuti non potè fare a meno di sentire una pressione inequivocabile sulla pancia. Marika era veramente stanca , provata e perciò disse a N. che voleva ritirarsi nella propria camera. Lui le propose : " Perchè non vieni con me sulla terrazza panoramica a vedere il mare e la luna ? " Lei declinò l'offerta ma lui era molto insistente, e allora lei gli disse la verità : " Sai, mi piacerebbe ma non mi fido più di te dopo quello che è successo l'altro giorno " . Lui sorrise e le assicurò che non aveva niente da temere perchè lui non voleva approfittarsi di lei e perchè il luogo era pieno di gente. In effetti una delle attrazioni dell'albergo era una terrazza posta in alto sul tetto da cui si poteva vedere il mare e le isole vicine , e dotata anch'essa di bar. Marika allora acconsentì. lui la guidò nella hall e poi all'ascensore, e appena dentro lui premette il pulsante dell'ultimo piano. Non appena le porte dell'ascensore si aprirono sulla terrazza Marika capì che c'era qualcosa che non andava : era tutto buio eccetto le luci soffuse che arrivavano dalle strade di sotto e quella della luna piena che illuminava tutto di luce chiara anche se debole. L'uomo si mostrò stupito che il bar fosse chiuso e che non ci fosse nessuno.. Chiaramente mentiva, ma intanto le porte dell'ascensore si erano chiuse e lei era stata dolcemente trascinata per mano dall'uomo ( come si permetteva ? ) verso il parapetto, con la scusa di andare a vedere il panorama. Marika aveva paura, era sola con lui e sapeva che in una lotta avrebbe avuto la peggio , ed erano soli . Le tremavano le gambe ed il suo respiro si fece rotto e profondo.. Decise di fare buon viso a cattivo gioco, sperando di cavarsela, e di cercare di non far capire a lui quanto fosse impaurita. Mentre descriveva il panorama l'uomo le si era messo accanto , troppo accanto, anzi era sempre più incollato a lei e ancora pervicacemente mentre parlava le faceva ancor sentire il suo cazzo duro su un fianco.. Lei fece finta di niente, sperando che di fronte alla sua indifferenza l'uomo smontasse la sua eccitazione. Ancora il cuore le batteva forte e si sentiva confusa, accaldata nonostante il vento di mare che la investiva e le faceva svolazzare il vestito. L'uomo doveva essere senza mutande, riflettè quasi distrattamente , perchè poteva immaginare la consistenza ( sicuramente enorme ) di quel cazzo attraverso i vestiti , poteva stimarne le dimensioni dai suoi centimetri di pelle sotto l'effetto di quel calore e di quella pressione che , ahimè , stava aumentando mentre l'uomo si faceva sempre più vicino, interpretando erroneamente la sua passività come un assenso. Quel cazzo doveva essere ancora più grosso di quello del suo Marco.. Perchè il suo uomo non era lì ? Perchè non era venuto in vacanza con lei ? Con lui non si sarebbe trovata male così. Nonostante la gravità di questa situazione , che durava probabilmente da almeno una decina di minuti, il vento leggero che arrivava dal basso le stava dando una piacevolissima freschezza in mezzo alle gambe.. Trasalì di sorpresa quando ebbe capito che quel fresco lo sentiva perchè là in mezzo era molto bagnata. Ebbe timore che cominciasse a colarle lungo le gambe.. Questo pensiero la mise a disagio, si vergognava pur di fronte a quel porco. Si sentiva torpida ed incapace di reagire.. Diabolicamente lui scelse proprio quel momento per mormorare " bella ... bella .. come sei bella " , si mise dietro a lei stringendole i seni a coppa e cercando di liberare i suoi seni dal vestito ( cosa che gli riuscì rapidamente ). Marika era sconvolta.. Il suo corpo non le rispondeva più e l'uomo approfittava pesantemente della sua apparente disponibilità. Ora era contro di lei, costretta piegata coi gomiti alla balaustra, e mormorando frasi incomprensibili le stava succhiando il collo e titillando i capezzoli eretti al vento . Come faceva a sapere che lei era tanto sensibile nei capezzoli ? Marco diceva sempre che lei aveva quasi tre clitoridi... Marika sentì se stessa che opponeva solo un flebile " no, no, no " all'azione dell'uomo e che il suo corpo stava ansimando pesantemente e dimenandosi .. chiaro, lo avrebbe eccitato ancora di più facendo così. E difatti l'uomo si scostò leggermente , mettendosi di lato, ma solo per avere la possibilità di tirarle su il vestito e iniziare ad accarezzarle le gambe e pastrugnare il suo gran culo. Lei percepì chiaramente la sua sorpresa quando finalmente raggiunse il perizoma e lo trovò fradicio. Dopo averla accarezzata lui si portò alla bocca il dito le che aveva passato fra le cosce e si lasciò sfuggire un gemito di soddisfazione, poi rapidamente le alzò il vestito e si tuffò con la lingua in mezzo a quello che per lui doveva essere un paradiso odoroso. I suoi " no, no no... " ormai si intervallavano a gemiti ... Marika si rammaricava con se stessa : l'uomo la stava trattando come una puttana, non aveva ancora cercato la sua bocca per un bacio e sembrava essere proprio lascivo oltre ogni limite .. Se non riusciva ad uscirne ora, sarebbe andato fino in fondo. L'uomo la stava leccando, aveva scostato il perizoma e lasciandola così piegata in avanti, si era impadronito della sua fessura e la mangiava letteralmente, mentre teneva ancora con le mani le sue tette ormai libere. Era forte e delicato contemporaneamente, le allargava le natiche e le labbra per succhiarla meglio e alternava leccate sul clitoride a piccole penetrazioni con la lingua ;la slinguava ovunque , anche in mezzo alle gambe, sul forellino del culo e sulle natiche e in poco tempo l'effetto non tardò a manifestarsi: la testa le pulsava e ondate di calore partivano continuamente dal basso ventre. Poi l'uomo si alzò e si incollò di nuovo a lei da dietro, e iniziò a passarle il cazzo duro e bollente sulla spaccatura e tra le cosce, così che ad un certo punto lei si ritrovò con il cazzo di lui che le spuntava fuori in mezzo alle gambe ed ebbe l'istinto di allungare una mano per toccarlo.. era caldo e veramente grande, non riusciva quasi a chiuderci sopra la sua piccola mano. Quasi inavvertitamente, fece su e giù scappellandolo. L'uomo al contatto emise un grugnito di soddisfazione.. A questo punto non poteva fare altro che cedere, pensò. Se si fosse tirata indietro probabilmente sarebbe stata presa con la violenza e lui le avrebbe anche fatto male.. era enorme. Meglio lasciarlo fare e tutto sarebbe finito quando lui si fosse preso il suo piacere.. Poi, dovette ammettere a se stessa, era anche molto eccitata. Mentre lei così pensava, l'uomo si era dato da fare e la sua grossa bega, bagnata dei suoi stessi umori, era ormai impegnata all'ingresso della sua vagina. Non voleva che le facesse male e cercò di facilitare la penetrazione: si piegò in avanti con le tette appoggiate sulla balaustra , lo impugnò e con cautela lo introdusse dentro di se. Entrò facilmente, lei era fradicia. Si sentì piena di carne pulsante come mai le era successo. L'uomo era fermo dentro di lei, durissimo, e si godeva le sensazioni che sua vagina stretta e bollente gli dava. Marika si lasciò sfuggire un gemito di piacere. Poi lui si sfilò, la prese per mano e la condusse a una porta che dava su un attico. Lei si rese conto che l'uomo l'aveva condotta in una stanza che aveva tutta l'aria di uno scannatoio personale : al centro campeggiava un grande letto e grandi specchi erano su due pareti mentre su una terza c'era un grande schermo. Non poteva più tornare indietro; sperava che tutto finisse in fretta, si sentiva umiliata perchè l'uomo si stava comportando come un animale e nonostante questo lei non era indifferente a tale trattamento.. Ma era sicura che non avrebbe partecipato fino in fondo. Marika amava molto il sesso ma era di orgasmo difficile , specie con la penetrazione; era molto attaccata a Marco proprio perchè lui riusciva a farla godere con la scopata come mai le era successo prima. Nahgib la spogliò lasciandole solo il reggiseno a balconcino ma tirandole fuori completamente i capezzoli. La fece sdraiare sul letto a gambe spalancate e riprese a leccarla dappertutto : partiva dai piedi per arrivare ai polpacci sodi, all'interno delle sue cosce e infine alla fica dove si soffermava a lungo per poi rifare il percorso inverso sull'altra gamba. Quando , dopo poco, si spogliò anche lui , lei potè vedere finalmente il suo cazzo e ne fu impressionata, era superiore a quanto lei avesse mai visto sia in lunghezza che spessore, con una grande cappella paonazza e tutto striato di vene . All'attaccatura dei coglioni sopratutto era enorme: Marika notò confusamente che mentre il corpo ( vigoroso ) dell'uomo era peloso ma il cazzo era completamente depilato e svettava verso l'alto mentre l'uomo si avvicinava a lei. Non aveva fretta , le passava tra le grandi labbra l'asta che ben presto fu lucida di umori vaginali , e ogni tanto indugiava all'imboccatura impegnando solo la punta. Ancora una volta Fu lei a guidare il membro dentro di sè, impugnandolo con una mano e allargando le labbra con l'altra : con sua sorpresa, il serpente di carne entrò facilmente. L'uomo all'inizio restò a lungo fermo dentro di lei esercitando solo una leggera pressione e riuscì a metterlo tutto dentro fino all'attaccatura dei testicoli. Ancora una volta, si sentì riempita come mai prima d'allora. L'uomo le trasmise una serie di contrazioni ... doveva essere eccitatissimo e forse era già vicino a venire.. accidenti, stasera era veramente pazza e stralunata ... lei non prendeva la pillola ! lo scongiurò " stai attento, ti prego, io non prendo anticoncezionali " Ma lui disse di non preoccuparsi, avrebbe fatto attenzione lui ... Iniziò a muoversi ma di pochi centimetri, continuando a spingere dolcemente .. stava dando modo alla sua vagina di adattarsi a quelle dimensioni. Poi uscì da sopra , si sdraiò accanto a lei e le fece montare su di lui. Quando la penetrò in quella nuova posizione le sembrò che le potesse arrivare ancora più in profondità.. La speranza era che continuasse ad essere delicato o le avrebbe sfondato l'utero. Ma lui continuava a muoversi pochissimo... Le fece togliere anche il reggiseno e le sue tettone torreggiavano su di lui.. L'uomo sembrò impazzire di eccitazione e iniziò a palparle e tormentare i suoi capezzoli in tutti i modi , succhiandoli , mordicchiandoli e stringendoli tra le dita. Lei cercava di sfuggirgli perchè la combinazione di quel palo di carne nelle viscere e di quel tormento era troppo, quando lui le succhiava i capezzoli lei sentiva la fica contrarsi intorno al cazzo.. Senza rendersene conto iniziò a muovere il pube, prima timidamente poi sempre più forte, già in preda al godimento. Quando spingeva indietro il cazzo le dava ondate di piacere sul grilletto; quando spingeva in avanti le sembrava che le arrivasse fino nello stomaco... Questo andò avanti per un bel pò, Marika aveva perso la nozione del tempo. Era così bagnata che tutte le volte che il pube dell'uomo incontrava il suo si sentiva un " ciak " liquido... L'odore di sesso era sempre più forte e le entrava nelle nari e nel cervello. Ad un certo punto l'uomo fece una cosa che la riempì di meraviglia... Sembrava che la conoscesse bene!!!! Si scostò leggermente e con il cazzo ancora dentro, iniziò a masturbarla. Ci sapeva fare .... Ogni tanto rallentava la masturbazione , le dava una serie di affondi nella fica, e riprendeva . Si rese conto che quel cazzo adesso lo voleva .. l'orgasmo montava lentamente ma inesorabilmente. Lui se ne rese conto ... Lei era ormai fuori di sè , gemeva e il suo pube ormai si muoveva veloce in un modo quasi incontrollato. Lui continuò la sua azione imperterrito senza toglierle il dito dal grilletto, finchè lei che ormai si muoveva come una danzatrice su quel cazzo, iniziò , prima sussurrando e poi quasi gridando... " si si si si si SI SI SI SIIIIIIIIIIIII " . L'inizio dell'orgasmo la lasciò senza fiato , si inarcò e prese a gemere , con un grido strozzato. A questo punto l'uomo, che durante l'orgasmo di lei era rimasto fermo con cazzo piantato fino in fondo, cominciò a chiavarla rudemente : le dava grandi colpi dal basso che la squassavano facendo tremolare la sua carne morbida, prese anche a schiaffeggiarla violentemente il sedere e le infilò prima uno, poi due dita nel culo. Quel cazzo che la sfondava la faceva godere così tanto che l'orgasmo non smontava. " Ti piace il cazzo " " siiii ..... " Adesso ti sfondo " e lei : " aaaaghhhh ... " " si così, te lo metto dentro fino alla palle " " uhhh sii.. dai ... " " godi eh ... troia " L'uomo attaccò ad offenderla pesantemente ma quel trattamento l'aveva fatta impazzire di piacere e così lei rispondeva " si , si, sono la tua troia " con il viso stravolto dal godimento . " ora ti riempio sai " " ohhhhh ... " " ti vengo dentro, ti metto incinta" " no, no, no, ohhh..." " ma lo vuoi ancora, troia ? " facendo seguire alla domanda un affondo " siii .... non tirarlo fuori .. lo sento fiino nello stomaco.. siiiii " Continuò a chiavarla selvaggiamente , dopo un pò lo sentì ingrossare dentro mentre un secondo orgasmo stava montando ancora improvviso... Arrivò nel momento in cui la vagina fu riempita da un getto caldissimo di sperma. Fu fortissimo e questa volta solo vaginale ... l'uomo stava impazzendo di piacere, mentre la sua fica , lo sentiva, si stava contraendo intorno a quel cazzo e lo mungeva fino all'ultima goccia. Sapeva che sarebbe potuta rimanere incinta, ma non riuscì a protestare: ogni capacità di ragionamento era fuori gioco. L'incontro si protrasse fino all'alba. L'uomo non le permise mai di lavarsi completamente, ma solo qualche abluzione rinfrescante sui genitali esterni. Voleva possederla come femmina e marchiarla con il proprio odore e le proprie secrezioni . Lei si sentiva succube , nonostante la stanchezza lo voleva ancora, e dappertutto.. la seconda volta lui , usando schiuma da barba e lametta, la depilò completamente. Pose due guanciali sul letto , la fece mettere supina e le allargò le gambe. Facendo abbondante uso di olio di vaselina, cominciò a massaggiarle il culo e la fica esposti a mano piena, penetrandola ogni tanto in entrambi i buchi con una , due , tre dita; contemporaneamente le fece passare una mano sotto e le disse : " adesso toccati ! " Marika obbedì e quasi meccanicamente iniziò a masturbarsi. L'uomo proseguiva nella sua azione e ogni tanto si fermava a guardare come in contemplazione dei suoi buchi allargati. Poi si coperse il cazzo di olio .. Marika vedeva tutto allo specchio, con la faccia schiacciata sul letto. Adesso si stava sgrillettando furiosamente, quel cazzo l'avrebbe spaccata in due come una mela ma era quello che voleva.. Venne urlando in un caos indissolubile di piacere , dolore e sottomissione nel momento in cui sentì il cazzo che entrava tutto, fino alle palle. Fu inculata per almeno tre quarti d'ora e venne altre due volte, l'ultima quando finalmente ricevette un altro getto caldo , stavolta nel retto. La terza volta, l'uomo la fece sdraiare sul letto a gambe aperte e la leccò a lungo sulla fica depilata. Le sensazioni nuove della lingua di lui sulla fica senza peli la fecero eccitare di nuovo. Poi lui tirò fuori da un cassetto del comò un grosso fallo di plastica : Marika sapeva che era un vibratore, ma non l'aveva mai usato. Ne fu rammaricata : voleva essere riempita con quel palo di carne , invece. Ma lui le tormentava il clito con la lingua e la chiavava con il vibratore acceso... Marika godeva e godeva ... Quando le mise il vibratore in mano , e accompagnò l'altra sul suo clitoride, obbedì ancora e iniziò a masturbarsi con entrambi, come lui voleva. Lui si mise a sedere sulla poltrona a lato e accese lo schermo. Si masturbava e il suo cazzo gonfio e lungo svettava ben al di sopra del suo ombelico, e sullo schermo si alternavano due riprese della prima scopata: in una, c'era un primo piano del suo viso stravolto dal piacere mentre era sopra di lui, e nell'altra invece lui zoomava sulla sua vagina oscenamente dilatata e sul cazzo fradicio di umori che lentamente faceva dentro e fuori. Marika non resistette a lungo , e ben presto urlò il suo piacere quando vide e sentì se stessa godere nel video. Non ci fu bisogno di dire niente quando lui salì sul letto in ginocchio ed avvicinò il pene gonfio alla sua bocca: si fermò solo a guardarlo un momento e lo imboccò, iniziando un lento pompino, come piaceva a lei. lo segava lentamente e prima timidamente lo baciava, poi sempre più golosa arrivò a cercare di introdursi in gola quanta più carne possibile, anche se il farlo era scomodo e rischiava di slogarsi la mascella. Nel frattempo, lui dolcemente la insultava dandole della vacca e la palpava ovunque, strizzandole i capezzoli e schiaffeggiandola sulla fica depilata. Poi prese il comando e il pompino diventò una vera e propria chiavata in bocca : le sembrava del tutto naturale che l'uomo la usasse come strumento di piacere, pensò mentre lui le aveva presa la testa e le imponeva un ritmo serrato con le mani . Ora stava per venire e dava colpi di reni sempre più forti, quasi soffocandola e provocandole una gran produzione di saliva. All'orgasmo lui le diede un gran colpo di reni scaricandole nelle tonsille un fiotto di sperma che lei fu costretta a ingoiare, e poi lo tirò fuori continuando a schizzarla in viso e sulle tette.. Marika era impressionata dalla quantità di sborra che l'uomo riusciva a produrre. Continuò così per tutta la notte; Marika era spossata ma quell'uomo riusciva sempre a farla eccitare di nuovo, e ogni nuovo orgasmo era sempre più devastante del precedente. ridotta ad una bambola senza volontà, accettò anche di posare per l'uomo nelle posizioni oscene che lui le imponeva.. mentre lui la riprendeva con la cam. Alla fine si addormentò , distrutta.. Il risveglio fu traumatico: l'uomo se ne era andato lasciandola sola, e appena alzata il primo impulso fu di andare al lavabo a darsi una sciacquata al viso. Si guardò allo specchio : era completamente sfatta , sul suo viso di solito pulito e dolce erano spuntate le occhiaie , i capelli erano sporchi di schizzi di sperma e si sentiva impiastricciata ovunque. Si rivestì ma fu costretta a tornare verso la sua camera senza il perizoma, che evidentemente l'uomo si era preso come trofeo. tutto il basso ventre le doleva, La fica era diventata una galleria.. Si eccitava ancora suo malgrado quando pensava a cosa era successo la notte prima, ma era veramente infastidita di come si era lasciata andare, era meglio dimenticare tutto. arrivata nella sua camera l'aspettava un'altra sorpresa sgradevole : l'uomo le aveva lasciato un pacco con la dedica : " per non dimenticarti di me , N. " che conteneva un vibratore doppio.. Marika non aveva mai visto una cosa del genere, ma ne immaginò subito l'uso. Era formato da due falli di gomma paralleli, a pochi centimetri di distanza l'uno dal'altro, uno dei due era molto più grosso dell'altro .. Era per la doppia stimolazione, anale e vaginale. Lo portò via solo perchè si vergognava troppo a farlo trovare nell camera che stava lasciando.. A casa, non pensò più alla disavventura egiziana e si guardò bene di farne parola a nessuno, Marco compreso. Una sera, si stava masturbando e pensava ad una delle sue fantasie più eccitanti : fare l'amore lei, Marco e un'altra donna. Come sarebbe stato bello averlo dentro invece di sgrillettarsi, pensò. Le sovvenne che c'era il vibratore: l'associazione di idee fu immediata così come il desiderio di provarlo. Si adattò ad usare un pò d'olio cosmetico, per il buco del culo, perchè non aveva altro. Lubrificato, l'atrezzo entrò subito contemporaneamente in entrambi i buchi, regalandole subito sensazioni meravigliose.. Perchè Marco non gliene aveva mai regalato uno ? Eppure, una volta ne avevano parlato. Marika proseguiva nella sua fantasia ed era in estasi ... Quando, le si insinuò prima in sottofondo, poi sempre più insistente il collegamento con la violenza subita. Le poteva anche andare peggio, pensò.. Peggio ? C'era il rischio che su qualche sito porno adesso ci fossero caricati i suoi video.. i video compromettenti.. Nonostante i pensieri molesti l'orgasmo saliva implacabile. Ansimava .. Si le era andata bene .. si , poteva anche succederle molto peggio , si si si, essere presa in mezzo ad un gruppo di arabi infoiati tutti dotati di cazzi enormi... si si si si ... Le urla di piacere furono tali che lei si preoccupò che qualcuno venisse a bussare alla porta per sapere se qualcuno si era fatto male. Al mattino dopo, scese giù in strada per andare a lavorare e trovò una busta nella cassetta delle lettere. Conteneva una lettera di Nahgib.. Diceva semplicemente : " Cara Marika, ho mostrato i nostri video ai miei amici , e sono rimasti tutti incantati dalla tua bellezza , dalla tua passionalità e dal tuo fisico davvero notevole. Anche loro vorrebbero conoscerti. Vieni presto, ti allego i soldi del viaggio . Tuo, Nahgib " L'effetto fu tale che dovette tornare su per mettersi un assorbente leggero. Nel giro di pochi giorni era diventata la troia personale di N. e dei suoi amici.

