martedì 13 luglio 2010

sono una gran .......

ciao, sono Franca, una giovane maestra elementare di 35 anni sposata con Ludovico, di un anno più vecchio di me, e madre di una bimba di tre anni, Giulia. Entrambi siamo padovani e viviamo a Padova.
Sono laureata in psicologia.
Prima di Ludovico, ho avuto una storia molto tormentata e passionale con un ragazzo, che è finita male. Mi sono sempre piaciuti gli uomini un pò pazzi e originali, e anch'io ho un lato folle e trasgressivo in un angolo dell'anima, ma ho anche una solidità ed un forte senso del dovere che hanno fatto sì che fino a
questa estate io sia  sempre stata una persona molto corretta, e non abbia mai tradito il mio partner.
Anche Ludovico , quando ci siamo conosciuti, sposati e abbiamo concepito Giulia, era un uomo particolare e affascinante , un compagnone, un  goliardico che amava far baldoria con gli amici ed i lazzi scherzosi di ogni tipo , e a letto era spumeggiante come nella vita; per questo me ne innamorai.
Poi ci furono una serie di lutti tra i suoi familiari,  ed altre  difficoltà anche economiche  da affrontare in casa, e Ludovico pian piano cambiò .
Si fece sempre meno espansivo. La risata e lo scherno divennero sempre più rare sul suo volto,  spesso imbronciato. Alla fine si tramutò in un uomo  spento e assente, assorto nei suoi pensieri; il sesso tra noi si diradò sempre più fino a diventare una cosa praticamente impossibile e per lui umiliante, nonostante il ricorso a tutti i possibili aiuti chimici.
Divenni perfettamente edotta sul problema che affliggeva mio marito . Ludovico aveva quello che viene chiamato il male oscuro: era colpito da una depressione importante. Nel primo anno, in forza del legame che c'era allora molto forte e che c'è ancora, e presa dallo spirito della crocerossina, feci tutto quello che potevo per aiutarlo e cercai di stargli più vicino possibile. Poi, il mio sentimento verso di lui iniziò a cambiare. Tutti gli impegni domestici erano ricaduti sulle mie spalle, lui come uomo non esisteva più e preso com'era dalla sua malattia sembrava richiudersi in se stesso ed escludere il mondo, me compresa. Pian piano, un rancore sordo verso di lui si impossessò di me , senza che potessi evitarlo. Cercavo di difendere l'immagine della mia famiglia ma ormai qualsiasi tipo di convegno, con familiari ed amici, era sempre imbarazzante : ormai era palpabile da tutti che c'era qualcosa che non andava. Io adoro il sesso e in particolare adoro fare l'amore, essere presa da un uomo.. Non solo questo non era possibile, ma lui sembrava non accorgersi più di me come donna.
Fino a questa primavera, l'effetto era stato quello di deprimermi sessualmente. Anch'io ero trasandata, tra l'altro a seguito della gravidanza ero aumentata di una taglia, non ero mai riuscita a recuperare la forma fisica precedente e non mi piacevo più.
Io che non avevo mai pensato seriamente a tradire mio marito, iniziai a fantasticare di possibili storie con altri uomini. Gli oggetti delle mie fantasie cambiavano spesso ed erano i più disparati:in aula mentre parlavo con un genitore, venuto al ricevimento a scuola per conoscere l'andamento del figlio,  immaginavo che egli mi saltasse addosso e mi possedesse con forza su un banco. Oppure, sognai di essere trascinata nel ripostiglio delle scope e lì scopata dal bidello, che non era neanche poi un  bell'uomo,ma si sa, la sessualità è una cosa capricciosa.
Esteriormente, nel mio comportamento non traspariva nulla delle mie fantasie, a cui mi abbandonavo proprio e solo perchè le consideravo pure fantasie che non sarebbero mai approdate nella realtà, la quale invece a sua volta si sarebbe potuta risolvere solo restaurando il mio rapporto di coppia.
Tali fantasie, insomma, le consideravo solo un modo per continuare a sentirmi viva.
Ripresi a masturbarmi e forse per reazione alla impotenza acquisita di mio marito, io che non avevo mai dato importanza alle dimensioni del sesso maschile adesso avevo orgasmi pazzeschi immaginando di essere riempita da membri virili grandi , durissimi, resistenti.
Prima di sposarmi, frequentavo un noto sito Internet dove c'erano vari gruppi di discussione a cui partecipavo, e a suo tempo avevo anche fatto alcune amicizie
virtuali che ricordavo con affetto.
Quell'anno, ripresi a navigare su quel sito, riprendendo un vecchio nick
che avevo ma clonandolo cambiando solo le due cifre finali, che indicavano l'età. Dopo un pò mi resi conto che lo spirito era cambiato rispetto ad anni prima: pur non arrivando  contatti reali, c'era in me una gran voglia di coinvolgermi. In particolare, un uomo più vecchio di me di diversi anni mi riconobbe dalla
somiglianza dei nick e iniziò a scrivermi, ed io avevo un gran desiderio di conoscerlo meglio. Iniziammo a chattare per qualche giorno ma poi lui si rivelò il classico farfallone da chat, e perse per me ogni interesse.
Una mattina l'odore  la luce ed il tepore della primavera instillarono in me una gran voglia di vivere , e sentii crescere in me il desiderio di sentirmi ancora e sempre donna. Presi ad avere cura di me stessa e del mio corpo. Facevo pochissimo sport ma la natura è stata generosa cone me e mi ha dato un bel viso e un corpo
fluessuoso e morbido  da sirena, e dopo solo  un paio di mesi di diete, massaggi , solarium e cure estetiche varie, una sera mi spogliai completamente e mi guardai allo specchio con gran soddisfazione: mi sentivo sexy e irresistibile.
Mi vestivo in modo semplice ma sempre in modo da esaltare senza volgarità le forme procaci del mio corpo.
Anche il comportamento dei maschi che avevo  intorno cambiò : ormai non era infrequente che mentre mi trovavo in giro per città venissi fatta oggetto di apprezzamenti espliciti, che però erano sempre volgari e  grossolani e pertanto non riuscivano a coinvolgermi , anche se  la femmina che c'è in me provava  soddisfazione a sentirsi oggetto della concupiscenza maschile.
Fui anche fatta oggetto  di qualche  tentativo di seduzione più strutturato, ma che non mi piacque , e poi avevo pochi contatti con il maschile a
parte tanti amici comuni con mio marito  a cui chiaramente piacevo ma con i quali neppure sognavo di potermi coinvolgere ( troppo rischioso e problematico ) e nei rapporti quotidiani, per il lavoro che avevo , non avevo molte relazioni con uomini.
Tutto questo stato di cose si trascinò fino ad estate inoltrata; alla fine
di GIugno sarebbero finiti tutti gli impegni scolastici , e dopo pochi giorni io sarei andata al mare per una vacanza insieme a Ludovico ed alla figlia.
