giovedì 1 agosto 2013

sfondata!

Mentre mi recavo all'appuntamento ero completamente in trance ... Pensavo solo a come l'avrei scopata ... Finalmente ci trovammo in centro, lei era appena tornata dalla vacanza esotica e marina , ed era splendida : gonna leggera plissettata sopra al ginocchio , sotto la quale troneggiavano due coscione abbronzate, burrose e sode. Maglietta dolce vita con scollatura e ampia panoramica delle grandi tette. Viso dolce ed occhi chiari, con sguardo da maiala. Dopo neanche dieci minuti ero nel suo mini appartamento , steso supino sul letto al fresco della penombra , completamente nudo e già in tiro. viene anche lei ancheggiando e muovendosi come una gatta.. in reggiseno a balconcino e perizoma... prende subito l'iniziativa e ancora prima di denudarsi completamente prende in bocca il mio grosso cazzo. Non l'ho mai vista così infoiata ... Di solito all'inizio bisogna andare piano.. Invece stavolta dopo averlo ammirato e soppesato per pochi secondi, inizia a leccare tutto in modo lascivo, compreso le palle ... Poi mi infila un dito in culo e contemporaneamente inizia ad usare la bocca come se fosse una fica... Mi chiava con la sua bocca , lo divora fino quasi alle palle... La lascio fare ancora un pò, per arrivare al momento in cui non avrei più potuto aspettare neanche un secondo: quindi la attiro sopra di me . Stranamente, a differenza del solito (io sono largo e lei stretta) il cazzo entra di colpo , senza difficoltà. Lei inizia subito una danza erotica sul mio cazzo , muovendo il bacino come se già stesse per venire. Sono più esaltato che stupito.. Raccolgo un pò del suo miele e lo spalmo sul suo forellino anale, poi le metto un dito in culo con foga (cosa che all'inizio della scopata in genere avrebbe potuto provocare proteste). Il risultato è uno sguardo da troia riconoscente... Le dita diventano rapidamente prima due poi tre.. mi sconvolge il pensiero che quell'oggi avrei potuto realizzare un desiderio finora impossibile: affondare il cazzo anche nel suo grande, morbido culo. Me l'aveva sempre negato. Anzi, aveva sempre affermato con tale convinzione che non sarebbe mai stato possibile tra noi quel tipo di rapporto, perché se avessi provato l'avrei spaccata in due come una mela. Cambio posizione, la metto di lato ed io dietro... La pompo brevemente ancora in fica e prendo il suo clitoride tra le dita.. è gonfio come non mai. Devo provare.. Ma non ho un lubrificante adatto sottomano , così esco, scendo giù lungo la sua schiena e comincio ad alternare leccate di fica con passate sul rosellino posteriore , cercando di lubrificarlo con la saliva e anche di ammorbidirlo un pò con la punta della lingua. Poi, è il momento.. Il cazzo fortunatamente è ancora duro ... Lo punto sul suo buchetto posteriore.. e senza troppa fatica sono in fondo al suo retto. Mi aspettavo sorpresa da parte sua e invece arriva un lungo gemito di soddisfazione.. Inizio a godermi una lenta inculata, e contemporaneamente la masturbo. Il turpiloquio non è frequente tra noi, ma stavolta sono troppo preso. " Adesso ti spacco in due.. ti riempio di sborra.. " le sussurro con voce roca e rotta dall'emozione. E lei : " Siiiii ... dammelo tutto ... Un altro bel cazzo in culo ... Fammelo sentire dentro fino allo stomaco... " Questo modo di esprimersi mi fa capire ormai senza ombra di dubbio che qualcosa è cambiato, ma ormai ho superato quella soglia oltre la quale si accetta tutto e l'unica cosa che conta è la scopata. Mi fermo (con il cazzo però piantato tutto nel suo culo) e smetto di titillarle il clito. Lei prova a muoversi un pò da sola , poi mi implora : " ti prego... fammi venire... " Ed io con aria maliziosa : " No! :-) solo se mi racconti cosa ti è successo in vacanza ... " Lei dapprima è infastidita e replica :" Ma cosa vuoi che sia successo ? Niente ... I soliti arabi che fanno i cascamorti con le turiste , niente di che " ... Basta una ripassatina