lunedì 14 giugno 2010

IL BUCO ( repost )

"Ti dico che è vero! Devi credermi! Un cazzo di dimensioni notevoli!" Claudia parlava all'amica con evidente concitazione. "Maria l'ha visto! Proprio in quel teatro. Era nei bagni delle signore, ultima toilette a destra. E' comparso all'improvviso da un buco nella parete. Poverina! E' scappata terrorizzata senza neanche pulirsi. Però deve essersi fermata un attimo a guardarlo perché me l'ha descritto bene e nei particolari: un gran bell'esemplare in erezione!" Le due amiche scoppiarono a ridere. "Ma non sarà la solita leggenda metropolitana?" Chiese Sara scettica "Forse Maria era sbronza o si sarà fatta suggestionare dalle dicerie che circolano su quel teatro. Chissà cosa avrà visto in realtà!" "Chi?! Maria?! Quella santa non beve e non racconterebbe una bugia neppure sotto tortura! No! E' vero ti dico. Del resto è già la terza volta che sento questa storia. Pensano che si tratti di uno dei custodi. Deve aver trovato il modo di spiare le donne che entrano in quella toilette e, se sono di suo gradimento, fa... la sua comparsa attraverso un buco ricavato in un pannello di metallo. Dietro deve esserci un ripostiglio o una sorta di camera segreta, ma l'entrata non si trova; perlomeno non dai corridoi aperti al pubblico." "Ma nessuna ha sporto denuncia?" "Tu andresti alla polizia per lamentarti di aver visto un cazzone alla toilette? E poi, mica ha violentato nessuna!" "Ma tu ci sei stata?" Chiese Sara. "Chi io?! Scherzi? Non farei l'abbonamento alla stagione di lirica neppure per tutti i cazzi del mondo!" Le due amiche risero nuovamente. "Tu piuttosto" continuò Claudia "Sei ancora sicura di volerci andare stasera? Non preferiresti uscire con noi? Ci facciamo una pizza e andiamo al cinema..." "Ti ringrazio. Ma sai che adoro la lirica e sono anni che non assito più ad uno spettacolo. Non ne vedo l'ora! Però puoi stare tranquilla: se mi dovesse scappare la pipì la terrò o comunque eviterò l'ultima toilette a destra." Claudia e Sara si salutarono sorridendo. Capelli raccolti in uno chignon, abito lungo nero aderente con scollatura e spacco provocanti, collana ed orecchini di perle: Sara non riusciva a immaginarsi più elegante di così. Sorrideva felice ed eccitata salendo i gradini del teatro a braccetto di suo marito. Gianni non amava la lirica e lei aveva quindi molto apprezzato il fatto che avesse deciso di accompagnarla per l'intera stagione. Sara divorò con gli occhi e le orecchie tutto il primo atto, mentre il marito ne accolse la fine con evidente sollievo, lieto di poter finalmente scendere al bar. Vi si recarono subito, con tutta la folla. Presero entrambi qualcosa da bere ed incontrarono una coppia di amici con cui si misero a conversare. Il bar del teatro era uno dei ritrovi dell'alta società cittadina, una vera e propria passerella. Sarà era orgogliosa di sentire su di se gli sguardi carichi di desiderio della maggior parte degli uomini. Una ventina di minuti dopo, l'improvviso sciamare della gente annunciò l'inizio del secondo atto. I due mariti, scherzando, si fecero coraggio a vicenda. Stavano per risalire le scale quando Sarà sentì impellente il bisogno di andare in bagno. Un brivido strano la percorse. Le tornò in mente quanto le aveva raccontato l'amica e pensò quindi di trattenere lo stimolo. "Ma che sciocca sono! Non mi farò mica influenzare da una diceria! D'altronde se mi scappa..." pensò subito dopo. Ebbe l'impulso di chiedere al marito di accompagnarla, ma poiché questi stava conversando amabilmente con l'amico, decise di non disturbarlo: "Io devo andare alla toilette: ti raggiungo di sopra." Si limitò a dire; poi s'incammino lungo il corridoio seguendo l'indicazione verde tra le luci soffuse. Giunse di fronte alla porta con il disegno stilizzato della gonnellina proprio mentre una signora ne usciva frettolosamente. Ne venne urtata. "Oh! Mi scusi! Perdoni la mia fretta, ma sta per iniziare il secondo atto..." Si giustificò questa. Si figuri..." Ebbe appena il tempo di risponderle prima che si allontanasse; poi spinse sulla maniglia ed entrò timorosa ed inquieta. Nel bagno non c'era più nessuno. Nel silenzio si sentiva solo il ronzio dei motorini elettrici delle ventole. Sara rimase subito colpita dallo sfarzo dell'arredamento al limite del ketch: marmi, specchi, lampade dorate, luci giallognole. Si diresse velocemente verso la porta della toilette più a sinistra. La pulizia dei sanitari la rassicurò: "Ma di cosa ho paura? Che stupida che sono! Non crederò mica a tutte quelle balle?" pensò stizzita. Ribellandosi al suo stesso nervosismo, uscì dalla toilette in cui era entrata. Per un attimo rimase sorpresa ed affascinata vedendo la sua immagine riflessa nel grande specchio sopra i lavandini: "Certo che sono ancora una gran bella figa!" Disse compiacendosi. Sorridendo maliziosamente a se stessa si voltò e si diresse verso il fondo del bagno. Una curiosità morbosa ed irresistibile si era ormai impossessata di lei oltre ad una strana eccitazione. Pose la mano sulla maniglia dell'ultima porta a destra e l'aprì di scatto. La delusione le piombò addosso pesante: non solo non c'era nessun cazzo, ma non c'erano neppure buchi nel muro. Sarà sorrise sarcastica: "Come volevasi dimostrare: tutte sciocchezze!" pensò. Quindi, richiamata improvvisamente dallo stimolo fisiologico, chiuse la porta col gancio e si sollevò con cura il vestito. Calatasi anche le mutandine, si sedette sulla tazza e si godette la lunga e piacevole pisciata. Lo scroscio argentino del suo getto si stava appena affievolendo quando la sua attenzione fu richiamata da un particolare nella parete: al centro di un pannello di metallo c'era un cerchio. Non era proprio un buco perché era tappato con lo stesso materiale di cui era costituito il pannello, tanto da risultare quasi invisibile, ma il cerchio indubbiamente c'era. Sara fu presa da uno strano presentimento e sentì nuovamente un brivido percorrerle la schiena. Le parve anche di sentire un rumore provenire dall'altro lato di quella strana parete. Senza distogliere lo sguardo da lì, staccò un pezzo di carta igienica dal rotolo e si pulì frettolosamente. Si voltò solo un attimo per cercare il pulsante dello sciacquone che premette in fretta, così da potersene finalmente andare. Quando si voltò rimase paralizzata dal terrore: il tappo non c'era più. Al suo posto c'era solo un grosso foro nero. Dopo qualche secondo vide comparire qualcosa. Sarà capì subito di cosa si trattava: lentamente, simile ad un cobra che esce dalla tana, un grosso pene eretto entrò attraverso il buco. Sarà lanciò un acuto gridolino di terrore. Per lo spavento si ritrovò pericolosamente in piedi ed in bilico sopra la tazza del water; se avesse visto un grosso ratto si sarebbe spaventata di meno! Rimase così per diversi secondi, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel membro. Era veramente di dimensioni notevoli: lungo, largo e duro, nerboruto e venato da grossi vasi blu, con una cappella molto pronunciata, gonfia e violacea. Era proprio lui: il cazzo che l'amica le aveva descritto. Ripreso il controllo di se, Sara scese con circospezione dalla tazza e, appoggiandosi di spalle alla parete opposta rispetto a quella da dove era sbucato il pene, scivolò verso la porta senza perderlo di vista, come per paura che questo potesse in qualche modo morderla o farle del male. Si mise ad armeggiare nervosamente con il gancetto; nel frattempo trovò il coraggio per rompere quell'angosciante silenzio e, sforzandosi di mantenere un tono calmo, così da apparire sicura di se, si rivolse allo sconosciuto: "Ora io esco da qui e vado a chiamare una guardia. Poi torno e le faccio passare la voglia di fare questo tipo di scherzi!" Sara si accorse di aver pronunciato quelle parole con voce tremante. Tuttavia si aspettava che l'uomo, impaurito dalle minacce, si dileguasse; invece il suo cazzo era rimasto lì, immobile ed impertinente, nel silenzio più totale. "Mi ha sentita?! Ora chiamo i Carabinieri e poi vedremo se avrà ancora la voglia di fare lo spiritoso!" Esclamò più alterata. Nel frattempo era finalmente riuscita ad aprire la porta. "Le conviene filarsela!" Disse ormai più sicura. Il cazzo però continuava a svettare imperturbabile. Sarà ebbe un moto di stizza. Ora poteva andarsene, ma non riusciva ad accettare l'idea di fuggire sconfitta, come una ragazzina scandalizzata e spaventata. Immaginava il ghigno di quell'uomo oltre il pannello e perse le staffe: "HAI SENTITO LURIDO MAIALE QUELLO CHE TI HO DETTO?! ORA CHIAMO LA POLIZIA E POI VEDIAMO!" Urlò inferocita. Il cazzo non fece una piega. Sarà, inviperita, non seppe trattenersi da tirargli una sberla. Ebbe all'ultimo istante un ripensamento ma non riuscì a fermare completamente la mano. Il risultato fu un buffetto ridicolo che non smosse il pene di un millimetrò. Le sembrò di vedere quel cazzo ridere. Adirata anche con se stessa, partì con un altro paio di sberle. Questa volta furono potenti ed efficaci: il pene oscillò vistosamente. Sara si rese conto con ribrezzo di averlo toccato. Certo! Era stato per impartirgli una lezione! Però lo aveva toccato e non aveva potuto fare a meno, tra se, di apprezzarne consistenza e durezza. Il paragone con il marito attraversò la sua mente rapido ed inevitabile. Non aveva mai avuto di che lamentarsi riguardo all'arte amatoria di Gianni e, anche a livello di dimensioni, aveva sempre ritenuto che fosse ben dotato. Ma quell'affare era decisamente un'altra cosa! Ripresasi immediatamente dalle sue imbarazzanti riflessioni, Sarà si ritrovò ancora più sconvolta ed arrabbiata. L'uomo continuava a rimanere silenzioso ed impassibile. Lei perse completamente le staffe: "BRUTTO PORCO SCHIFOSO! TE LO STACCO QUEST'AFFARE! GIURO CHE TE LO STACCO! COSI' NON LO POTRAI PIU' INFILARE DA NESSUNA PARTE!" Afferrò il cazzo con entrambe le mani e cominciò a tirarlo in tutte le direzioni con violenza: su, giù, a destra e a sinistra; infine verso di se. Sicuramente, questa volta, doveva avergli fatto male. Sarà si fermò ansimante e soddisfatta. Poi sentì il calore e si rese conto di avere ancora entrambe le mani serrate con forza alla base del pene. Era bollente e, dopo il trattamento ricevuto, risultava ancora più duro e arrossato. Sarà stacco rapidamente le mani dal membro e le portò alle guance imbarazzatissima. Improvvisamente sentì uno strano odore: un odore di maschio sconosciuto e dolciastro; un misto di sudore, ammoniaca, pesce... deodorante, forse. Sara cominciò ad annusare e realizzò con ribrezzo che l'odore proveniva proprio dalle sue mani. Allora si sedette sconvolta sulla tazza del water e rimase ad osservare il cazzo: era ancora lì, a mezzo metro da lei, immobile ed imperturbabile. Consapevole del fatto che l'uomo non poteva vederla, Sara si chinò in avanti, avvicinandosi silenziosamente con il viso al pene, così da poterlo annusare: era attirata ed incuriosita da quell'odore particolare e voleva percepirlo meglio. Giunta a pochi centimetri di distanza, prese ad osservalo in ogni dettaglio, annusandolo come una cagna. L'odore era forte e penetrante ma non era spiacevole. Una gocciolina di liquido seminale aveva fatto capolino dallo sbocco dell'uretra e Sara, che si era avvicinata troppo, la raccolse involontariamente con la punta del naso. Si raddrizzò di scatto e ci passò sopra la mano con ribrezzo. Così facendo però strusciò la gocciolina sul labbro superiore. Automaticamente la lingua corse rapida a sentirne il sapore. Resasi immediatamente conto di quello che aveva fatto, Sara sputò per terra nauseata, quindi tornò ansimante a fissare quel cazzo che stava riuscendo perfettamente a farla sentire ridicola. Fu allora che senti la sensazione di bagnato in mezzo alle gambe. Incredula, si tastò con una mano. Trovò le mutandine umide dei propri umori. Senza rendersene conto, si era eccitata all'inverosimile. Il suo respiro divenne affannoso, i suoi pensieri confusi. C'era ancora quel silenzio angosciante, disturbato solo dal suono lontano di un'orchestra, e