Quel giorno avevo appuntamento con l'estetista, e mi godetti un paio d'ore di "coccole" tra depilazione e pedicure. Al ritorno alla mia auto trovai sul parabrezza un biglietto , fermato tramite il tergicristallo.
Stavo per gettarlo via meccanicamente pensando alle solite pubblicità, ma mi resi conto che questo era un'altra cosa: era di cartoncino, ed era piccolo, profumato,
finemente decorato e piegato in due.
Lo aprii e con somme sorpresa vi lessi, scritto a mano : " Ciao, è da
un pò che ti vedo in giro qui in città. Non ti conosco ma sono rimasto colpito dalla tua bellezza, e vorrei conoscerti meglio. Sono qui vicino a te e tutto quel che voglio è andare a prenderci qualcosa da bere insieme in un bar e chiaccherare un pò. Ti va ? Luca
"
Ero del tutto spiazzata, era la prima volta che mi capitava questo tipo di approccio.
Mi guardai intorno ed in effetti c'era un uomo che stava venendo verso di me sullo stesso marciapiede. Ben presto fu davanti a me e mi salutò in modo quasi buffo, porgendomi la mano da stringere e dicendo : " ciao , sono Luca. Posso offrirti qualcosa al bar là davanti ? " indicando un piccolo bar a poche decine di metri di distanza.
Tutto questo mi parve talmente surreale che mi piacque. Non c'era nessuno intorno ed eravamo a diversi isolati dal quartiere dove abito.. Non mi parve che ci fosse niente di male a fare due chiacchere anche se con uno sconosciuto, e non rischiavo niente. Accettai. Il tipo ( Luca ) si rivelò molto simpatico; Aveva i tratti
del volto un pò segnati,  come se avesse passato molto tempo all'aria aperta, il che lo faceva forse sembrare  più vecchio di me; aveva però un fisico molto prestante, come potevo vedere ( O ammirare ) dalla sua maglietta aderente.
Si vedeva che era impacciato a volte, e questo lo rendeva più simpatico. Mi
confessò che mi aveva incrociata molte volte  a passeggio per la città e ogni volta era sempre più curioso di sapere chi fossi, ma non aveva nessun modo per saperlo. Poi, quel giorno era libero da impegni e in giro per la città, e per puro caso mi aveva vista parcheggiare davanti all'estetista , e così aveva organizzato
tutto nella speranza di riuscire a parlarmi.  Mi raccontò un pò di lui e anch'io gli raccontai un pò di cose di me, pure restando sempre  sul generale. Era un piccolo costruttore edile calabrese , anche lui sposato e con figli. Si trovava a Padova perchè aveva ottenuto una importante commessa e poichè i lavori di
edificazione sarebbero durati a lungo , aveva trovato un piccolo appartamento in affitto in zona.
La conversazione si protrasse lentamente, intervallata da molte pause e da lunghi sguardi, e dopo un pò guardai l'orologio e mi resi conto che era passata più di un'ora! Mi congedai in tutta fretta. Luca insisteva perchè voleva rivedermi, a me lui non so perchè ispirava fiducia e tenerezza e perciò gli dissi che la sera successiva ci sarebbe stata la cena di fine anno della classe e se voleva avrebbe potuto venire a salutarmi lì. Gli raccomandai però di comportarsi con molta discrezione, se avesse deciso di venire: io ero una donna sposata.
La sera stessa ed il giorno successivo ripensai a quell'incontro fugace. Una parte di me era entusiasta come una ragazzina al primo amore. Era comprensibile:  quanto tempo era che un uomo non mi faceva la corte ? Anni.. Ragionevolmente, pensai, non potevo non lasciare un pò di spazio alla soddisfazione della mia vanità
femminile. Tra pochi giorni sarei andata in ferie : potevo dargli un pò di spazio e vederlo un'altra volta, forse due, non di più. Come già detto prima, avrei ricevuto le sue attenzioni come un balsamo per sentirmi viva, non ero ben decisa a non intreprendere una relazione extraconiugale: odiavo i tradimenti ed i traditori.
Per la cena ( era venerdì ) volevo essere attraente ma anche elegante.  Scelsi un vestito in tonalità celeste, da " collegiale ". Era un vestito intero a maniche corte che arrivava una spanna sopra al ginocchio , sul decoltè era fatto come una camicetta ed aveva con una fila di bottoni sul davanti che terminavano sullo scollo. Il vestito mi stava bene perchè  fasciava in vita ed io ho ancora la vita stretta. Tutto il mio abbigliamento oltre al vestito era costituito da un paio di sandali con tacchi alti, un perizoma ed un reggiseno  push up; in realtà avrei potuto permettermi anche di stare senza reggiseno ma così il seno era valorizzato al massimo; in un momento di civetteria mi permisi anche di sbottonare l'ultimo bottone in fondo, così che camminando lasciavo intravedere qualcosa di più delle mie gambe.
Mentre in auto mi recavo al luogo del ritrovo, che era  un circolo ricreativo situato in un paesino a pochi chilometri  dove quella sera c'era anche un'orchestrina che suonava tanghi, valzer e mazurche, mi sentivo un pò sognante, ed anche un pò nervosa; continuavo a pensare a Luca e mi dicevo che forse gli avevo dato un pò troppa corda. Fortunatamente la strada da percorrere era breve, e la conoscevo bene perchè c'ero già stata più di una volta, e la percorsi macchinalmente ritrovandomi a sedere con gli altri ad aspettare la cena, quasi senza sapere come c'ero arrivata.
La serata fu molto spassosa , grazie sopratutto  ad una mia collega bravissima ad animare questi incontri.
Arrivati al momento del congedo  con colleghe e genitori, ancora non avevo visto Luca. La serata era ancora giovane, saranno state poco più delle dieci e mezza di sera quando  ci alzammo tutti sciamando verso l'uscita. Fuori,nel cortile del circolo , finalmente trovai Luca che appena mi vide mi salutò con un cenno discreto; capii immediatamente che era stato lì ad aspettarmi, evitando di farsi vedere in sala da pranzo per non mettersi troppo in evidenza. Questo aumentò ancora la mia fiducia in lui. Io potei accomiatarmi dalla compagnia e una volta sola mi diressi verso di lui.
Notai che anche lui era vestito in modo semplice ed elegante: pantaloni neri attillati e camicia bianca. Chiaccherammo amabilmente per una mezz'oretta, e poi
lui mi propose di andare a fare quattro passi di danza. Io gli dissi che mi piaceva molto ballare in discoteca , ma non conoscevo i balli di sala, e comunque mi andava. Lui rispose che era proprio come me, e allora da me a lui si propagò una lunga risata contagiosa ..