al grilletto , però, a farle rovesciare la testa indietro e gemere ancora, e mentre lei è sotto l'effetto delle mie mani e dei miei colpi le ripeto ancora: " Dai racconta... Mica ti ha sfondato anche qualcun altro ? :-) " E lei : " ohhhhhh .... dai ... si.. ancora ... amore mio... mi hanno sfondata! " E poi ancora:" Amore ... ti prego... continua... dammelo... non smettere ... Ti racconto tutto .. io non volevo, mi hanno costretto .. " E così, durante una lunga inculata , durante la quale venne due volte e alla fine della quale le venni in culo , mi raccontò l'avventura (a sua detta disavventura) di Hurghada. Se la raccontassi trascrivendo verbalmente tutto , sarebbero più gemiti gutturali (i miei) e grida di piacere (le sue) , che parole . Allora la scrivo depurata, e come se lei parlasse in prima persona. come sai ho voluto concedermi qualche giorno di mare ... E come sai mi piacciono le coccole che mi concedo ogni tanto per me stessa, sai anche qua vado spesso dall'estetista per farmi depilare o per il manicure o il pedicure.. Quel pomeriggio ero strana, mi sentivo un pò istupidita forse per il troppo sole, ma tutto sommato mi sentivo molto bene. Vagabondando per le vie di Hurghada, mi sono trovata davanti ad un piccolo centro di massaggi , e così su due piedi ho deciso di concedermi un massaggio rilassante. Apoena entrata, mi hanno accolto due ragazze gentili ed affabili e mi hanno fatto accomodare su un lettino, in quella che sembrava essere l'unica stanza sul retro del negozio. Mi hanno detto che l'esercizio avrebbe chiuso mezz'ora dopo, ma in ogni caso avrebbero servito i clienti (nella fattispecie, io sola, mi sembrava) anche dopo l'orario di chiusura. Mi sono sdraiata completamente nuda, salvo un asciugamano che bastava appena a coprire le mie parti intime, e una delle due ragazze mi ha fatto un massaggio lento e molto leggero usando un olio profumato. Alla fine mi sentivo molto rilassata ... quasi in paradiso. Poi la ragazza mi ha detto che avrei ricevuto un altro massaggio... Questa volta, un massaggio drenante. Si accomiatò e mi lasciò sola sul lettino , per pochi minuti. Grande fu la mia sorpresa e lo sconcerto quando , poco dopo, arrivò nella stanza un uomo!! Non mi diede il tempo di reagire e si mise subito al lavoro, peraltro con molta professionalità, sul mio corpo. Nonostante questo, però, io non mi sentivo per niente tranquilla e quindi non riuscivo a godermi il massaggio, per quanto ben eseguito. Quando l'uomo (che si era presentato come Ammar) si muoveva intorno al lettino stavo ben attenta a non creare nessun tipo di contatto fisico , o avere alcuna manifestazione che potesse essere presa come un segno di "disponibilità" ... Lo sai, conosco bene gli arabi e sapevo di trovarmi in una potenziale situazione di pericolo. Stavo anche attenta a non fissarlo ... Ciononostante ebbi modo di vederlo bene e , sai, caro, era proprio il mio tipo : alto ma non troppo, molto ben piazzato anzi direi quasi poderoso, occhi scuri , un pò di barba, l'aria molto virile.. Pur senza guardare direttamente, ma con la coda dell'occhio mi pareva di immaginare un notevole bozzo che protrudeva dai pantaloni della tuta leggera, da lavoro, che indossava. Poi, però, decisi che erano tutte esagerazioni provocate dal timore di essere assalita, dopo una decina di minuti di lavoro (molto ben fatto) sul mio corpo iniziai finalmente a rilassarmi e a godermi anche questo secondo massaggio. Dopo altri 5 minuti, il massaggiatore andò nell'altra stanza lasciandomi sola per un momento. Capii che stava salutando le ragazze ... probabilmente nella sala eravamo rimasti solo io e lui. questa constatazione mi mise di nuovo in agitazione ... La mia mente era in allarme ed il mio corpo era rilassato. A peggiorare le cose, mi tornò in mente un particolare spiacevole a cui fino ad allora non avevo pensato: ricordi, amore, la depilazione totale delle mie parti intime , che