quella strana pace... e quel pene maestoso, lì, tutto per lei. Pace e silenzio... ed improvvisamente la voglia. Sara, letteralmente ipnotizzata dal cazzo, non riuscì più a pensare. Allungò timidamente una mano e, con la punta delle dita lo raggiunse. Mentre il cuore le batteva all'impazzata, lo percorse con delicatezza dall'inizio fino al glande, apprezzandone ogni irregolarità. Poi, inspirando profondamente e chiudendo gli occhi, serrò la mano appena sotto la cappella e cercò di tirare ancor più verso la base quella pelle già tesa. Sara provò ad immaginare l'espressione tronfia e soddisfatta che lo sconosciuto doveva aver assunto in quel momento oltre la parete: lui aveva vinto! Ma la sensazione di umiliante sconfitta che lei provava non faceva altro che aumentare la sua eccitazione. Si sentiva molto sporca e molto puttana; e tutto ciò la stava facendo impazzire. Prese a muovere la sua mano su e giù lungo l'asta. "Ma cosa sto facendo?" si chiese con un ultimo sprazzo di lucidità. "Certo che sono proprio una gran troia!" Si disse senza riuscire a trattenere un sorriso. Sara pensò che le sarebbe piaciuto vedere quel cazzo sborrare. Aumentò il ritmo. Con l'altra mano si abbassò in qualche modo le mutandine, raggiunse velocemente il clitoride e con la punta delle dita cominciò a premerlo verso il basso. Era bellissimo. Un'altra strana idea le passò per la testa. Sarà provò a scacciarla, inutilmente; quindi si alzò dal water e si inginocchiò davanti al cazzo, eccitata e tramante. Senza smettere di muovere la mano su di esso, provò ad avvicinarsi lentamente con la bocca. Vincendo le ultime paure l'aprì, tenendosi tuttavia ancora leggermente distante, quindi sporse la lingua più che poté. Lo toccò appena con la punta. Il glande si era nuovamente inumidito di una goccia di liquido seminale. Sara, questa volta, ne assaporò lentamente il gusto un po' salato. Quella cappella enorme era lì ad un centimetro da lei; l'odore era forte... Sara chiuse gli occhi ed appoggio le labbra sul glande. Lo succhiò appena, dandogli una specie di piccolo bacio, quindi lo colpì con la punta della lingua. Era in attesa, curiosa, di qualche reazione da parte dell'uomo: di nuovo alternò un bacio ad un colpo di lingua. All'improvviso sentì distintamente, seppure ovattati dal pannello, un grugnito di piacere ed un lungo sospiro. Sara, esaltata da quel primo segnale di cedimento, spalancò la bocca per accogliervi tutto il glande. Si sentiva piena già solo di quello, tuttavia cominciò a muoversi avanti e indietro anche sull'asta. Si rese conto di volerlo sentire fino in gola. Eccitatissima, immaginò la sua bocca inondata da un fiume di sperma caldo e prese a muoversi con maggior vigore. Teneva le labbra a cerchio, percorrendo con ritmo sostenuto il pene, dalla cima fino a poco più della metà, punto in cui sentiva la cappella premerle sulla gola provocandole stimoli di rigurgito. Era tuttavia distante dall'inglobarlo completamente. La parte iniziale dell'asta che non riusciva a raggiungere con le labbra era comunque sempre serrata dalla sua mano in movimento. Con l'altra mano era tornata a masturbarsi. Era fradicia all'inverosimile. Sara pensò che non si sentiva così eccitata da molto tempo: "Bagnata come sono, in questo momento potrei infilarmi dentro qualsiasi co..." Non terminò neanche il pensiero. Dentro di lei, un'irrazionale voglia animalesca e la sua ragione presero a fare a pugni. Sara si rialzò di colpo accaldata, tremante, stordita. Con la testa che le girava, si sollevò frettolosamente il vestito e lo arrotolò in vita, facendo tuttavia attenzione a non rovinarlo; nel frattempo, muovendo un po' le gambe ed aiutandosi con un piede, fece cadere a terra le mutandine. "Solo un po' lì, lo voglio sentire solo un po' lì" pensò per mettere a tacere la sua coscienza. Quindi, appoggiandosi con le spalle al muro, si mise a cavalcioni del cazzo e lo strinse con le cosce. Questo era così lungo che sbucava dalle gambe con tutta la cappella. Sara, sorridendo, immaginò di essere un uomo: serrò il glande con la mano e finse di masturbarsi. Non poté fare a meno di pensare quanto strane e piacevoli fossero la complicità e l'intimità createsi tra lei e quello sconosciuto; anzi, tra lei e quel cazzo! Nuovamente al culmine dell'eccitazione, Sara prese a strusciarsi su di esso tenendo le gambe leggermente chiuse. Il membro divaricava le sue grandi labbra e strusciava contro il clitoride; gli umori della vagina lo facevano scorrere a meraviglia. Sara, per apprezzare meglio la sensazione, si chinò in avanti appoggiandosi con le braccia alla parete opposta. "Ecco, voglio venire così! Mi basta solo così!" Si disse mentendo. Successivamente, allontanandosi un po' dalla parete, cercò in tutti i modi di sentire il glande premerle sull'imbocco. Vi indugiò più volte, spingendo dolcemente quando lo sentiva puntare. Improvvisamente la cappella trovò bene l'ingresso della vagina e vi entrò per un piccolissimo tratto. Sarà si bloccò all'istante: se in quel momento avesse spinto di più, il cazzo l'avrebbe penetrata sul serio. Rimase titubante per qualche secondo; poi, vincendo le ultime remore, chiuse gli occhi e spinse col peso del suo corpo. Aveva immaginato che il pene le sarebbe scivolato dentro con facilità, ma le dimensioni erano tali che questo faticava ad entrare, pur essendo lei ottimamente lubrificata. Spazientita, Sara si aiutò con le mani, divaricandosi più che poté e spingendo con tutta la sua forza. All'improvviso il pene sprofondò in lei. Sara si sentì letteralmente spaccare in due. Sentendolo dentro di se, le pareva ancora più grosso; le sembrava di sentirlo arrivare quasi allo stomaco. Rimase per un po' così, immobile, a godersi quella sensazione; poi si rimise diritta, tornando ad aderire con la schiena alla parete. Strinse le gambe il più possibile. La sensazione di riempimento che provava era bellissima. Rimanendo ferma, riportò una mano al clitoride e riprese a masturbarsi. Di nuovo, immagino quel pene esplodere di piacere dentro di lei e rigurgitare fiotti di sperma caldo fino a riempirla. Allora, insoddisfatta del solo movimento della sua mano, si chinò ancora in avanti per potersi muovere su di esso. Cominciò molto lentamente per poi aumentare progressivamente l'escursione man mano che lo sentiva scorrere con più facilità. In breve prese a farlo alla perfezione: alternando i movimenti, si portava in avanti fin quasi a sentirlo scivolare fuori per poi spingere con le braccia fino ad impalarsi completamente: "COSI' BASTARDO! SCOPAMI COSI'!" urlò senza rendersi conto che stava facendo tutto da sola. L'orgasmo era vicino, ma Sara non voleva che quel gioco finisse troppo in fretta. Ormai ci stava prendendo gusto. La situazione era sconvolgente: scopare con uno sconosciuto in quel modo assurdo! Mai avrebbe immaginato di poter cadere tanto in basso; ed era proprio quel pensiero la causa della sensazione di ebbrezza che provava. Ma, al pari di una droga, ora ne voleva di più. Voleva provare tutto ciò in maniera ancora più forte e più violenta, voleva sentirsi ancora più sporca, più troia. Ansimante, si sfilò dal pene rialzandosi di scatto e si voltò a guardarlo: reso lucido dai propri umori, le pareva, se possibile, ancora più gigantesco. "No! Non posso farlo! Non entrerà mai!" pensò spaventata ma ormai decisa a sodomizzarsi. Infatti, sebbene avesse già praticato quel tipo di rapporto con suo marito, si rendeva perfettamente conto che, date le dimensioni in questione, la cosa presentava notevoli difficoltà. Tutto questo comunque sortì solo l'effetto di eccitarla ancora di più. Portò più volte la mano alla vagina e poi all'ano per inumidire la parte. Vi aggiunse anche molta saliva, quindi provò ad infilarvi un dito. Vi riuscì con facilità. Provò allora con due. Infine, impaziente, decise che avrebbe verificato direttamente con il pene se quanto si era proposta era possibile. Afferrò i glutei con entrambe le mani e li divaricò; quindi cercò il glande con l'ano. Quando le sembrò di essere in posizione, provò a spingere. Le pareva che il cazzo premesse uniformemente su tutta la zona e non solo sullo sfintere. Effettivamente era così. Provò allora ad aiutarsi con una mano. Si bagnò nuovamente con molta saliva. Sentiva che il pene stava forzando nel punto giusto, ma si rese anche conto che sarebbe stato necessario spingere con molta più forza ed inevitabilmente con dolore. Lo fece. Per fortuna il pene non aveva perso nulla della sua consistenza iniziale. Esultante, Sara sentì il glande entrare leggermente in lei. In realtà la sensazione era molto fastidiosa, quasi al limite del dolore, ma Sara era ormai decisa ad andare fino in fondo. Cercando di non vanificare il risultato fin lì ottenuto, raccolse lentamente con le dita un altro po' di saliva e bagnò da sopra l'ultima parte del glande e la corona, che erano in procinto di entrare. Con ottimismo, inumidì anche buona parte dell'asta. Spinse con forza. Questa volta la cappella entrò completamente. Sara sentì il male e si immobilizzò. Era più che sufficiente. Sentire la parte finale del retto così dilatata era una sensazione fastidiosissima e rischiava di far scemare la sua eccitazione. Sara si chinò molto lentamente in avanti e si appoggiò con un braccio teso alla parete di fronte. Con l'altra mano tornò a masturbarsi. Fu stupita di scoprirsi ancora più eccitata. Clitoride e piccole labbra erano turgidissimi. In breve Sara si riportò vicina all'orgasmo. Provò a muoversi lentamente sul pene, facendo attenzione a non riacutizzare la sensazione di fastidio a cui si era ormai abituata. Guadagnò addirittura qualche centimetro. Si sentiva letteralmente sventrare e la cosa le piaceva alla follia. Sara sentì l'orgasmo arrivare. Questa volta non si oppose. Si appoggiò con entrambe le braccia alla parete opposta ed in preda a scossoni violenti si spinse all'indietro impalandosi ancora di più: "Vieni! Ti prego! Vieni!" implorò gemendo, nell'apice del godimento. Ma l'uomo non venne. Scemato l'orgasmo, Sara provò a sfilarsi il pene lentamente e con delicatezza. Il fastidio, non più coperto dal piacere, era adesso molto forte. Dopo esservi finalmente riuscita, si voltò verso il cazzo per osservarlo: si sentiva appagata fisicamente ma non psicologicamente. Allora si inginocchiò di nuovo ed afferratolo con entrambe le mani prese a massaggiarlo freneticamente con ritmo e forza: "VIENI BASTARDO! VIENI!" Urlò allo sconosciuto dura ed incattivita. Appagato, quasi si rendesse conto che la donna non poteva concedersi a lui più di quanto avesse già fatto, il cazzo l'accontentò. Due lunghi fiotti caldi colpirono Sara con violenza sul viso e sul vestito. Poi lo sperma continuò a colare, più lentamente ma sempre abbondante, lungo l'asta e, ricoprendole, sulle mani che ancora si muovevano spasmodiche per cercare di strizzare quel cazzo il più possibile. Appena finì di eiaculare, l'uomo ritrasse il pene senza neanche aspettare che questo cominciasse a perdere volume. Sara lo sentì scivolare via dalle dita ancora serrate. Poi, come intontita, rimase immobile ad osservare il foro che veniva richiuso. Sentì ancora qualche rumore. Infine fu silenzio. Sara rimase per un po' a fissare le sue mani lorde di sperma colante. L'odore era pungente. Ripresasi un poco e cercando di non pensare a quello che era successo, strappò dei pezzi di carta igienica per cercare di pulirsi in fretta le mani, il viso e soprattutto il vestito. Per farlo meglio doveva però uscire ed usare il lavandino. Allora si ricompose: recuperò le mutandine, le infilò e si riassettò il vestito. Mise mano al gancetto della porta ma qui si bloccò. Improvvisamente non ebbe più il coraggio di uscire. Rimase per molto tempo a pensare a delle scuse. Pensò che avrebbe facilmente fatto credere al marito di essersi sentita male. Più difficile sarebbe stato evitare il giorno dopo lo sguardo indagatore dell'amica. Impossibile invece convincere se stessa che ad uscire da quella toilette fosse ancora la stessa persona. by Des