Davano un tango, e tentammo di scimmiottare i movimenti degli altri  ballerini col risultato di aggrovigliarci nel tentativo di fare il giro.. Altre grassissime risate. Ero felice.
Poi, un lungo valzer lento. Noi lo trasformammo in un ballo della mattonella. Lui mi prese per la vita e mi strinse a sè.. Avvampai, perchè potevo sentire tutto il suo corpo forte di maschio ed il suo desiderio, e senza possibilità di equivoco sentivo molto forte anche la sue eccitazione premere su di me , sul monte di
venere , dato che anche con i tacchi lui era leggermente più alto di me.
Mi sentii sciogliere e mi abbandonai a lui. Lo sentì perchè quanto più il mio corpo morbidamente aderiva al suo, tanto più mi  sentivo stringere al suo corpo forte e fremente.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare. Quando sentii le sue labbra sulle mie, aprii la bocca e risposi con un lungo bacio passionale..
Poi, aprii gli occhi e mi resi conto di cosa stavo facendo. Mi sciolsi dalla sua stretta e corsi via.
Mi raggiunse e si scusò, dicendo che aveva agito senza pensare , in un momento di trasporto.. Non aveva nessuna intenzione di mancarmi di rispetto.  Accettai le sue scuse e taciturni ci avviammo verso il parcheggio, per andarcene. Lui era visibilmente rammaricato e contrariato, ed io pure.
Quando arrivai ad avviare la mia vettura ebbi un'altra brutta sorpresa: avevo lasciato per sbaglio accesi i fari e lo stereo, e la batteria era andata completamente giù .
Si offrì di darmi lui un passaggio. Io ero molto incerta e ci riflettei un momento: in fin dei conti, lui era sempre stato molto corretto , stasera ci aveva provato ma solo perchè io gli avevo dato certi segnali.
Quindi, accettai. In auto la conversazione languiva e c'era un pò più di un quarto d'ora da fare. Ogni tanto lui si girava e ci guardavamo.. Mi squadrava anche dalle scarpe fino alla punta dei capelli, come se avesse voluto mangiarmi viva, e questo mi preoccupava. E non avevo torto: ad un certo punto deviò e infilò una stradina che dopo pochi metri portava ad una specie di parcheggio per camper, e si fermò ad una piazzola vuota , isolata e coperta alla vista dalla vegetazione. Mi resi improvvisamente conto che eravamo completamente soli, io e lui, e che stavo rischiando molto: aveva l'aria di essere molto forte e avrebbe potuto abusare di me.
Tutti questi pensieri furono talmente rapidi che non ebbi neanche il tempo di
impaurirmi, perchè lui iniziò a dire che da quando mi aveva vista la prima volta impazziva per me e sarebbe morto se non fosse riuscito ad avermi..
Abbassò di colpo entrambi i sedili, del guidatore e del passeggero, così che io fui  sbalzata all'indietro e mi ritrovai sdraiata , e un istante dopo lui mi fu addosso.
Era completamente invasato: mormorava frasi sconnesse e cercava ancora la mia bocca ,ma io mi rifiutavo . Allora, fece saltare tutti i bottoni del vestito ed io a quel punto ero quasi completamente nuda alla sua mercè.
Non credevo ancora che sarei stata violentata, lui non mi sembrava il tipo. Ero incazzata con me stessa, invece: era naturale che accadesse questa cosa, dato che io avevo creato l'occasione .. Questo pensiero mi confuse. Nel frattempo, lui si era impadronito delle mie tette, le accarezzava con trasporto  e le stava
succhiando , ed il mio corpo non era indifferente a questo trattamento. Poi scese in basso , riuscì a divaricarmi le gambe e per un minuto buono riuscì a leccarmi, dicendo solo " sei un lago... " Questo abbassò parecchio le mie difese, sentivo ondate di piacere partire dal basso ventre e se non facevo qualcosa avrei
ceduto in poco tempo.. Con moto della volontà ed un colpo di reni riuscii a liberarmi, e a respingerlo.. Ansimavo forte. Luca uscì da sopra di me e ritornò al suo posto di guidatore, e pensai che adesso sarei riuscita a farlo ragionare e ad uscirne quasi incolume. Ma mi ingannavo. Si spogliò rapidamente davanti ai
miei occhi esterrefatti: prima la camicia, e vidi che aveva un fisico poderoso, poi i pantaloni. Quando si tolse la mutande , mi prese la testa con una mano e con forza mi constrinse verso il suo ventre mormorando : " guarda .. è una settimana che è così.. da quando ti ho vista.. " Strabuzzai gli occhi : era già gigantesco, e non era ancora in erezione. Ero costretta dalle sue mani con la testa sulla sua
pancia e  a pochi centimetri dal suo cazzo, fui investita dal suo forte odore di maschio ed a quel punto persi completamente la testa.  Una goccia di liquido seminale era in cima al glande .. istintivamente,  con
la punta della lingua assaggiai il suo sapore acre e salato. Mi rispose un gemito di soddisfazione e il suo membro iniziò a ergersi.   Dovetti aprire la bocca per accogliere la cappella, ed il sentirlo crescere fino a riempirmela completamente mi provocò un piccolo orgasmo, senza toccarmi.
Luca mi prese di peso, e mentre io mormoravo " no no no, ti prego .. " mi mise a cavalcioni, scostò il perizoma , cercò l'ingresso della mia intimità e con quello che ormai era diventato un palo mi penetrò, entrando per tutta la sua lunghezza con una facilità sorprendente.
Il mio corpo iniziò una danza frenetica su quel cazzo; ondate di godimento crescente si propagavano dal basso ventre al cervello, e ben presto raggiunsi un orgasmo che non dimenticherò.
Era una resa totale, e non potei impedire che lui iniziasse a parlarmi sporco con la sua voce profonda, e a chiavarmi brutalmente con quell'affare che ad ogni colpo sembrava arrivarmi nello stomaco. " che culo.. che culo fantastico .. " me lo palpava rudemente e mi schiaffeggiava con brutalità . " ahhh ..  " " sei la mia vacca, adesso ti sfondo " " oh no.. oh ecco .. si si si " Questo trattamento insieme alla stimolazione che il suo membro mi dava riempiendomi come non mai prolungarono l'orgasmo per cinque minuti buoni alla fine dei quali ero un oggetto nelle sue mani, una bambola senza volontà..
Ci ricomponemmo alla meglio, e poi lui ripartì. Non chiesi niente, immaginavo dove volesse andare e lo speravo. Ogni tanto la mia attenzione era catturata dal bozzo in mezzo alle sue gambe e non riuscivo più a staccare lo sguardo , sotto il suo sorriso che adesso mi pareva beffardo..