feci giusto pochi giorni primadi partire , proprio per farti un regalo? Ecco, mi tornò in mente all'improvviso.. Mentre il massaggiatore era di là, saggiai la posizione dell'asciugamano che copriva le mie pudenda e lì per lì tirai un sospiro di sollievo: sembrava che non fosse stato spostato , forse era sufficiente a coprire la mia depilazione intima. Il massaggiatore tornò subito e riprese la sua azione : qualcosa però mi parve cambiato... Anzi, non c'era dubbio... Insisteva molto più sull'interno coscia ( e l'effetto del suo movimento lo sentivo anche sulle labbra della fica) , sfiorava il sedere , quando poteva si appoggiava.. La situazione peggiorò quando lui scostò decisamente un lembo dell'asciugamano, dicendo che dovava massaggiare anche più in alto ... Lo avrei fermato e sarei scappata, potevo ancora farlo ... Ma il guaio è che l'avvertimento fu contemporaneo all'azione. Il momento più imbarazzante furono quei trenta secondi di totale silenzio ed immobilità da parte di entrambi ... Evidentemente era stato colpito e sorpreso dalla visione della mia depilazione completa. Durante quei trenta secondi successe di tutto dentro il mio cervello... Ero talmente imbarazzata che un pensiero perverso si fece strada inesorabilmente e prese possesso di me contro ilmio volere... Ero nuda, indifesa e completamente esposta ad un uomo , ad un maschio che stava sbavando per me , per il mio corpo. Adesso il terrore divenne che lui si accorgesse di quanto ero bagnata... Sentivo che i miei succhi vaginali iniziavano a colare giù.. Si era impossessato del mio culo e il massaggio rasentava continuamente la mia passera ... Non poteva non accorgersi di quanto fosse bagnata.. Quando mi passò davanti al volto , stavolta non potei fare a meno di guardargli decisamente in mezzo alla gambe: stavolta c'era un bozzo enorme che veniva in fuori : mi chiesi quanto potesse essere grosso e se sarei riuscita a prenderlo dentro.. Nonostante tutto ciò, per me erano ancora fantasie che non avrei voluto mettere in pratica, ma fu lui a farlo:mi fece girare (a quel punto l'asciugamano era rimasto sotto di me , ed io ero sdraiata supina a cosce aperte e completamente nuda); era dietro di me ; quando si ripresentò alla mia visuale, era completamente nudo. Rimasi talmente sbalordita a seguito di questo gesto repentino e inaspettato, e anche alla vista del suo cazzo, anch'esso completamente depilato e che perciò appariva enorme, lungo, grosso, scuro, pieno di venature.. Con apparente tutta calma, ancora in piedi di lato a me, si piegò verso il mio ventre e reggendosi saldamente al lettino con le mani, infilò la testa tra le mie cosce, e subito iniziò a leccarmi ancora con decisione , ma contemporaneamente con calma. Io intervallavo proteste a gemiti incontrollati... Dopo un pò ci furono solo gemiti, amore... E dopo un altro pò ci fu la mia povera passerina infilzata da quel palo di carne.. Fu una resa incondizionata ... Poteva farmi quel che voleva ed io venivo.. Chiamò anche un suo amico altrettanto cazzuto e mi chiavarono in due ... Anche fica e culo insieme.. ecco perchè mi hai trovata così aperta , amore.. Tre ore di sesso senza interruzione... Amore... Quando uscii dalla sala a sera inoltrata, senza mutande (se le erano prese come trofeo) e impiastricciata di sperma secco dappertutto, e la sborra (mia e loro) che mi colava ancora dalla fica, ero tanto imbarazzata e prima di andare a letto ho avuto anche qualche piccola crisi di coscienza... Capisci... Avere ceduto così, essersi comportata come una troia.. Ma la mattina mi sono masturbata a lungo e per godere davvero ho avuto bisogno di spaccarmi la fica con un grosso vibratore .. Si caro , lo sai qual'è, me l'ero portato in vacanza ... Amore... Se invece di ieri l'altro fosse successo all'inizio della vacanza... La mia vacanza sarebbe stata solo la visita ai loro cazzi dappertutto fuori e dentro di me , e la loro sborra addosso...