domenica 6 giugno 2010

La saponetta


Sono sola in casa. Stanca dopo una giornata di lavoro. Ho bisogno di rilassarmi.
E’ proprio il caso di fare un bel bagno.
Preparo tutto il necessario per rendere accogliente l’ambiente.
Un bel tappeto peloso ai piedi della vasca. L’accappatoio poggiato vicino, pronto per essere infilato quando esco.
La radiolina sul muretto dove accesa a volume basso crea un minimo di vivacità.
Spargo i miei sali profumati nella vasca.
Apro l’acqua calda.
Prima esce tiepida e poi accompagnata da una nuvola di vapore. Lo specchio si appanna e la mia piccola figura appare sfocata.
Inizio a spogliarmi. Di fronte allo specchio.
Prima i calzini bianchi e corti. Sono ancora bambina per certe cose. Poi i jeans sdruciti. Vecchissimi.
La maglietta colorata. Mi volto e mi rimiro nello specchio. Si sono io.
Il mio viso è accaldato dalla temperatura che man mano sale nel bagno. Due pomelli rosati appaiono sulla mia pelle ambrata.
Tolgo gli ultimi pezzi, reggiseno e mutandine.
Mi riguardo nello specchio e mi osservo. Il mio esile corpo fa capolino tra le nuvole di vapore. Le spalle sono tonde ed abbronzate. I miei piccoli seni si ergono come pesche mature. La pancia è anch’essa abbronzata.
Mi piaccio. Non sono niente di particolare ma l’insieme dei dettagli mi attrae. Un ciuffo di pelo nero e riccio fa capolino alla base dello specchio.
Chiudo l’acqua calda ed apro la fredda per portarla ad una temperatura gradevole.
Vi scivolo dentro. Prima il piede destro poi sinistro.
Poi piego le cosce e l’acqua mi arriva ai glutei.
Piacevole.
Mi siedo e allungo le gambe, ora l’acqua mi arriva fino alla vita.
Mi stendo e sono completamente immersa.
E’ veramente bello fare il bagno, l’acqua calda, il leggero sentore dei sali che inonda la stanza, il sottofondo musicale.
Prendo la mia saponetta preferita, un grosso blocco di sapone di Marsiglia.
Simile a quello con cui le nostre mamme facevano il bucato.
Provo ad insaponarmi le mani ma un po’ le dimensioni della saponetta ed un po’ le mie mani tremanti lo fanno cadere.
Si appoggia pesantemente tra i seni. Sono bagnati ed il sapone scivola.
Giù sullo sterno, sulla pancia piatta dove qualche addominale fa una timida presenza.
Continua a scivolare sulla pelle umida.
La sensazione di piacere è mescolata ai brividi che partono ad ogni minimo movimento del sapone freddo a contatto con il mio corpo. Chiudo gli occhi.
Si ferma. Sul pube. Sì proprio lì.
Ho la piena consapevolezza della sua presenza, la sento su di me.
Per un istante il mio cervello sostituisce il sapone con un altro oggetto di desiderio: te.
Vorrei che al posto del sapone ci fossi tu.
Sdraiato sopra di me. Con tutto il tuo corpo. Ti desidero. Vorrei averti qui.
Vorrei fare l’amore con te. Vorrei le tue mani al posto del sapone.
Le tue desiderate mani che conoscono a menadito la mappa del tesoro del mio corpo.
Che mi esplorano, che m’innalzano, che mi regalano il piacere.
Riapro gli occhi.
Il sapone è ancora lì.
L’acqua si è un po’ freddata.
Riapro l’acqua e termino di lavarmi.