Mi portò a casa sua quella notte, e per tre ore fui sua . Appena arrivata a casa sua fui letteralmente scaraventata sul suo letto a pancia in giù e scopata in quella posizione per più di un'ora,  Mentre mi stringeva le tette, mi tormentava i capezzoli, mi schiaffeggiava con cattiveria e mi offendeva con parole
porche. Quando uscì, credetti che la mia vagina non potesse tornare più come prima: era una caverna , grondante dei miei umori fica era una caverna e del suo sperma.  Tornai a casa distrutta e con il vestito mezzo strappato.. Per fortuna dormivano tutti, altrimenti sarei stata scoperta di sicuro.
Nei pochi giorni successivi e prima della partenza per il mare, credetti di essere incendiata da una passione unica per Luca, per quanto perversa. Non volli più vederlo, perchè mi sentivo umiliata perchè mi aveva trattata da troia, ma fu un'impresa, perchè non facevo che ripensare a quei momenti di piacere che
avevo vissuto con lui.
Credevo di essere completamente presa da lui, dicevo,  ma dovetti ricredermi.
L'anno scorso avevo acquistato per puro sfizio un costume ridottissimo ; poi l'avevo provato anche a casa e avevo deciso che  esso era talmente striminzito sul seno che le mie  poppe rischiavano di saltare fuori ad ogni minimo movimento, e il pezzo di sotto sul davanti era un minuscolo triangolino e sul dietro era praticamente inesistente :io sono molto ben fornita anche sul lato B, e a suo tempo avevo deciso che sarebbe stato meno indecente stare completamente nuda sulla spiaggia.
Ora, il giorno prima della partenza per il mare  me lo provai e decisi che ero magnifica. Corsi pertanto dall'estetista per una depilazione radicale , alla fine della quale era rimasto solo un ciuffetto sul monte di Venere, e per il resto la mia micia era completamente glabra.
Quando, il secondo giorno di vacanza, lo indossai sulla spiaggia, non ebbi nessun commento da mio marito: quanto più io ero su di giri, tanto più lui era  spento. Aveva messo su anche un pò di pancetta ed era proprio floscio , ben diversamente dai maschi che si aggiravano da quella mattina intorno al nostro ombrellone, complice anche l'affollamento della spiaggia romagnola di luglio. Protetta da un paio di occhiali da sole, potevo vedere i loro sguardi arrapati: alcuni erano sfacciati e insistenti e si incollavano sulle mie tette, o ancora di più sul mio culo, quand'ero bocconi sull'asciugamano. Di alcuni mi colpirono i loro pacchi gonfi in mezzo alle gambe e immaginai che fosse stata la mia vista ad eccitarli. Ero eccitatissima e ogni tanto andavo a bagnarmi in mare perchè temevo si vedesse l'alone sul costume, in mezzo alle cosce. Nel pomeriggio, mio marito gonfiò il materassino e dopo avere giocato un pò con la piccola, io mi ci sdraiai sopra di pancia e mi lasciai portare qualche metro al largo. C'era un ragazzo completamente rapito alla vista del mio fondoschiena: allargai le gambe per dargli uno spettacolo ancora più interessante. Celato alla vista di mio marito e di quelli che erano sulla spiaggia da alcune barche , il ragazzo si avvicinò fino a pochi
centimetri dal mio culo..  Probabilmente Si stava masturbando..  Ero esaltata dal suo sguardo voglioso  anche se cercavo di dissimulare la mia eccitazione  .. Ma lui dopo un pò se ne andò.
La sera, mentre facevo la doccia nella nostra camera alla pensione, mi toccai a lungo per placarmi, e godetti come una pazza. Poi, recuperata la calma, mi misi a pensare a come mi stavo comportando. Ero lontana da casa e non mi conosceva nessuno lì al mare; non c'era pericolo di coinvolgimenti extra, perchè era impossibile : ero sempre in compagnia di Ludovico e Giulia. Dunque, che male c'era a troieggiare un pò sulla spiaggia ( feci una risatina quando mi venne in mente questa parola, troieggiare ) ? Mi sarebbe servito a mettere un pò di pepe alla vacanza, e nulla di più..
Un'occasione mi capitò il giorno successivo. Avevo deciso di andare al mercato che si svolgeva tutti i mercoledì e pertanto decisi di pepare un pò anche questa oretta o poco più di shopping. Mi misi un vestito largo ,bianco, di quelli da mare, che nella fattispecie era legato nella parte alta della vita , e mi fasciava sul decoltè, con una ampia scollatura. Sulle coppe dei seni era rinforzato, e quindi me lo misi senza reggiseno. Aveva la particolarità di essere semitrasparente , e mi eccitava molto l'idea che camminando il mio sedere facesse " vedo, non vedo ". Esagerai forse un pochino, perchè misi su un perizoma celeste, apposta perchè si vedesse..
Lasciai marito e bimba sulla strada per il mare e mi avviai a piedi verso il mercato.
C'erano molte bancarelle e poca gente, era poco più delle otto di mattina e faceva un bel fresco, mi sentivo bella e allegra. Un bancone attirò subito la mia attenzione : era molto grande, con un vasto assortimento ed era anche conformato in una strana foggia : c'era un furgone e davanti i banchi , ma tra banchi e furgone c'era una specie di tendaggio. Inoltre c'erano un sacco di vestiti leggeri appesi alle tende sopra i banchi.. Per dirla breve,sembrava quasi un bazar.
Anche i venditori ambulanti sembravano provenire da qualche paese arabo, ce n'era uno che indossava una lunga tunica , ed aveva la mascella forte ed il colorito molto olivastro; fu proprio lui che mi piantò gli occhi addosso con uno sguardo da cacciatore, come potevo osservare con la fida protezione dei miei inseparabili occhiali da sole, e dissimulando un sorriso mi precipitai subito ad importunarlo con le mie richieste. Lo feci impazzire per tre quarti d'ora buoni, costringendolo a tirare fuori tutto il suo campionario tra vestiti, magliette e cappelli. per fortuna sua, erano in due a servire i clienti, e come già detto, c'era poca gente. Troieggiavo in modo sublime: quando lui dall'altra parte e mi faceva vedere le magliette, gli offrivo ampie vedute del mio seno piegandomi in avanti; i vestiti li provai solo sopra ma non mi piacevano, e quando provavo i cappelli " sfilavo" davanti a lui, ancheggiando vistosamente . In entrambi i casi riuscii a fargli perdere il suo smalto affabile da venditore e notai con soddisfazione che il suo sguardo restava a lungo incollato alle mie curve. Alla fine era turbato e contrariato mentre io ero piacevolmente eccitata e i miei occhi brillavano di soddisfazione, protetti dagli occhiali da sole.