martedì 13 luglio 2010

sono una gran .......

ciao, sono Franca, una giovane maestra elementare di 35 anni sposata con Ludovico, di un anno più vecchio di me, e madre di una bimba di tre anni, Giulia. Entrambi siamo padovani e viviamo a Padova.
Sono laureata in psicologia.
Prima di Ludovico, ho avuto una storia molto tormentata e passionale con un ragazzo, che è finita male. Mi sono sempre piaciuti gli uomini un pò pazzi e originali, e anch'io ho un lato folle e trasgressivo in un angolo dell'anima, ma ho anche una solidità ed un forte senso del dovere che hanno fatto sì che fino a
questa estate io sia  sempre stata una persona molto corretta, e non abbia mai tradito il mio partner.
Anche Ludovico , quando ci siamo conosciuti, sposati e abbiamo concepito Giulia, era un uomo particolare e affascinante , un compagnone, un  goliardico che amava far baldoria con gli amici ed i lazzi scherzosi di ogni tipo , e a letto era spumeggiante come nella vita; per questo me ne innamorai.
Poi ci furono una serie di lutti tra i suoi familiari,  ed altre  difficoltà anche economiche  da affrontare in casa, e Ludovico pian piano cambiò .
Si fece sempre meno espansivo. La risata e lo scherno divennero sempre più rare sul suo volto,  spesso imbronciato. Alla fine si tramutò in un uomo  spento e assente, assorto nei suoi pensieri; il sesso tra noi si diradò sempre più fino a diventare una cosa praticamente impossibile e per lui umiliante, nonostante il ricorso a tutti i possibili aiuti chimici.
Divenni perfettamente edotta sul problema che affliggeva mio marito . Ludovico aveva quello che viene chiamato il male oscuro: era colpito da una depressione importante. Nel primo anno, in forza del legame che c'era allora molto forte e che c'è ancora, e presa dallo spirito della crocerossina, feci tutto quello che potevo per aiutarlo e cercai di stargli più vicino possibile. Poi, il mio sentimento verso di lui iniziò a cambiare. Tutti gli impegni domestici erano ricaduti sulle mie spalle, lui come uomo non esisteva più e preso com'era dalla sua malattia sembrava richiudersi in se stesso ed escludere il mondo, me compresa. Pian piano, un rancore sordo verso di lui si impossessò di me , senza che potessi evitarlo. Cercavo di difendere l'immagine della mia famiglia ma ormai qualsiasi tipo di convegno, con familiari ed amici, era sempre imbarazzante : ormai era palpabile da tutti che c'era qualcosa che non andava. Io adoro il sesso e in particolare adoro fare l'amore, essere presa da un uomo.. Non solo questo non era possibile, ma lui sembrava non accorgersi più di me come donna.
Fino a questa primavera, l'effetto era stato quello di deprimermi sessualmente. Anch'io ero trasandata, tra l'altro a seguito della gravidanza ero aumentata di una taglia, non ero mai riuscita a recuperare la forma fisica precedente e non mi piacevo più.
Io che non avevo mai pensato seriamente a tradire mio marito, iniziai a fantasticare di possibili storie con altri uomini. Gli oggetti delle mie fantasie cambiavano spesso ed erano i più disparati:in aula mentre parlavo con un genitore, venuto al ricevimento a scuola per conoscere l'andamento del figlio,  immaginavo che egli mi saltasse addosso e mi possedesse con forza su un banco. Oppure, sognai di essere trascinata nel ripostiglio delle scope e lì scopata dal bidello, che non era neanche poi un  bell'uomo,ma si sa, la sessualità è una cosa capricciosa.
Esteriormente, nel mio comportamento non traspariva nulla delle mie fantasie, a cui mi abbandonavo proprio e solo perchè le consideravo pure fantasie che non sarebbero mai approdate nella realtà, la quale invece a sua volta si sarebbe potuta risolvere solo restaurando il mio rapporto di coppia.