By Cris 

Il risveglio


Mi sveglio con una meravigliosa sensazione di pace, non ricordo il sogno è stato comunque bello ( o è perché ieri sera abbiamo fatto l’amore?).
Vagamente, poi più chiaro , i colombi che tubano sulle torri della città vecchia arrivano alle mie orecchie, insieme al picchiettare della pioggia. Come piove bene sui tetti, mentre noi siamo qua nella nostra mansarda! Mi sento in un nido caldo e sicuro, cerco di non svegliarmi, di rimanere a questo livello di consapevolezza in cui tutto è possibile, in questa terra di confine tra sogno e realtà dove il tempo si ferma. Brividi piacevoli partono dalla nuca e si propagano giù per la schiena, mentre mi rintano sotto le coperte.
Piano piano mi rendo conto di chi sono e della tua presenza: sei lì , accanto a me e stai ancora dormendo. Prima mi arriva il tuo odore ed il tuo calore, poi mi giro verso di te e vedo il tuo profilo alla luce debole del mattino grigio; non riesco a vederti, il tuo corpo abbronzato è una macchia di colore tra le lenzuola bianche.
Cerco allora di ricordarti e ti ricordo bella, bellissima nei tuoi jeans scoloriti, nel tuo sorriso, nella tua pena, nel tuo dolore, nel tuo costume da bagno, nel tuo vestito bianco, nella tua gioia, quando esci bagnata dall’acqua, quando il tuo viso si bagna di pianto, quando lavori davanti al PC, quando mi prendi per il culo, quando ti arrabbi…
Adesso sei sdraiata a pancia in giù e non voglio svegliarti, ma non posso fare a meno di toccarti. Inizio ad accarezzarti la schiena proprio in mezzo; cerco di essere leggero e sensibile come i brividi della pioggia che ormai abitano nella mia schiena. Le mie dita vagano a lungo sui nodelli delle vertebre, sui capelli della nuca, sul tuo cespuglio finchè percepisco un movimento sinuoso della tua schiena, una flessuosa approvazione da gatta. Allora mi faccio più ardito e scendo a baciarti sulle spalle e sulla nuca.
Ti giri e mi offri la tua bocca indolente ed impastata di sonno. Il tuo bacio è lungo e profondo, la lingua esigente e ponderosa; mi sento superbamente violato.
Poi ti volti ancora di là… Capisco che vuoi goderti questo limbo di sensazioni e allora mi piego su un fianco e mi appoggio a te lentamente, il contatto del mio corpo caldo con il tuo è bellissimo, come la mia eccitazione contro i tuoi glutei.
Voglio baciare anche la tua seconda bocca, la mia lingua è dentro di te e ti esplora a lungo, il tuo sapore è acre e dolce.. Il tuo bacino è avido delle mie carezze, lo vedo da come si piega all’indietro a cercarmi ed io cerco di rispondergli, percorrendolo dappertutto in modo sempre più irregolare, dentro e fuori, all’interno delle cosce e sul solco tra i glutei.Torno su sulla schiena e ti bacio e ti succhio sul collo e sulle orecchie, ancora ti giri verso di me ed i nostri corpi si intrecciano, questa volta il tuo bacio è calore e passione, la tua lingua saetta dentro di me…Torno sdraiato di schiena e ti trascino su di me, le tue gambe mi avvolgono, sento il calore umido della tua vulva contro il mio sesso.Fuori la pioggia batte implacabile; adesso sono tutto dentro di te, e tu sei sopra di me, piccola ed immensa. I nostri corpi conoscono alla perfezione questa danza che sempre si rinnova.Ricordo le prime volte che stavamo insieme; la mia attenzione eccessiva nei tuoi confronti, alle tue esigenze ed alle tue frustrazioni di donna, come avevo paura di ferirti, di urtare la tua sensibilità; ero talmente concentrato su di te che non riuscivo quasi a raggiungere il mio piacere. Adesso invece so che sei donna e femmina e che posso cercare il mio orgasmo senza freni e senza altruismo eccessivo; lo cerco e faccio a gara con lui, è sempre lì vicino, mi diverto a farmi quasi raggiungere ed allontanarlo per poi sentirlo ancora vicino.Voglio il tuo odore, il tuo sapore! Cerco con la lingua il tuo collo, la tua bocca, succhio i tuoi seni, mi affondo tra le tue ascelle e ne aspiro il profumo, mentre stringo i tuoi glutei. Finalmente il mio cervello inizia a spengersi in te : non c’è più niente, non c’è più la pioggia, non il tempo, non questo letto e questa stanza, non c’è più pensiero ma la consapevolezza di questo momento, ci sono solo io dentro di te e tu dentro di me; il nostro orgasmo arriva con un grido e con una lunga serie di contrazioni, alle quali non posso e non voglio resistere.
Dopo l’amore ti abbandoni ancora su di me, ti tengo così ancora per un po’ e poi scivoli al mio fianco; i brividi della pioggia si confondono con quelli della tua mano che gioca sul mio petto. 


By Des 

sabato 5 giugno 2010

Dedicato a Luna

Tratto da"EVA LUNA RACCONTA",e come Sheherazade...."il Re ordinò al suo Visir,che ogni notte gli portasse una vergine,e quando la notte era trascorsa,dava ordine che la uccidessero.Così fece per tre anni e in città non v'era più alcuna donzella che potesse servire per gli assalti di quel cavalcatore.Ma il visir aveva una figlia di grande bellezza chiamata Sheherazade...che era molto eloquente ed era un piacere ascoltarla....."


Ti toglievi la fascia dalla vita,ti strappavi i sandali,gettavi in un angolo l'ampia gonna,era di cotone,mi sembra e scioglievi il nodo che ti stringeva i capelli in una coda.Avevi la pelle d'oca e ridevi.Eravamo talmente vicini che non potevamo vederci,assorti entrambi in quel rito urgente,avvolti nel calore e nell'odore che emanavamo insieme.Mi aprivo il passo per le tue vie,le mie mani sulla tua vita,protesa,e le tue impazienti.Sfuggivi,mi percorrevi,mi scalavi,mi avvolgevi con le tue gambe invincibili,mi dicevi 1000 volte vieni con le labbra sulle mie.Nell'attimo estremo avevamo un bagliore di completa solitudine,ciascuno perduto nel proprio abisso rovente,ma subito risorgevamo al di là del fuoco per scoprirci abbracciati nel disordine dei guanciali,sotto al zanzariera bianca.Ti scostavo i capelli per guardarti negli occhi.Talvolta sedevi accanto a me,con le gambe raccolte e il tuo scialle di seta sulla spalla,nel silenzio della notte che iniziava appena.così ti ricordo in quiete.Tu pensi per parole,per te il linguaggio è un filo inesauribile che tessi come se la vita si facesse narrandola.Io penso per immagini congelate in una foto.Ma non impressa su una lastra,piuttosto come disegnata a penna,è un ricordo minuzioso e paerfetto,dai volumi morbidi e dai colori caldi rinascimentali,come un'intenzionecolta su una carta porosa o su tela.E'un momento profetico,è tutta la nostra esistenza,tutto il vissuto e il da vivere,tutti tempi simultanei,senza inizio nè fine.Da una certa distanza guardo quel disegno,in cui ci sono anch'io.Sono spettatore e protagonista,sono nella penombra,velato dalla foschia di un tendaggio trasparente.So che sono io,ma sono anche questo stesso che osserva dall'esterno.Conosco ciò che sente l'uomo dipinto su quel letto disfatto,in una stanza dalle travi scure e dal soffitto di cattedrale,dove la scena appare come il frammento di un'antica cerimonia.Sono lì con te e anche qui da solo,in un altro tempo della coscienza.Nel quadro la coppia riposa dopo aver fatto l'amore,la pelle di entrambi luccica,umida.L'uomo ha gli occhi chiusi,una mano sul petto e l'altra sulla coscia di lei,in un'intima complicità.Per me questa visione,è ricorrente,e immutabile,nulla cambia,è sempre lo stesso sorriso placido dell'uomo,lo stesso languore della donna,le stesse pieghe delle lenzuola,e gli stessi angoli buii della stanza,sempre la luce della lampada sfiora i seni e gli zigomi di lei,con la stessa angolatura e sempre lo stesso scialle di seta e i capelli scuri cadono con identica delicatezza.Ogni volta che penso a te ti vedo così ,ci vedo così,fissati per sempre su quella tela,invulnerabili alla corrosione della cattiva memoria.Posso divagarmi a lungo su quella scena,fino a sentire che entro nello spazio del quadro e non sono più colui che osserva,ma l'uomo che giace accanto a quella donna.Allora si spezza la simmetrica quiete del dipinto e sento le nostre voci vicinissime:Raccontami una storia " ti dico "Che storia vuoi?" "Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno" Rolf Carlè

Ti sento

Dedicato a te ...che storia vuoi?.prova a chiedermela una storia... me l'hai chiesta?? Questa è mia,per te...