Decisi di comprare comunque qualcosa, mi pareva che il malcapitato ambulante se lo meritasse se non altro per la sua pazienza. Avevo visto dei reggiseni e mutandine molto succinti che mi piacevano un sacco , però volevo provarli e glielo dissi. " Signora, prego , viene qua nel retro " mi disse nel suo italiano approssimativo. Lo seguii : nel passaggio alla penombra del tendone nel retro vedevo tutto in modo confuso perchè non mi ero ancora tolta gli occhiali da sole, ma confusamente capii che il tendone dietro delimitava uno spazio ristretto , ed era ingombro di scatoloni di cartone pieni di mercanzia.
Improvvisamente, l'ambulante prese ad apostrofarmi in modo concitato : " Tu, signora , vuole provare queste mutandine ? mmmhhh, signora non va bene.. Io ha naso buono, e conosce quelle come te.. Tu sei in calore ! "
Io ero basita, sia per il passaggio al tu confidenziale da parte di uno sconosciuto che per le sue parole..
Si avvicinò e mi annusò , soffermandosi in mezzo alle gambe, sul collo e poi mi sconvolse alzandomi un braccio , infilando il naso nel cavo dell'ascella e aspirando con voluttà. " Si tu sei in calore, tu vuoi cazzo! Tu sei bagnata . Come fa io a farti provare mutandine ? tu le sporchi tutte! " Mi spinse con forza contro una delle scatole che mi arrivava ai ginocchi, così che quasi mi fece perdere l'equilibrio e riuscii a non cadere solo perchè istintivamente misi le braccia avanti reggendomi a qualcosa che trovai davanti a me. " Adesso ti fa vedere io.. " Mi rovesciò il vestito in avanti, in un attimo mi sentii tirare giù il perizoma con brutalità, adesso non vedevo più nulla.. mi schiaffeggiò la fica parecchie volte facendomi sobbalzare per la sorpresa e per la forte stimolazione che ricevevo. Poi mi infilò dentro due dita.. " Senti.. ho la mano e le dita fradice.. signora senti " Ero a bocca aperta e non potrei impedire che lui mi cacciasse in bocca quelle dita che erano ammorbate delle mie secrezioni. Continuava a schiaffeggiarmi e a dire " Signora, così non posso farti provare mutandine, tu sei in calore, ma io sa come calmarti" In un attimo mi sentii penetrare, di botto. Mi fece anche male, anche se entrò come un coltello nel burro. Ebbi una reazione di orgoglio: mi stavano stuprando! Volevo chiamare soccorso ma l'arabo mi teneva la bocca chiusa con una mano e con l'altra mi tormentava i capezzoli. Tentai di liberarmi ingaggiando una lotta furiosa, ma tutto quello che riuscivo a fare era dimenarmi, con l'unico effetto di farlo eccitare ancora di più. Stava piantato dentro di me e mi pareva di avere in fica una sbarra di ferro rovente.. Quanto doveva essere grosso e poi quant'era duro , pensai.. durissimo... un palo di carne.. Nel giro di un minuto mi aveva penetrato anche il cervello. continuando a dimenarmi, Mi piegai abbssando le spalle .. volevo sentirlo più a fondo. mi misi una mano tra le cosce, fino a sentire i suoi testicoli e la mia fica gonfia, fradicia e dilatata.. Non ce la facevo più, presi a sditalinarmi con foga. Dopo pochi minuti , lui si era fermato ed io con frenesia continuando a tormentarmi il clitoride andavo incontro a quel cazzo per farmi sfondare. Venni urlando ... " mmmhhh , signora, tu vuoi ancora un pò di cazzo, vero ?" Mi leggeva nel pensiero.. Mi fece togliere tutto , vestito e perizoma, e sdraiare sulle scatole di cartone. " guarda signora, questa è tutta roba tua, succhia che poi te ne do ancora" mi presentò il suo cazzo, e potei osservarlo da vicino. Era lungo, arcuato e nervoso, non grossissimo ma lungo e con una enorme cappella.. rabbrividii di desiderio e lo imboccai con voluttà, assaporando i miei stessi umori. Mi lasciai andare ad un pompino spettacolare cercando di ingoiarne il più possibile e segandolo con una mano, mentre con l'altra mi masturbavo. Ero arrapata e volevo venire insieme a lui, e che mi venisse addosso, mi inondasse di sperma. Ma invece ebbi di meglio : mi fece mettere sdraiata di schiena e mi piegò le gambe verso di me , e mi trovai col sedere in fuori e la fica in offerta, che lui infilzò col suo cazzone iniziando subito a pistonarmi selvaggiamente. In quella posizione potevo vedere il cazzo che entrava e usciva per tutta la sua lunghezza nella mia passera dilatata, e sentire il rumore del suo bacino che sbatteva sulle mie chiappe . Non resistetti molto: dopo cinque minuti mi lasciai andare al piacere estremo mentre l'arabo espresse la sua potenza virile tirandolo fuori e da lì, e col cazzo appoggiato sulle mie grandi labbra emise due o tre schizzi tremendi che arrivarono a bagnarmi il viso ed i capelli..

giovedì 8 luglio 2010

Disavventura a Firenze

Era primavera inoltrata eravamo a Firenze io e la mia donna, Miriam.
Faceva decisamente caldo e quindi andavamo in giro piuttosto sbracati, con vestiti leggerissimi. 
In quel giorno ci accadde la disavventura che sto per raccontare.