Tali fantasie, insomma, le consideravo solo un modo per continuare a sentirmi viva.
Ripresi a masturbarmi e forse per reazione alla impotenza acquisita di mio marito, io che non avevo mai dato importanza alle dimensioni del sesso maschile adesso avevo orgasmi pazzeschi immaginando di essere riempita da membri virili grandi , durissimi, resistenti.
Prima di sposarmi, frequentavo un noto sito Internet dove c'erano vari gruppi di discussione a cui partecipavo, e a suo tempo avevo anche fatto alcune amicizie
virtuali che ricordavo con affetto.
Quell'anno, ripresi a navigare su quel sito, riprendendo un vecchio nick
che avevo ma clonandolo cambiando solo le due cifre finali, che indicavano l'età. Dopo un pò mi resi conto che lo spirito era cambiato rispetto ad anni prima: pur non arrivando  contatti reali, c'era in me una gran voglia di coinvolgermi. In particolare, un uomo più vecchio di me di diversi anni mi riconobbe dalla
somiglianza dei nick e iniziò a scrivermi, ed io avevo un gran desiderio di conoscerlo meglio. Iniziammo a chattare per qualche giorno ma poi lui si rivelò il classico farfallone da chat, e perse per me ogni interesse.
Una mattina l'odore  la luce ed il tepore della primavera instillarono in me una gran voglia di vivere , e sentii crescere in me il desiderio di sentirmi ancora e sempre donna. Presi ad avere cura di me stessa e del mio corpo. Facevo pochissimo sport ma la natura è stata generosa cone me e mi ha dato un bel viso e un corpo
fluessuoso e morbido  da sirena, e dopo solo  un paio di mesi di diete, massaggi , solarium e cure estetiche varie, una sera mi spogliai completamente e mi guardai allo specchio con gran soddisfazione: mi sentivo sexy e irresistibile.
Mi vestivo in modo semplice ma sempre in modo da esaltare senza volgarità le forme procaci del mio corpo.
Anche il comportamento dei maschi che avevo  intorno cambiò : ormai non era infrequente che mentre mi trovavo in giro per città venissi fatta oggetto di apprezzamenti espliciti, che però erano sempre volgari e  grossolani e pertanto non riuscivano a coinvolgermi , anche se  la femmina che c'è in me provava  soddisfazione a sentirsi oggetto della concupiscenza maschile.
Fui anche fatta oggetto  di qualche  tentativo di seduzione più strutturato, ma che non mi piacque , e poi avevo pochi contatti con il maschile a
parte tanti amici comuni con mio marito  a cui chiaramente piacevo ma con i quali neppure sognavo di potermi coinvolgere ( troppo rischioso e problematico ) e nei rapporti quotidiani, per il lavoro che avevo , non avevo molte relazioni con uomini.
Tutto questo stato di cose si trascinò fino ad estate inoltrata; alla fine
di GIugno sarebbero finiti tutti gli impegni scolastici , e dopo pochi giorni io sarei andata al mare per una vacanza insieme a Ludovico ed alla figlia.
Quel giorno avevo appuntamento con l'estetista, e mi godetti un paio d'ore di "coccole" tra depilazione e pedicure. Al ritorno alla mia auto trovai sul parabrezza un biglietto , fermato tramite il tergicristallo.
Stavo per gettarlo via meccanicamente pensando alle solite pubblicità, ma mi resi conto che questo era un'altra cosa: era di cartoncino, ed era piccolo, profumato,
finemente decorato e piegato in due.
Lo aprii e con somme sorpresa vi lessi, scritto a mano : " Ciao, è da
un pò che ti vedo in giro qui in città. Non ti conosco ma sono rimasto colpito dalla tua bellezza, e vorrei conoscerti meglio. Sono qui vicino a te e tutto quel che voglio è andare a prenderci qualcosa da bere insieme in un bar e chiaccherare un pò. Ti va ? Luca
"
Ero del tutto spiazzata, era la prima volta che mi capitava questo tipo di approccio.
Mi guardai intorno ed in effetti c'era un uomo che stava venendo verso di me sullo stesso marciapiede. Ben presto fu davanti a me e mi salutò in modo quasi buffo, porgendomi la mano da stringere e dicendo : " ciao , sono Luca. Posso offrirti qualcosa al bar là davanti ? " indicando un piccolo bar a poche decine di metri di distanza.