Ti sento...so che stai arrivando anche se non ti eri preannunciato anche se non è il tuo solito orario,ti sento ,una vibrazione chiara come una folata di vento ed i soliti segnali,piccole cose che solo io riesco a percepire e che mi parlano di te del tuo pensiero che sta arrivando della tua presenza nell'aria...E non mentono,sento i tuoi passi sul selciato,la porta che si apre e chiude ed il tuo profumo come un'ondata intensa calda selvatica che arriva alle narici,forte,parlandomi di te,sai d'aria fresca sei aria fresca che porti nei tuoi capelli e nel tuo sguardo libero,non serve che mi volti per vederti ,ti vedo chiaramente col mio corpo coi miei sensi e sento il tuo sorriso caldo avvolgermi stringermi e percorrermi tutta denudandomi.Mi piace come ti sento dolce uomo,mi piace quel che succede in me al solo pensarti...brividi caldi di piacere mi solleticano tutta e qualcosa di umorale che scende preparandomi a te al tuo passo...mi abbracci da dietro rovesciandomi la testa in avanti scostandomi i capelli per baciarmi il collo,sento il tuo corpo attaccarsi al mio come una seconda pelle,sento tutto di te dei tuoi muscoli tesi,delle tue forti braccia delle tue gambe su cui io mi struscio e ancheggio accarezzandoti col fondoschiena il tuo ventre,il tuo c...sento il tuo calore farsi intenso sei di fuoco,sei bollente e mi sollevi il vestito a fiorellini piccoli di cotonina leggera e sei già con la tua bella mano sotto le mutandine,vuoi sentire le mie mele,così mi sussurri mordicchiandomi l'orecchio ed io in un lago di piacere agevolo i tuoi movimenti,mi piace sentire la tua mano sulla mia pelle morbida e liscia,ci avviciniamo al tavolo da cucina,ingombro di verdure da pulire e in un sol gesto fai pulizia di tutto,mi appoggi lì sopra e slacciandoti velocemente con terribile urgenza i pantaloni,mi penetri,con un gemito quasi un urlo rabbioso.Si mio uomo ti sento e ti voglio da sempre anche così nell'istantaneità  dell'attimo,nell'urgenza di un rito da placare ,niente discorsi o parole,parlano per noi i corpi,si saziano si abbeverano,si cibano di tutto interamnete di noi e nell'anima scendere una dolcezza infinita come un roseo tramonto che placa i ritmi del giorno sul far della sera,sei vigoroso,energico in tutta la tua potenzialità di maschio ed io femmina calda profumata profumarmi di te,e nell'attimo girarmi e volerti in bocca volerti bere tutto fino all'ultima goccia,per poterti guardare in volto,che volto formidabile,che volto ha l'uomo amato mio. Ha un volto che si ridipinge con le mani,che si ridipinge con la lingua che si ridipinge nitido marchiato negli occhi in fondo al cuore,indelebile,e per questo uomo,non esistono stanchezze,non esistono dolori,pesantezze e storture d'un giorno faticoso,esiste solo un puro piacere di sentirlo completamente interamente dentro me,mio,mentre si muove con fare selvatico,selvaggio e poi allo stremo con un sorriso appagato crollare su me..ed io sentire questo peso come il + dolce dei pesi,accarezzandolo all'infinito paga e riconoscente d'essere stata viva terribilmente viva accesa nelle sua braccia..adorabile uomo mio selvatico impulsivo e vivo come un bel puledro scalpitante cavalcato a pelo senza sella,sorrido perchè mi definisci uguale,una puledra a cui ancora non hanno messo il morso,ed è vero com'è vero che nemmeno tu me lo vuoi mettere,perchè ti piace cavalcarmi così un po' ribelle indomita....recupero le mie cose e finalmente mi immergo nei tuoi occhi,con domande a cui i tuoi hanno già risposto con un sorriso e saliamo le scale insieme ed insieme ci standiamo nel letto...ti spoglio lentamente togliendoti quel che nella fretta dell'immediato ti è rimasto addosso e dopo una lunga carezza sulla tua schiena,vado ad aprire l'acqua nella vasca...la senti scorrere e un po' t'addormenti....sonnecchi lievemente al rumore lieve dei miei passi e del mio fare usuale ,che ti rassicura,ti piace sentirmi ad occhi chiusi in quel dolce stato di grazia,gironzolare attorno a te nella stanza,sai già che ci saranno altri piatti per il tuo pranzo di uomo famelico,ti stai solo stiracchindo dopo un'aperitivo piacevole.Senti un fil di musica nell'aria,senti un profumo lieve di incensi,senti le persiane abbassarsi creando una confortevole penombra senti cubetti di ghiaccio tintinnare in un secchiello,sorridi perchè hai capito che mi sto ingegnando in qualcosa di nuovo...sai che amo giocare e ti diverti ad assecondarmi..come fai con un  cucciolo...senti profumi di frutta conosciuta...melone..mmm con questo caldo proprio invitante...senti lo stappare di una bottiglia e il frizzare delle bollicine,perchè la coppa ora è vicina al tuo orecchio,ti rigiri,prendi il bicchiere e...che idea,vedo un guizzo nei tuoi occhi,ho capito che anche tu vuoi giocare,indosso ora solo la sottoveste di seta,e scalza cammino intorno al letto,depositi il bicchiere per terra,mi sollevi e mi stendi sul letto,infili tutti i cuscini sotto me  e...vuoi bere da un altro calice,lo versi lentamente e pronto con la bocca e con la lingua asciughi quel che fuoriesce,"cin cin"...rido divertita e già nuovamente accaldata...vuoi giocare,ti accontento,con questo ottimo vino si deve mangiare servendoti in maniera elegante anche una fetta gelata di melone...lo faccio velocemente senza che tu te ne accorga infilandomela dove prima eri tu ed ora mi offro a te"Vuoi mangiare il melone prima che si riscaldi troppo?"e senza farti pregare sei nuovamente su me,ti piace il melone e servito con questa bevanda...mmm che buono,mi stai eccitando terribilmente mi stai sfregando col melone in un movimento lento,ti stai divertendo a succhiarmelo e respingerlo dentro ancora un po'...una dolce estenuante sofferenza...ne voglio un pezzo anch'io dalle tue labbra,che gusto particolare,sa di me di vinello e di melone,mix fantastico.Continui con altre fette di melone e poi sazio di quello ma non di me vai a ripulire quelle tracce rimaste in me,sento la tua calda lingua penetrarmi,la sento giocare succhiandomi le labbra e poi titillare e giocare su un punto fisso che mi fa impazzire sei un mestro nell'arte della lingua...quando si dice proprietà di linguaggio!!!ed io ti voglio ora sentire a modo mio,ti rovescio sulla schiena e passo e ripasso sulle tue coscie strusciandomi forte,lasciandoti evidenti tracce dei miei umori,mi piace sentirti anche così, la tua coscia tra le mie sfregandomi e poi ripassarti solleticandoti la schiena come tu fai con la tua barba,ed ora siamo pronti ambedue per la vasca da bagno....è abbastanza larga da contenerci entrambi e viso a viso ci infiliamo,incastrandoci come un magnifico puzzle.Sono sopra di te e ti abbraccio e ti risciacquo lentamente la schiena,mentre tu mi lecchi giocando e succhiando i capezzoli evidenti,sai che con questo otterrai dei movimenti bassi stretti stretti intorno a te e continui perchè ti piace sentirmi così contratta su te,in un dolce massaggio al tuo membro,al tuo tronco(*)stupendo....ma nella vasca tutto si attenua ed i movimenti lenti rallentano tutto ,ma non c'è fretta ora ,c'è solo voglia di sentire e farsi sentire,di godere insieme dei nostri sincroni movimenti dei nostri corpi...e mi sollevi e mi appendi alla doccia,e così in piedi mi rifai scivolare su te,siamo in una posizione pericolosissima per la stabilità...ma tu ora sei infuocato,sei il mio bel stallone e mi sbatti addosso al muro,ma non mi fai male,troppo il piacere di riaverti dentro fantasticamente dentro in questo ritmo veloce....e l'onda sta quasi arrivando....ma mi stacco da te,non voglio concludere qui,esco nuovamente in camera e davanti allo specchio mi siedo sopra te voglio vederti dappertutto e bene,voglio vederti e sentirti.....belle le tonalità dei nostri corpi che si fondono,belli nei movimenti ritmici.....ora rallentati i miei,,nel sentire la tua pulsione arrivare e gemere ed urlare di un profondo gutturale piacere.....incollati in un bacio con respiro nel respiro accaldati ma incollati e attorcigliati in questo languidissimo intenso bacio.....Ci stendiamo nuovamente sul letto e......dopo averti coccolato ed accarezzato a lungo prendo le rose che nel vaso si stanno aprendo,le sfoglio e con le mani piene di petali in piedi sopra te sul letto lentamente te li faccio cadere sussurrandoti"piovessero sempre e solo petali per te mio dolce cuore...petali per te a...."