La mattina siamo stati in giro per il centro, ed il pomeriggio abbiamo preso l'autobus per Fiesole. Dopo due o tre fermate, l'autobus era stracolmo e andava a rilento per il traffico cittadino. Eravamo entrambi in piedi, l'uno davanti all'altra, così che lei mi offriva il panorama delle sue tettone dalla scollatura del camicione nero lungo che , insieme alle infradito e ad un minuscolo perizoma, costituiva l'unico capo di abbigliamento che indossava. Dopo cinque minuti di viaggio, mi resi conto ce c'era qualcosa che non andava. Miriam, che era stata finora molto allegra, chiaccherona e su di giri , adesso aveva una faccia seria ed assorta, come se pensasse a chissà cosa. Non ci misi molto a scoprire la possibile causa: c'era un uomo dietro di lei, letteralmente incollato a lei da dietro. Un borsaiolo! Pensai allarmato , e le sussurrai all'orecchio : "Passami subito la borsa.. " Lei obbedì immediatamente e così la sua borsetta la presi io a tracolla. Mi sembrò di avere risolto il problema e pertanto mi rimisi tranquillo, dopo aver lanciato un'occhiataccia al presunto taccheggiatore, che era un ragazzo ben messo dall'aria un pò trasandata con la barba un pò incolta. dopo poco tempo però mi resi conto che qualcosa mi sfuggiva ancora: il ragazzo non si era mosso di un millimetro e la mia lei , nonostante fossimo vicino ad un finestrino che sparava un bel vento fresco con il bus in movimento, sembrava rossa e accaldata. Ad un certo punto sobbalzò ma rimase ferma dov'era come se volesse dissimulare qualcosa che l'aveva sorpresa .. Un sospetto prese forma nella mia mente. E se il ragazzo invece di essere un borsaiolo , fosse stato un molestatore ? Nonostante il dubbio, non dissi niente : non dubitavo di quella che sarebbe stata la sua reazione, se veramente lo sconosciuto l'avesse palpata. Eppure .. Miriam era sempre più confusa e turbata, anche se non diceva niente. io sorvegliavo il ragazzo, potevo vederlo a malapena perchè era esattamente dietro di lei e dato che lei è alta quanto me, il suo viso ed il suo corpo me lo nascondevano.. Egli comunque era perfettamente impassibile, e non rispondeva alle mie occhiate. Un altro scossone di sorpresa della mia lei; Stavolta si girò a guardarlo, sicuramente con aria minacciosa, ma lui stavolta ricambiò lo sguardo con un'aria tra il beffardo e la sfida. Quando lei si girò di nuovo verso di me, sudava ed era rossissima in viso.. Stavo per decidermi a fare qualcosa, anche se mi scocciava terribilmente fare una scenata in pubblico quando invece probabilmente mi stavo inventando tutto io.. Quando con mio sollievo sembrò che la faccenda si risolvesse da sè; vidi con la coda dell'occhio che il ragazzo si era scostato dal sedere della mia donna, mettendosi a lato di lei . Miriam nel frattempo si piegò in avanti appoggiandosi a me e cingendomi le spalle con le sue braccia. Anche se il movimento era involontario , non mi piacque perchè in quel modo avrebbe sporto il sedere indietro e questa posa poteva essere presa per un'offerta sessuale.. .. Non ero indifferente alle sue tettone appoggiate al mio petto e al suo effluvio di femmina. Adesso , con il fiato corto , si sporse ancora di più verso di me e ansimando mi sussurrò: " ... mi stanno palpando .. " Ero stupefatto, conoscevo bene Miriam e l'istinto mi diceva che era eccitatissima, e poi non si era spostata di un millimetro, anzi ... Non potevo crederci, un maniaco toccava la mia ragazza e lei partecipava, stava godendo! Adesso mi stava facendo la cronoca di quel he succedeva " caro.. è arrivato..." Indovinai subito cosa voleva dire: le aveva messo una mano sotto e la stava rovistando tra le cosce.. Miriam non riusciva quasi più a parlare, mi disse qualcosa ma con voce rotta ma i parve di capire solo qualcsa come " in mano " e farfugliò qualcosa come Coca Cola.. Ma non capii niente. Adesso la sentivo agitare il sedere , il suo dimenarsi si trasmetteva a me per il contatto tra noi. " ohhh.... " ancora al mio orecchio. Immaginai che la stesse masturbando, immaginai le dita di un estraneo nella sua fica e una immediata erezione mi tese i pantaloni, con mia sorpresa: avevamo fantasticato di un altro uomo e lei godeva da pazzi quando lo facevo durante il rapporto, ma finora era stato solo un gioco. Poi, L'atto finale. Il ragazzo aveva lasciato ricadere il camicione, stava armeggiando con qualcosa in basso che io non potevo vedere .. Il resto accadde in fretta: il ragazzo in un baleno alzò il camicione di lei e riprese la posizione di prima, premendola da dietro. Ancora un gemito represso di Miriam.. " che succede " Le sussurrai.
Non rispose subito ma si sbottonò un bottone davanti e guidò la mia mano in mezzo alle cosce. Non ci fu spazio per un moto di gelosia: sarebbe stato ipocrita, ormai avevo messo una mano in tasca e mi stavo segando attraverso i miei pantaloncini leggeri, e lei l'aveva capito. Ecco quello che sentii: non riuscivo più a sentire al tatto alcuna traccia del perizoma che lei aveva indossato la mattina, e la mia lei era con la fica completamente al vento. In mezzo alle cosce di miriam c'era una nerchia spropositata, enorme e tutta segnata da rilievi, e stava appoggiato premendo sulla sua fichetta ( completamente depilata ) soltanto in virtù della propria tremenda erezione. Finalmente capii la frase sommessa di prima: era grosso come una lattina di Coca.. La mia ragazza adesso si era ancora abbassata piegando leggermente le gambe e da me sostenuta, dondolava impercettibilmente il bacino passandosi quel grosso dildo di carne sulla vulva. Lei era talmente zuppa che nel giro di un paio di minuti anche il cazzo del ragazzo era completamente lubrificato. Poi, il ragazzo cominciò anche lui a muoversi avanti e indietro e ad ogni movimento dei due la bega si impegnava all'ingresso accompagnata da un " ahh.." di lei , e poi  scivolava via . questo accadde per quattro o cinque volte , poi finalmente il serpente di carne trovò la strada dentro la mia ragazza. . "Ahhh.. siii ... Toccami " Obbedii.. Non fu difficile trovare il suo clitoride gonfio e sporgente su quella fica aperta, ma fu troppo per me : quando le mie dita incontrarono quel palo che dolcemente la stava sventrando, me ne venni nei pantaloni. " oddio ... sto per venire.. non ce la faccio .. è troppo... " Ricevetti il suo orgasmo dopo pochi colpi .. 
Riuscì a contenersi ma era sudata, paonazza e faceva certe facce, che temetti davvero che ci scoprissero. "Mi scopa ancora.. mi sta devastando.. " Fu pompata , molto molto lentamente ma tanto a fondo per altri dieci minuti, ovvero fino al capolinea ( l'autobus fortunatamente rimase sempre strapieno ) . Volle che io la sgrillettassi e venne altre due volte. L'ultima fu spettacolare e mi lasciò ammirato: lei iniziò ad avere movimenti pelvici quasi incontrollati, che sia io che lui cercammo di nascondere facendole scudo coi nostri corpi. cominciò a sussurrarmi : " oddio , sto per venire ancora.. è sempre più grosso.. ecco ecco.. ohh mi viene dentro ohhh " Alla fine il ragazzo aveva per un attimo perso ogni ritegno e le aveva dato due o tre colpi d'ariete, inarcandosi in modo da affondare tutto dentro di lei nel momento del godimento supremo. Anche lei esplose e tentò di gridare " VENGOOOOOO... " Dovetti tapparle la bocca con la mano. Fu un vero miracolo che non venissimo scoperti. Il ragazzo si ricompose in fretta e sparì tra la folla alla fermata. Andammo a ricomporci subito nel bagno di un bar , e lì potei constatare l'effetto devastante di quel cazzo sulla fica della mia miriam : era rossa , gonfia e completamente slabbrata. Quel che mi lasciò di stucco fu la quantità di liquidi che colava dalle sue cosce, e capii che aveva ricevuto in fica una sborrata eccezionale . La sera poi mi raccontò che per dieci minuti il ragazzo l'aveva tormentata palpandola ovunque da sopra i vestiti ( o meglio, quel poco che portava addosso ) e poi facendole sentire da tutte le parti quello che le era sembrato fin da subito una sberla di cazzo impressionante. Lei era dapprima paralizzata dalla sorpresa e poi anche infastidita. Il ragazzo , completamente noncurante del rischio e della situazione imbarazzante, aveva continuato la sua azione imperterrito. Dopo un pò, lei aveva deciso di ignorarlo, piuttosto che piantare un casino. Tanto, in mezzo a tutta quella gente, pensava, non avrebbe potuto fare molto.. Ma, proprio mentre pensava: " Però, deve essere proprio grosso.. " il ragazzo le aveva preso la mano e l'aveva infilata nei pantaloni, portandola a cingere un mostro di carne che l'aveva lasciata turbata e sgomenta.. Tanto incapace di reagire che il ragazzo l'avea costretta per alcuni secondi a fargli una sega. 