Tutto questo mi parve talmente surreale che mi piacque. Non c'era nessuno intorno ed eravamo a diversi isolati dal quartiere dove abito.. Non mi parve che ci fosse niente di male a fare due chiacchere anche se con uno sconosciuto, e non rischiavo niente. Accettai. Il tipo ( Luca ) si rivelò molto simpatico; Aveva i tratti
del volto un pò segnati,  come se avesse passato molto tempo all'aria aperta, il che lo faceva forse sembrare  più vecchio di me; aveva però un fisico molto prestante, come potevo vedere ( O ammirare ) dalla sua maglietta aderente.
Si vedeva che era impacciato a volte, e questo lo rendeva più simpatico. Mi
confessò che mi aveva incrociata molte volte  a passeggio per la città e ogni volta era sempre più curioso di sapere chi fossi, ma non aveva nessun modo per saperlo. Poi, quel giorno era libero da impegni e in giro per la città, e per puro caso mi aveva vista parcheggiare davanti all'estetista , e così aveva organizzato
tutto nella speranza di riuscire a parlarmi.  Mi raccontò un pò di lui e anch'io gli raccontai un pò di cose di me, pure restando sempre  sul generale. Era un piccolo costruttore edile calabrese , anche lui sposato e con figli. Si trovava a Padova perchè aveva ottenuto una importante commessa e poichè i lavori di
edificazione sarebbero durati a lungo , aveva trovato un piccolo appartamento in affitto in zona.
La conversazione si protrasse lentamente, intervallata da molte pause e da lunghi sguardi, e dopo un pò guardai l'orologio e mi resi conto che era passata più di un'ora! Mi congedai in tutta fretta. Luca insisteva perchè voleva rivedermi, a me lui non so perchè ispirava fiducia e tenerezza e perciò gli dissi che la sera successiva ci sarebbe stata la cena di fine anno della classe e se voleva avrebbe potuto venire a salutarmi lì. Gli raccomandai però di comportarsi con molta discrezione, se avesse deciso di venire: io ero una donna sposata.
La sera stessa ed il giorno successivo ripensai a quell'incontro fugace. Una parte di me era entusiasta come una ragazzina al primo amore. Era comprensibile:  quanto tempo era che un uomo non mi faceva la corte ? Anni.. Ragionevolmente, pensai, non potevo non lasciare un pò di spazio alla soddisfazione della mia vanità
femminile. Tra pochi giorni sarei andata in ferie : potevo dargli un pò di spazio e vederlo un'altra volta, forse due, non di più. Come già detto prima, avrei ricevuto le sue attenzioni come un balsamo per sentirmi viva, non ero ben decisa a non intreprendere una relazione extraconiugale: odiavo i tradimenti ed i traditori.
Per la cena ( era venerdì ) volevo essere attraente ma anche elegante.  Scelsi un vestito in tonalità celeste, da " collegiale ". Era un vestito intero a maniche corte che arrivava una spanna sopra al ginocchio , sul decoltè era fatto come una camicetta ed aveva con una fila di bottoni sul davanti che terminavano sullo scollo. Il vestito mi stava bene perchè  fasciava in vita ed io ho ancora la vita stretta. Tutto il mio abbigliamento oltre al vestito era costituito da un paio di sandali con tacchi alti, un perizoma ed un reggiseno  push up; in realtà avrei potuto permettermi anche di stare senza reggiseno ma così il seno era valorizzato al massimo; in un momento di civetteria mi permisi anche di sbottonare l'ultimo bottone in fondo, così che camminando lasciavo intravedere qualcosa di più delle mie gambe.
Mentre in auto mi recavo al luogo del ritrovo, che era  un circolo ricreativo situato in un paesino a pochi chilometri  dove quella sera c'era anche un'orchestrina che suonava tanghi, valzer e mazurche, mi sentivo un pò sognante, ed anche un pò nervosa; continuavo a pensare a Luca e mi dicevo che forse gli avevo dato un pò troppa corda. Fortunatamente la strada da percorrere era breve, e la conoscevo bene perchè c'ero già stata più di una volta, e la percorsi macchinalmente ritrovandomi a sedere con gli altri ad aspettare la cena, quasi senza sapere come c'ero arrivata.