Io e la mia ombra

Esco dalla doccia velocemente..guardo l'orologio ...acc. è veramente tardi,molto tardi devo fare + in fretta ho un'appuntamento con lui il grande luminare oggi alle 9.45 e sono ancora così nuda! Mi infilo l'accappatoio salmone e mi strofino ben bene,lo tolgo e poi mi guardo allo specchio che davanti me ,riflette l 'immagine per intero,e nonostante tutto mi soffermo,mi piace quel che vedo ed inizio lentamente a spalmarmi una crema idratante corpo,per mantenere la mia pelle vellutata come sempre.Piedino caviglia,su su fino alla coscia in un lento movimento energico dall'esterno all'interno..e mi solletica qualcosa sulla mano...mi piazzo davanti lo specchio divaricando le gambe e con una mano mi tocco,mi voglio guardare... e...inaspettata un colpo di lingua maestralmente dato...ma che cosa succede?non c'è nessuno qui,sono sola...che strane cose fa evocare la mente immersa nel desiderio fugace...mi ricompongo e ...lo risento forte e chiaro,non in una passata sola,sento la stessa lingua passare e ripassare, 2 labbra che mi succhiano..ho le mani bagnate,ma non sono le mie secrezioni ma è saliva quella che sento accompagnata da una bella lingua che ora mi passa e ripassa il gluteo nel mezzo,la schiena,sorrido e continuo nel mio razionale o quel che resta ,intontita da questi brividi,continuo a ripetere che non c'è nessuno,sarà il mio ES,la mia parte di me sdoppiata che si manifesta...E per la brevità di un'istante mi concedo di abbandonarmi  a questa lingua che mi percorre confezionandomi un bel completino intimo,a queste labbra avide e dolcissime,struggenti che mi vogliono..sento anche ..impossibile,un solletichio di barba e capelli .sento il suo profumo maschio...mi risveglio e rimessa a posto la crema sulla  mensolina,inizio con il trucco...ma un caldo respiro sul collo mi fa ancora inquietare...lo sento come sento qualcosa di magicamente compatto solido infilarsi da dietro e farsi strada...mi rigiro e con un leggero batticuore mi guardo intorno...No non c'è nessuno...e quel che sento cos'è???è la mia voglia di lui che straripa gli argini della mente e dell' emotività dove l'ho relegata per bene e si fa sentire si materializza ,prende corpo animandosi da sola???no ok mi definiscono una strega,ma questo non lo so fare,non mi è mai capitato e la mia mente il mio razionale fa a botte con l'evidenza cacciando da dove è venuto questo strano torpore...illanguidimento di me.Proseguo arcigna il sapiente lieve trucco,ma non è  possibile,nonostante l'orologio segni sempre la stessa ora,mi sembra trascorra qui un tempo di brividi veloce,velocissimo. Allora decido di vestirmi,forse sarà quella lieve brezza che entra dalla porta finestra socchiusa che mi procura questi tremiti,ahh il vento come lo amo...apro la cassettiera con l'intimo nero,sotto la camicetta di seta cruda che ho deciso d'indossare,il nero per contrasto dovrebbe stare bene,non ho voglia di biancheria tono su tono,oggi contrasti...ecco il reggiseno,quello a balconcino di pizzo lieve,e...mi è caduto..lo raccolgo ma il tocco di una mano sul culo mi fa raddrizzare all'istante,mentre il pezzo vola oltre la portafinestra..ma che cavoli...chi si sta burlando di me?"Non ti serve,guardati come sono belli così in erezione,perchè li vuoi tenere prigionieri in un gabbietta di tulle?lasciali liberi di esprimersi edi strofinarsi sulla tua camicetta semiaperta...lo struscio sicuro ti procurerà quel che sento qua sotto ora..ahahah" e sul collo dietro me questa voce si zittisce,calda voce di maschio che sento ora con una mano nella parte + calda di me...fff che caldo sono grondante come appena uscita dalla doccia,mi arrendo ai miei pensieri o a questa Ombra che stamani mi  fa impazzire di desiderio.Ridendo di me  e di quel che sto per fare ,aprendo il cassetto successivo dico all'aria"ok giochiamo come vuoi tu,sceglimi il pezzo sotto allora"sento una mano passare con una carezza sul mio pelo,e vedo un perizoma nero oro poggiarsi a me coprendomi..poi scivola a terra e sento una gamba alzarsi,poi l'altra e poi su fino ad indossarlo...mi sta vestendo..la mia idea,la mia voglia,quel che è ,ora mi sta vestendo,vedo l'anta dell'armadio aprirsi la camicetta da me scelta sfilarsi dalla gruccia ed infilarsi prima una manica poi giro e poi l'altra ed i bottoncini allacciarsi dal basso verso l'alto..a metà fermarsi...sento una mano lieve pizzicarmi"AHI" "ma dai che li solletico un po' altrimenti non vedo come ti sta con gli altri bottoni" ed una risata bassa profonda dietro me. Ridendo porgo allo spazio intorno anche le autoreggenti,ma non le vuole,vuole il reggicalze con calze di seta dal bordo liscio perchè già troppo pizzo sul perizoma.Mi si formula un pensiero " se sapesse che devo andare da un uomo fantastico, chissà se mi vestirebbe così" mi arriva la pronta risposta con una mano a sollevarmi proprio da lì ,dal mio centro tra le gambe e un caldo abbraccio davanti a me dirmi "piccolina ci sarò anch'io" NOOO non è possibile,scappo dalla mia camera allacciandomi a stento la gonna portafoglio in vita ed infilandomi la giacca cerco nella scarpiera le mie ballerine preferite...un tacco mi colpisce il braccio..e vedo le scarpe di vitellino morbide dal tacco altissimo con laccetti alla caviglia starsene lì in attesa.Ok non ho + tempo le indosso.Di corsa la borsetta,il cappotto  avvolgente di cashimire,e le chiavi dell'auto,trafelata a rotta di collo giù per le scale,saluto al portiere e via nella mia automobilina,accensione e ...un pensiero fastidioso,mi mancano 2 cose,cavoli andrà tutto x il verso sbagliato,senza profumo e senza rossetto,al primo semaforo rovisto in borsetta e il rossetto è rimediato e per il profumo?? Pfft...pftt sento il vaporizzatore ed il mio profumo manifestarsi all'olfatto...ma da dove arriva il mio amato profumo??? Ok non mi chiedo + nulla se non avere fretta ed essere puntuale,sarebbe un vero insulto arrivare tardi ad un appuntamento strappato a stento a questo grande signore del foro.Ho bisogno assoluto di questa consulenza e dell'aiuto che mi potrà dare questo signore rampante della borghesia...ho avuto davvero una gran fortuna a riuscire ad arrivare a lui e .. Oh...Sento una mano sempre la stessa sulla coscia,la sento in una lunga carezza nei miei capelli e sento che si raccolgono e avvolgono in una crocchia bassa,poi una forcina,2 forcine,me li ritocco e sento che sono messi ad arte,mah.. Poi un paio di occhiali squadrati dal fusto di celluloide nero,sottili,sono quelli da riposo che tengo nel cruscotto,non non voglio nascondere i miei occhi,sono la cosa migliore che ho,nooo,e con un gesto risoluto me li tolgo e li faccio volare sul sedile dietro.Ma rieccoli sul mio naso e lo stesso respiro caldo sul collo e sull'orecchio dirmi " Sciocca guardati come sei + sexy così, a spogliarti fai sempre in tempo...Non ti preoccupare..Ti aiuto io.." nuova risata bassa e sommessa. Posteggio,scendo sbattendo la portiera con rabbia,mi sto innervosendo ,a questo appuntamento non voglio nessun pubblico. Ho troppa paura già da sola,non posso pensare di sostenere quella di altri. Mi avvio all'ascensore e per fortuna arriva prontamente,chiuse le porte sono sola e mi posso dare l'ultima controllata allo specchio...si è tutto a posto,occhiali,capelli raccolti bassi,una ciocca che scivola casualmente infilandosi nelle mie labbra rosse carnose,il cappottone avvolgente in cui mi perdo che mi da l'aria di uno scricciolino,tacchi vertiginosi e camminata elegante. Proviamo. Sento sfiorare lievemete le mie guance da un bacio a fior di labbra e la solita barba morbida solleticarmi,"ci sono". Entro nell'anticamera dell'ufficio di questo signorotto, tessuti di broccato e velluti pesanti qui si sprecano, alle pareti e sui divani, tappeti morbidissimi su legno scurissimo, quadri immensi con lucina per illuminarli e finestroni enormi a tutta parete... All'elegante scrivania una segretaria solerte "desidera" presento il mio bigliettino e l'invito scritto e attendo...sto tremando un po' e sento sulla seta premere quel che non vorrei fosse così evidente...fortuna ho ancora tutto addosso,che scema che son stata ad ascoltare quella voce!! Mi accomodo accavallando le gambe e dondolo un po' il piede,sento una mano rimettermi a posto scivolando verso l'alto le calze..in effetti questo movimento ci voleva,sussurro grazie e la signorina sentendosi interpellata risponde "si figuri,prego,deve aspettare un po' perchè è al telfono,quanto prima sarà da lei,le posso offrire un caffè? come lo vuole?" "Macchiato con 2 cucch di zucchero, grazie" . Anche questa mi legge nel pensiero oggi? Speriamo che lui no. La pesante porta in legno massiccio si apre e Lui bell'uomo brizzolato spalle larghe fisico imponente,lievemente abbronzato con un sorriso mi accoglie nelle suo completo perfetto di sartoria grigio antracite. Non si sentono i mei passi,nè i suoi ,ovattati da questi morbidissimi tappeti turchi molto pregiati..Si siede dietro la sua scrivania,non prima d'avermi fatta accomodare aiutandomi a togliere il cappotto, sento una mano sbottonarmi la giacca,rendendo così evidente la profonda apertura della camicetta.. vedo uno sguardo velocissimo fugace posarsi e volare via subitaneamente,come scottato,una cosa che non si dovrebbe,incrocio di sguardi dietro i nostri occhiali e lui iniziare il suo discorso "Ho letto la sua lettera e per quel che so,secondo i casi avuti e ......." lo ascolto esporre chiaramente il tutto,è veramente bravo e competente, rassicurante, mi annoto mentalmente alcune cose da chiedere e dopo 1 h circa di colloquio, lui si alza e va ad un  carrellino con secchiello di ghiaccio, bevande di vario genere e gentilmente mi offre da bere. Declino gli alcolici e chiedo solo un po' d'acqua,mi copia e viene a porgermi il bicchiere,mentre sento scivolare la gonna a lato aprendosi e scoprendomi gran parte della coscia. Cerco di ricompormi, ma nuovamente sento tirare l'orlo e spuntare anche un filo del bordo ed il gancio del reggicalze... Effetto immediato,colpito e affondato l'uomo rimane col bicchiere in un gesto spezzato.. Troppa la voglia di cogliere quel particolare così altamente eccitante... Decido di alzarmi così per forza di gravità la gonna rientra al suo posto ,ma sento la mia mano alzarsi e con un gesto lento accarezzarmi la crocchia di capelli..mentre l'altra mano accetta il calice ...così facendo anche la camicia si apre mostrando in un'ammiccante complicità quel che libero sta nascosto. Sento un leggero sospiro che non parte dal solito dietro me, ma stupita dal signore che ora ho di fronte, mi sta guardando, si appoggia sedendosi alla scrivania, allunga le gambe riavviandosi i capelli e gli sento dire"certo che lei signorina,nonostante l'apparenza un po' asburgica,deve essere un vulcano bollente,permette?" così dicendo mi sfila gli occhiali...il respiro sussusrra" ci siamo bella mia vai "e vedo la mia mano sciogliere la crocchia di capelli,deve essere un gesto molto sensuale visto l'effetto sortito sul pantalone che sebbene largo mostra l'evidenza,d'una implacabile erezione...altro sospiro e sento qualcuno che mi fa sfilare la giacca da dietro...lotto un po' perchè vorrei mantenerla,non voglio sentirmi nuda sotto questo sguardo, ma tu ti diverti e solleticandomi mi continui a sussurrare... smettila non fare la ritrosa che ti piace sei tra due fuochi,non ne senti l'energia? Certo che la sento anche perchè scambiando il mio gesto di non sfilarmi  la giacca ,per un gesto impacciato, lui mi aiuta avvicinandosi pericolosamente a me, mi solleva i capelli e mi si avvicina al collo perchè vuole sentire il mio profumo ed io sento la tua mano dietro me invece infilarsi nella mai umidità facendomi fare quel gemito previsto...sei un'artista  e sai come rispondo alle tue provocazioni..Il gemito però ha innescato un'altro gesto ed io come faccio a spiegare a costui che gemevo per te e non per il bacio sul collo?? Mi scappa da ridere è assurda e grottesca questa situazione che si è creata,assurda perchè inenarrabile,ma ho deciso ora di assecondarti voglio vedere mia Ombra dove mi porti in questo sapiente gioco e mi lascio andare voluttuosa alle carezze di entrambe le mani,le vostre mani su me percorrono stimolano curiosano,sento la mia guidata dalla tua percorrere il pantalone,aprire la cerniera e ritrovarmi con quello che era evidente in mano,inizio a scorrere lentamente cercando con le unghie di non fare male,ma solo solleticare, stimolare un po', sento la tua percorrermi l'interno della coscia, sento la sua giocare coi miei capezzoli, sento ancora la tua prendermi per i capelli e farmi abbassare, mi apri la bocca e dopo aver avuto un tuo bacio con la tua lingua sinuosa e calda,vuoi che io lo lecchi come un gelato e vuoi che io lo faccia impazzire, mentre tu ,così piegata io , approfitti scostandomi il sottile filo oro per penetrarmi, tanto lui si  sta perdendo via in altri meandri, in altri desideri, ed io ti sento vigoroso muoverti in me enorme voglia che non si placa in poche spinte in pochi gesti,mi continui ad accarezzare la schiena e con la mano  sui capelli mi dai il ritmo per lui...mi rialzo,non voglio che si esaurisca  dentro me,allora tu ti togli e cedi il passo alla mia mano che guida il suo dentro me...sono confusa,sono in uno stato tale di estasi,di leggera follia che eseguo tutto quel che vuoi... mi fai sollevare una gamba e dopo aver lasciato che mi penetri, me la attorcigli intorno a lui, poggiata sulla scrivania, mentre lui scivola piano piano verso me per assecondarmi nei movimenti per sentire il mio bollente calore,ed io sento te che fai strada un po' + dietro sento prima la tua lingua bagnarmi leccarmi e ribagnarmi e poi in un sol colpo penterarmi...vi sento e tu continui a dare i ritmi e tu continui a respirami addosso e sento le tue mani accarezarmi ovunque,ti sento ovunque e non sento + lui sento solo te dappertutto.Mi sento gemere mi sento spasimare quasi urlare mentre lecco accarezzo,succhio non so chi di chi anzi si sempre e solo tu ombra  che si materializza ovunque ed arrivati all'onda sudati avvinghiati ci perdiamo in un abissale volo..sento te che mi stacchi da lui,ora mi vuoi per te, sento il viso coperto di baci, sento la tua lingua piano asciugarmi il sudore che mi imperla la fronte, sento sempre te che lentamente mi ricomponi e mi rivesti con una dolcezza che non ha pari, mi coccoli, mi stringi in un caldo abbraccio mentre l'uomo sconvolto si è infilato nel suo servizio privato scusandosi... affermando che una cosa così non gli era mai capitata.... Dopo poco ricompare e vedo che non ha + indosso il vestito di prima,vedo che si toglie gli occhiali e vedo...no oo non è possibile sei tu sei tu in lui che ora mi sorridi e mi vieni incontro per accogliermi nel tuo abbraccio...devo averti toccato poco in questo amplesso strano devo aver toccato + te dietro me perchè ti sentivo mio conosciuto ed in questa veste in cui ti sei celato mi spaventavi un po'...hai giocato abilmente con me e te o per onor del vero con la mia idea di te ed ora vuoi che io racconti mentre concludi tu la vestizione dove l'Ombra s'era fermata.. vuoi che io ti racconti quel che di te nell'ombra mi piaceva... ed io sorrido sorrido per questo intenso gioco che mi ha fatto vivere incendiandomi... 6 molto bello tu e la tua ombra di te. felice sera e notte di luna piena...stanotte anche i lupi canteranno a me nel cielo...anche i lupi la solitudine.....di anime che si cercano completandosi nell'etere.. nel blu della notte