Non ci furono conseguenze gravi nè per il nostro rapporto nè per altre cose, ma questo episodio ci rese complici a tal punto che da allora in poi per tutta quella estate combinammo insieme una quantità infinita di porcate ! :-)

lunedì 5 luglio 2010

Il bagno turco ( repost)

Io e la mia lei eravamo in vacanza in uno di quei club all inclusive. Caldo, sole, tantissime attività programmate ogni giorno. Stanza bellissima, aria condizionata, tanto relax. Un giorno ci venne l’idea di provare la parte fitness e massaggi del club. A dire il vero di Fitness ne facemmo molto poco, visto il caldo, però un bel massaggio rilassante era quello che ci voleva. Entrammo nelle stanze riservate a questa attività, una serie di lettini dotati di separè. Un’occhiata rapida ed individuammo i due massaggiatori liberi. Gli unici. Non c’era nessuno a quell’ora, subito dopo pranzo. Chiedemmo se era possibile avere un bel massaggio rilassante e ci dissero che non c’era problema. Ci fecero accomodare su lettini adiacenti ma divisi da un separè bianco trasparente. Alla mia lei toccò quello più grosso, e grosso era il termine giusto perché avrà pesato più o meno 150 chili. Manone e braccia enormi, grossa pancia. Mi sentii sollevato, di certo non era il suo tipo uno così. E saperla toccata da un essere del genere un po’ mi infastidiva. Ci chiesero di toglierci praticamente tutto e di rimanere solo con gli slip. Per me non ci fu problema ma vidi in controluce che lei si spogliava un po’ svogliatamente e che non tolse il reggiseno. Ci sdraiammo a pancia in giù e ci coprirono le terga con un asciugamanino. Il massaggio fu un vero toccasana, dal collo alle spalle in giù fino al fondo schiena e poi fino alle piante dei piedi passando per le gambe. Olii profumati, odori eccitanti ed orientaleggianti per tutta la sala. Riuscivo a vedere anche il massaggio che il bruto stava praticando a lei al di là del separè. Lo vedevo impastare con le sue dita nodose tutta la sua schiena, poi lo vidi slacciare il reggiseno “signorina questo dà fastidio, lo slacciamo”. La mia lei non fece opposizione.Così a schiena completamente nuda lo vedevo che allungava sempre di più lo scorrere delle sue mani fino all’inizio del fondoschiena. E poi lo vidi iniziare a dedicarsi al sedere della mia donna. Attraverso le mutande girava le sue manone spalmando di olio le sue chiappe. Lo vidi scostare gli slip fino a farli diventare quasi un perizoma ed indugiare con le mani sul solco del sedere. Sentivo lei ansimare leggermente. Si stava rilassando o si stava eccitando? Lui passò all’interno coscia e risalì ancora verso il culo. Ma stavolta vidi che con un dito scorreva attraverso le chiappe lubrificando ben bene tutto l’interno. A questo punto abbassò lo slip del tutto fino alle cosce. Lei non si oppose di nuovo. A culo nudo e tutto lubrificato si sentì un po’ troia credo e come tale reagì. L’omone non ci mise molto, durante il finto massaggio del culo, a piantargli per sbaglio un dito nel buco. E che dito, sembrava un cazzo di medie dimensioni. Lei sobbalzò e per paura che mi accorgessi di quello che succedeva fece un grosso respiro, ma non disse nulla, forse intimorita dalle fattezze dell’omone. Questi allora decise di infilarle un secondo dito in figa. E di proseguire il massaggio fino all’orgasmo della mia lei, che udii impercettibilmente. Nel frattempo quel bestione aveva anche avuto modo di strusciare il suo imperioso membro sul suo corpo disteso. Ma non si spinse oltre. Terminata l’operazione, i due massaggiatori ci fecero rivestire. Tolto il separè, la vidi paonazza in volto e palesemente, ma piacevolmente, scossa da quel trattamento inaspettato. Tuttavia non ne fece parola. “Vi consigliamo di approfittare del bagno turco qui vicino”, suggerirono entrambi. L’idea non era male e peraltro era deserto anche il bagno turco. Entrammo tra i vapori dell’acqua calda e non scorgemmo nessuno. Ci spogliammo completamente, ed ancora ben oleati ci immergemmo nell’acqua. Eravamo eccitati, io per quello che avevo visto e lei per quello che aveva provato. “Che ti ha fatto quel porco mentre ti massaggiava?” “Niente, mi ha solamente massaggiato e basta” “Non raccontare bugie, ti ho visto sai quando ti ha infilato un dito nel culo?” “Ma che dici, sei pazzo?” Allora per provarle che era vero quello che stava dicendo, la presi a cavalcioni su di me nell’acqua e le infilai anche io un dito nel culo. Entrò subito come non mai tanto aveva il buchino lubrificato e dilatato. “Allora, che ne dici? Non è mai stato così facile entrarti nel culo, te lo ha sfondato quell’animale vero?” “Oddio sì, siii, ancora siii, me lo ha infilato tutto nel culo e poi anche nella figa, ma io non ci potevo fare niente.” “Porcona che non sei altro!” “Sì, sono una porcona, siii” Così come stavamo la penetrai immediatamente. “Usciamo dall’acqua, ti prego”. Ci mettemmo sul bordo piscina, io sotto e lei sopra e scopammo come non mai mentre continuavo ad infilarle un dito in culo. Lei godeva ed urlava tra i vapori che ci nascondevano. Ma da cosa? Dagli sguardi indiscreti di un paio di uomini che erano entrati senza che noi ci accorgessimo di nulla. Anziani, sulla sessantina. Flaccidi, pelosi. Erano seduti su una panca a due metri nemmeno da noi e si stavano gustando tutto non so da quanto tempo. Lei non se ne era accorta. E si dimenava ancora di più. Si staccò e si gettò sul mio cazzo in tiro per spompinarlo come solo lei sapeva fare. Vidi allora che i due si erano oramai scostati gli asciugamanini ed erano completamente nudi. Si stavano masturbando. Uno non si capiva nemmeno se avesse il cazzo in tiro o meno, l’altro invece era grosso, ma veramente grosso. E stavano a pancia all’aria, anzi a palle all’aria, con il cazzo in mano e guardavano la mia lei che mi faceva un pompino da sogno. Tentai di fermarla. “Ehi, guarda che c’è gente!” “Dove?” “Qui accanto a noi, ci sono due uomini, anzi due vecchi che si stanno masturbando” “Non li vedo, dove sono?” “Girati a destra e fai piano” I vapori si erano diradati ed ora le due sagome si scorgevano perfettamente. Li vide e si ritrasse subito. Tentò di coprirsi, ma alle nostre spalle arrivò l’omone dei massaggi. Non lo avevamo visto per niente. “Allora, cosa fai ti fermi proprio ora che sono arrivato io?” “Mi scusi ma che vuole lei?” “Come, non ti è piaciuto il massaggino di prima? Mi era sembrato di sì, così ho invitato questi due miei amici per godersi lo spettacolo, è da quando ti ho infilato il dito nel culo che ti osservano da dietro lo specchio della sala massaggi” “Ma che bastardo che sei!!” Io ero inebetito dalla scena. L’omone si spogliò all’istante sfoderando un cazzo di smisurate dimensioni. “Adesso che dici di divertirsi insieme?” E con un gesto rapido le sbattè il cazzo sulle labbra. Lei si ritrasse, ma lui le prese la testa con una mano e la bloccò. La tirò verso di sè e la spinse sul suo cazzo. Lei non ce la fece a resistere, in prossimità della cappella gigantesca aprì le labbra e lo prese in bocca. Si avvicinò anche il vecchio con il cazzo in tiro ed iniziò a lisciarle le cosce. Lei lo scostò via. Mentre pompava l’omone, quell’altro si rifece sotto e le sfiorò direttamente la figa. Lei lo scostò di nuovo, ma con meno forza. Allora la fecero mettere comoda, il bestione con lei attaccata al suo cazzo per la bocca fece due passi indietro e si sedette sulla panca a bordo vasca, lei si inginocchiò davanti a lui con la testa affondata tra la sua pancia e le sue cosce ed il viso che sbatteva sulle due enormi palle dell’uomo. Il vecchio si avvicinò di nuovo e, guardandomi come per ricever e un cenno di approvazione, si mise dietro di lei. Iniziò a toccarle il culo. Lei fece per togliergli le mani. Lui riprovò ancora, stavolta passando da dietro, ma verso la fica. E lei non si oppose più. La toccava e si masturbava e lei spompinava quell’armadio. Io mi stavo eccitando tantissimo ed iniziai a masturbarmi. L’altro vecchio era innocuo fortunatamente, ma credo volesse anche lui la sua razione di sesso. Ed infatti si alzò dalla sua panchina per accomodarsi di fianco all’omone. La mia lei lo vide e si impaurì. Un altro ancora. Questi iniziò ad accarezzarle la testa seguendo il movimento del pompino che stava facendo al bruto. Poi le prese una mano e se la portò verso il suo cazzo. Era grosso anche il suo, ma non molto eretto. E lei tentò di ribellarsi, ma fu un attimo. Perché il vecchio che stava dietro di lei le mollò una sculacciata sonora. Lei inarcò la schiena, ma sbarrò gli occhi per il piacere. Tutte quelle mani addosso, tre cazzi da sfamare, un sogno. Prese in mano il cazzo del secondo vecchio ed iniziò a masturbarlo. Da dietro intanto il vecchio dal cazzo grosso si preparò la strada. La mise a carponi senza staccarle la bocca dal cazzo dell’omone e le piantò il suo membro nella fica ormai grondante. Ed iniziò a pomparla. E la sbatteva ed ogni volta lei affogava con l’altro cazzone in bocca e smenava l’altro vecchio con la mano destra. Cambiarono posizione subito dopo. L’omone scivolò dalla panca e si piazzò sotto di lei. La prese e la portò verso di sé leccandole le tette, succhiandole i capezzoli, slinguandola ovunque. Lei dovette smettere di smanettare il vecchio sulla panca, mentre quello dietro si staccò da lei avendo capito che cosa sarebbe successo. Lei era tutta lucida degli olii spalmati addosso, tutta lubrificata. L’omone le piantò il suo enorme cazzo in fica, impalandola. Lei si mise subito a smorzacandela. Il vecchio sulla panca si alzò e le poggiò il suo cazzo in bocca. Lei se lo abboccò tutto fino alle palle. Si dimenava, si sentiva sfondata ed io ad un passo da loro continuavo a masturbarmi, ma non intervenivo. Il vecchio dietro, allora, decise di fare il colpo grosso. Si inginocchiò, puntò la sua cappella sul buco dilatato e lubrificato della mia lei e di colpo la inculò. Adesso sì che era piena in ogni dove. Il primo che sborrò fu il vecchio che stava spompinando. Tutto in faccia, anche se barzotto fece una sborrata copiosa. Poco dopo venne quello nel culo che si alzò di scatto la prese per i capelli, la voltò verso di sé e la inondò di fiotti cremosi e bianchi fin sopra i capelli. L’omone si alzò tenendola ancora incollata a sè. Lui in piedi, lei in braccio a lui con quel cazzone piantato in fica. La fece scendere, la fece voltare, la fece piegare in avanti con le mani poggiate per terra e la inculò anche lui. Mi avvicinai e la carezzai in volto, la feci arrivare all’altezza del mio cazzo e mi feci spompinare anche io. Era supereccitata, lo prese in bocca e quasi lo mangiò voracemente, mi morse le palle, mi leccò il culo e piano piano mi sfiorò il buco con le dita e mentre si sentiva sfondare dentro, forse per farmi provare quello che sentiva lei, o per vendetta, mi infilò un dito in culo. Provai una sensazione stranissima ma piacevole, il mio orgasmo fu moltiplicato da questa sensazione e le svuotai le palle in gola. Le colava tutto dalla bocca quando si inarcò, l’omone tese tutti i suoi muscoli, emise un gemito “dai troiona, dai che vengo, dai che ti rompo il culo e te lo riempio di crema, muoviti, ancora!” “Sì sfondami, sono la tua troia, sì spaccami il culo, sborrami dentro dai, fai vedere a quel frocio del mio ragazzo come si incula una donna, dammelo tutto, fino alle palle, dai mettimele dentro, ah……ah…” “Veeengoooo!!!!!” E quando si staccarono, vidi un litro di sborra colarle dal buco del culo. Ci sdraiammo sfiniti, gli uomini andarono via verso gli spogliatoi. Ci immergemmo in piscina per rinfrescarci e pulirci. Fu un bel bagno turco, molto turco.