giovedì 3 giugno 2010

Una giornalista incorruttibile


Elena è una  bella donna sulla quarantina, sposata e madre di due figli. è un mora alta, prosperosa, con un gran sedere sodo. E' consapevole di essere una donna procace e si veste sempre in modo molto femminile, a volte un pò provocante ma mai volgare; al lavoro ( fa la giornalista in un quotidiano , scrive articoli di arte e cultura ) ha fatto arrapare un sacco di colleghi e molti ci hanno provato, ma da quando è sposata non ha mai tradito suo marito. E' al corrente di tutti gli eventi artistici e culturali della sua città e dedica sempre molte energie alla ricerca delle fonti per i suoi scritti. Fu molto contrariata quando il direttore la convocò nel suo ufficio dicendole che doveva scrivere un articolo su quello che sembrava un fenomeno sociale emergente: i club privè. Elena protestò:  perchè proprio lei ? Non c'era qualcuno in redazione più adatto... qualche collega maschio , per esempio ? Il direttore fu inamovibile: Era un pezzo di sicuro richiamo e doveva scriverlo lei , era di sua competenza. L'articolo doveva uscire tra due giorni. Elena era preoccupata: di solito scriveva su spettacoli, concerti, rappresentazioni teatrali, convegni, mostre, e simili. Sempre a tali eventi presenziava lei stessa, ed in seguito scriveva il pezzo; stavolta però avrebbe preferito evitare . Cercò fonti e ispirazione su agenzie di stampa , o direttamente in Rete ma trovò niente o quasi niente.. Era in un grosso dilemma. Avrebbe potuto scrivere un pezzo di fantasia ma questo era contrario alla sua etica professionale, e certamente non sarebbe stata obiettiva : aveva , si rese conto, un sacco di pregiudizi verso quegli ambienti. Alla fine, decise che doveva fare come sempre : andare di persona in uno di questi club. Ce n'era uno vicino, il Divina club, situato in un elegante villa con giardino appena fuori città . Provò a telefonare e fu fortunata, il club di mattina era chiuso ma le fu passato il proprietario, che la invitò a passare dal club la sera stessa. Chiamò anche casa per avvertire dell'uscita era fuori programma, ma preferì rimanere sul generico e disse a suo marito che doveva andare ad una festa mondana.. Era inutile dirgli la verità, lui si sarebbe preoccupato per niente. Il locale apriva tardi, alle undici di sera. Dopo una tranquilla serata in famiglia, andò a prepararsi e si vestì da sera come se andasse in un qualsiasi locale, optando per una sandali eleganti col tacco, e smalto rosso ai piedi,  un semplice vestito nero leggero non troppo scollato con uno scialle , niente calze ( faceva abbastanza caldo ). Si guardò allo specchio prima di uscire e si piacque molto. Al club si qualificò e dopo avere lasciato gli effetti personali al guardaroba, si guardò intorno. Il locale aveva un arredamento sobrio ed elegante ; sembrava più un night club di alto livello che una discoteca per giovani. Giravano cameriere discinte, e una bella ragazza serviva al bar. Elena vi si diresse subito per prendere un drink ; era imbarazzata, si sentiva al centro dell'attenzione e non conosceva nessuno. Mentre sorseggiava il cocktail che le era stato offerto, si guardò intorno: c'erano numerosi uomini soli ed alcune coppie,tutti avevano un'aria rispettabile, riflettè, e finora non aveva ricevuto nè un tentativo di abbordaggio nè le era stato indirizzato un complimento volgare, cose che invece le accadevano di frequente un pò dappertutto. Si sentì chiamare : " La signora Elena  Rossi ? " Le venne incontro un bell'uomo elegante e  distinto in giacca e camicia   che si presentò come Mario, il titolare del club. " Signora, lei è bellissima, sono incantato .. Questo è un piccolo segno della mia ammirazione " disse , porgendole un mazzo di rose rosse. Un diffuso rossore di imbarazzo e di soddisfazione apparve sul volto di Elena: mai si sarebbe aspettata una simile accoglienza. Mario si rivelò un conversatore amabile e leggero; mentre parlavano, Elena notò che l'uomo emanava una forza appena celata dalla gentilezza.
Dopo una piacevolissima mezz'ora di chiacchere che servirono a sciogliere il dialogo, finalmente Elena si ricordò del motivo che l'aveva condotta lì e  pertanto decise di entrare in tema.
" dunque signor Mario... Lei sa perchè sono qua " disse. " Ti va se ci diamo del tu ? A quanto ho capito, tu vuoi scrivere un articolo sui club privè e magari sul Divina Club in particolare " " Certo , Mario. Vedi, devo ammettere che prima di entrare qua avevo dei grossi pregiudizi e mi ero fatto un'idea sbagliata su questi club .. credevo fossero delle specie di bolgie dantesche " disse lei. " E perchè mai ?" fece lui .. sembrava sinceramente meravigliato. " Vedi Elena, io sono convinto che TUTTI abbiamo bisogno di un pò di sano sesso e di trasgressione, e questo è un luogo dove ci si può lasciare andare in tutta sicurezza. Sia i singoli che le coppie che vengono qua sono sottoposti a controlli medici e non c'è pericolo di malattie; inoltre, c'è un servizio d'ordine efficiente che assicura che nessuno possa essere costretto a fare niente se non lo vuole. Quindi, qua si può avere la trasgressione senza rischio! Io mi ritengo un filantropo" disse lui con un sorriso da gioconda stampato sulla faccia. " ha ha ha ha ! " proruppe lei in una risata; il punto di vista di lui l'aveva sinceramente divertita. " accidenti, che spettacolo  Elena ! devo farti ridere più spesso " fece lui, ora incantato dal ballare del suo gran seno.. " Ma dai, non andare fuori del seminato " rispose lei, sorridendo. La serata si stava rivelando molto meno difficile del previsto, anzi .. era spassosa ! L'uomo la stava molto discretamente corteggiando e questo la riempiva di soddisfazione .. Le sembrava di essere ritornata indietro di anni !!! " Dunque , caro Mario , ti dirò che adesso mi sento molto più vicina alle tue posizioni ma non del tutto. Mi spiego meglio: io credo che pur essendo questo un ambiente rispettabile, esso sia comunque frequentato da persone particolari, un pochino deviate .. " " Ma come Elena ? L'amore ed il sesso sono le cose più belle del mondo, sei d'accordo sì o no ? " " Si, ma io lo faccio solo con il mio compagno e sono certa che niente di quel che accade qua stasera potrà sedurmi o anche solo interessarmi .. Io faccio sesso solo con il mio uomo !!! " Lui rispose con modi affabili : " Bene, se credi questo non voglio farti cambiare idea per forza, ma adesso vieni , ti faccio fare un piccolo tour " la portò in giro per il club, che aveva diverse sale, un giardino all'italiana con dei percorsi illuminati in mezzo ai fiori , dove lui le offrì fragole e champagne sotto la luce della luna, e anche una piccola discoteca dove lui le insegnò qualche passo di tango argentino ( forse, anzi senz'altro stringendola un pò troppo, ma senza tentare approcci più pesanti) . Elena stava bene . Ricordando però il motivo della sua visita, si rivolse a Mario dicendo : " Ma.. scusami, io non ho visto quasi niente di particolare .. Dove è che si fanno certe cose qui ... ? " " Di sopra " rispose lui, " Vedi quelle scale ? Conducono alle stanze dove si appartano le coppie ed i singoli " " Ma... davvero, se vado via così non avrò niente da scrivere .. " e lui dopo un attimo di riflessione " OK, una soluzione ce l'ho , la dark room " Elena non aveva idea di cosa lui parlasse. " Beh, una dark room è una stanza buia dove si possono vedere gli incontri sessuali che avvengono nelle altre stanze. Solitamente in una dark room possono esserci diverse persone, ma noi abbiamo anche piccole dark room 'private' ed io ti porterò in una di esse : là sarai sola, potrai vedere ma con la sicurezza che nessuno possa molestarti" Mario prese Elena per mano e la condusse di sopra lasciandola all'ingresso di una piccola stanza tutta tappezzata di moquette nera e la chiuse dentro dicendo : " la stanza posso aprirla dall'esterno solo io con una chiave. Penso che un quarto d'ora sia più che sufficiente;  ad ogni modo  tu quando ne hai abbastanza, mi chiami con questo citofono "  ed uscì chiudendo la porta e lasciandola al buio. Dopo pochissimo lei si rese conto che c'erano quattro aperture circolari di una decina di centimetri di diametro. Ce n'erano due su una parete e due su quella opposta. Su ogni parete le due aperture erano vicine , così che sarebbe stato facile passare da una scena all'altra. Tutte le aperture erano a poco più di un metro da terra, e per guardare dentro ci si doveva inginocchiare; d'altronde, sul pavimento c'era un tappeto molto alto, dove si poteva stare in ginocchio con relativa comodità.
Elena si affrettò al primo foro a destra, era molto curiosa, e vide .. niente ! C'era una stanza vuota in cui campeggiava un grande letto circolare con coperte rosse . nella seconda apertura le si presentò una scena che catturò la sua attenzione e la lasciò senza fiato. Quel che vide fu : c'era un uomo di colore corpulento e poderoso , dotato di un cazzo veramente grande, Elena non aveva termini di paragone per quel cazzo. L'uomo era mollemente reclinato su un letto , ed una donna dall'aria esotica ( forse araba, pensò Elena) lo stava spompinando. la donna era adagiata sul petto dell'uomo e indossava una specie di camicione bianco, si indovinava piuttosto prosperosa e ogni tanto Elena aveva una visione del suo gran seno bianco.

Quel che affascinava Elena era l'animalità della scena e la dedizione e l'espressione di estremo piacere sul volto della donna. Ella sembrava completamente conquistata dal godimento che provava nel segare e spompinare quel cazzo, lo adorava con la bocca. Era come se la donna avesse scambiato tra loro le sue due bocche o avesse un collegamento diretto tra bocca e vagina, pensò Elena. Una scena di sottomissione totale. Elena non perdeva un secondo di quel che vedeva. Era così presa dalla scena che avrebbe potuto essere sorpresa facilmente.. Con improvviso allarme si guardò intorno nella debolissima luce : era sola. Tornò a guardare i due amanti.. Adesso lei si era tolta la camicia rivelando una specie di body nero trasparente che sembrava fatto per esaltare le sue tette enormi adagiate sul corpo dell'uomo ed il suo corpo da sirena.
Elena era molto turbata, sudava un pò e sentiva ormai un gran calore tra le cosce. L'uomo cominciò a muovere lentamente il bacino per andare incontro a quella bocca e ora lei si muoveva sempre più scomposta cercando di ingoiare quanta più carne poteva, e ormai sembrava di assistere ad una scopata in bocca più che ad un pompino. Elena non avrebbe mai creduto che un rapporto orale potesse essere così coinvolgente.  Poi con la coda dell'occhio colse un movimento accanto a lei e si rese conto che nel pertugio della stanza prima vuota a pochi centimetri da lei qualcuno aveva introdotto qualcosa ... un cazzo!! Elena si ritrasse nel buio, sorpresa e impaurita; balzò verso la porta per fuggire. Stava per aprire e andarsene, si voltò : il cazzo era ancora lì, a riposo, nel foro, Elena pur nel buio ne vedeva bene l' imponente profilo. Riflettè: era protetta da una parete divisoria e quindi non correva rischi, e il proprietario di quel cazzo non poteva vederla, così come lei non poteva vedere lui. Anzi, se avesse voluto avrebbe potuto morderlo o ferirlo .. Era lui casomai, ad essere un temerario! si avvicinò riprendendo la posizione di prima . I grugniti del lui della coppia indicavano che era prossimo all'orgasmo.. Si voltò a guardare il cazzo a pochi centimetri dal suo viso. Anche in penombra si capiva che era un cazzo eccezionale.. Non lunghissimo ma grosso , molto più grosso di quello di suo marito pur essendo chiaramente del tutto a riposo!!! Chissà come sarebbe stato in piena erezione.. Elena timidamente lo sfiorò con le dita. A quel contatto subito il cazzo prese vita. Elena era eccitatissima e rossa in viso.. prese coraggio e lo impugnò . Al di là della parete udì un " ahhhhh ... " di soddisfazione.. Tornò a guardare i due amanti. L'uomo stava per venire.. La donna lo segava con passione ed aveva una buon metà del cazzone in gola.. Elena meccanicamente cominciò ad andare su e giù con la mano, lo sentiva imgrossarsi nel palmo con velocità sbalorditiva. Ancora un pò , pensò, e sarebbe stato impossibile da prendere in bocca..   Si girò a guardarlo,era maestoso e  una stilla di liquido  si era formata sulla cappella. La raccolse con le dita ... La portò alle narici .. Fu stordita da quell'odore di maschio. Impugnandolo , passò le labbra sulla pelle e poi sulla grande cappella , quindi tirò fuori la lingua e iniziò prima a leccarlo timidamente e poi a divorarlo con la bocca. Quel cazzo la esaltava ... Per fortuna c'era una parete in mezzo, altrimenti si sarebbe data a quello sconosciuto: la voglia era insopportabile. Improvvisamente sentì schiavacciare alla porta, uno spiraglio di luce violenta la ferì e sentì dire " Elena, tutto bene ... ? " Seguito da un lungo momento di imbarazzante silenzio. Era successo che Elena aveva perso la nozione del tempo ed in realtà era quasi un'ora che era nella dark room, e Mario era tornato su a vedere cosa le era successo. Era annichilita dalla vergogna e non riuscì a dire una parola in risposta a Mario. Fu perciò grata del fatto che la porta venisse richiusa rimettendola al buio ... Registrò un fruscio di vestiti. Sentì che la gonna le veniva alzata e qualcosa di duro e caldo le veniva appoggiato con decisione in mezzo alle natiche , mentre la voce di Mario ora sopra di lei disse solo" Continua quello che facevi prima ... " Elena non voleva, ma un languore invincibile si era impossessato di lei. Di fatto non mollò la presa su quel cazzone largo mentre Mario tranquillamente le scostava il perizoma e la penetrava di colpo, con facilità. Era la prima volta che prendeva un cazzo che non era quello del marito.. Questo nuovo cazzo era più grosso ma sopratutto era lungo e nervoso, durissimo e caldo .. Fu sbattuta senza ritegno, l'uomo doveva essere molto eccitato dalla improvvisa occasione insperata.I colpi violenti che riceveva dall'uomo infoiato dietro di lei la scuotevano tutta e trasmettevano piacere anche all'uomo dietro la parete, che dai gemiti doveva avere capito tutto. Dopo cinque minuti di questo trattamento Elena venne urlando tutto il suo piacere.
Non si era ancora ripresa che Mario la guidò verso la porta e le disse : " vieni, andiamo di là... " indicando la stanza con il letto circolare dove c'era l'uomo col cazzo enorme.


Tornò a casa quasi all'alba;fu fortunata che suo  marito dormisse altrimenti sarebbe stata di sicuro scoperta.  Era stata chiavata per tutta la notte dai due uomini , a turno e contemporaneamente. Era completamente sfatta in viso , tutti i buchi erano gonfi e arrossati, e impiastricciata ovunque dei suoi umori e di sperma .


L'articolo che  uscì sul giornale diceva un gran bene dei club privè.