La serata fu molto spassosa , grazie sopratutto  ad una mia collega bravissima ad animare questi incontri.
Arrivati al momento del congedo  con colleghe e genitori, ancora non avevo visto Luca. La serata era ancora giovane, saranno state poco più delle dieci e mezza di sera quando  ci alzammo tutti sciamando verso l'uscita. Fuori,nel cortile del circolo , finalmente trovai Luca che appena mi vide mi salutò con un cenno discreto; capii immediatamente che era stato lì ad aspettarmi, evitando di farsi vedere in sala da pranzo per non mettersi troppo in evidenza. Questo aumentò ancora la mia fiducia in lui. Io potei accomiatarmi dalla compagnia e una volta sola mi diressi verso di lui.
Notai che anche lui era vestito in modo semplice ed elegante: pantaloni neri attillati e camicia bianca. Chiaccherammo amabilmente per una mezz'oretta, e poi
lui mi propose di andare a fare quattro passi di danza. Io gli dissi che mi piaceva molto ballare in discoteca , ma non conoscevo i balli di sala, e comunque mi andava. Lui rispose che era proprio come me, e allora da me a lui si propagò una lunga risata contagiosa ..
Davano un tango, e tentammo di scimmiottare i movimenti degli altri  ballerini col risultato di aggrovigliarci nel tentativo di fare il giro.. Altre grassissime risate. Ero felice.
Poi, un lungo valzer lento. Noi lo trasformammo in un ballo della mattonella. Lui mi prese per la vita e mi strinse a sè.. Avvampai, perchè potevo sentire tutto il suo corpo forte di maschio ed il suo desiderio, e senza possibilità di equivoco sentivo molto forte anche la sue eccitazione premere su di me , sul monte di
venere , dato che anche con i tacchi lui era leggermente più alto di me.
Mi sentii sciogliere e mi abbandonai a lui. Lo sentì perchè quanto più il mio corpo morbidamente aderiva al suo, tanto più mi  sentivo stringere al suo corpo forte e fremente.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare. Quando sentii le sue labbra sulle mie, aprii la bocca e risposi con un lungo bacio passionale..
Poi, aprii gli occhi e mi resi conto di cosa stavo facendo. Mi sciolsi dalla sua stretta e corsi via.
Mi raggiunse e si scusò, dicendo che aveva agito senza pensare , in un momento di trasporto.. Non aveva nessuna intenzione di mancarmi di rispetto.  Accettai le sue scuse e taciturni ci avviammo verso il parcheggio, per andarcene. Lui era visibilmente rammaricato e contrariato, ed io pure.
Quando arrivai ad avviare la mia vettura ebbi un'altra brutta sorpresa: avevo lasciato per sbaglio accesi i fari e lo stereo, e la batteria era andata completamente giù .
Si offrì di darmi lui un passaggio. Io ero molto incerta e ci riflettei un momento: in fin dei conti, lui era sempre stato molto corretto , stasera ci aveva provato ma solo perchè io gli avevo dato certi segnali.
Quindi, accettai. In auto la conversazione languiva e c'era un pò più di un quarto d'ora da fare. Ogni tanto lui si girava e ci guardavamo.. Mi squadrava anche dalle scarpe fino alla punta dei capelli, come se avesse voluto mangiarmi viva, e questo mi preoccupava. E non avevo torto: ad un certo punto deviò e infilò una stradina che dopo pochi metri portava ad una specie di parcheggio per camper, e si fermò ad una piazzola vuota , isolata e coperta alla vista dalla vegetazione. Mi resi improvvisamente conto che eravamo completamente soli, io e lui, e che stavo rischiando molto: aveva l'aria di essere molto forte e avrebbe potuto abusare di me.
Tutti questi pensieri furono talmente rapidi che non ebbi neanche il tempo di
impaurirmi, perchè lui iniziò a dire che da quando mi aveva vista la prima volta impazziva per me e sarebbe morto se non fosse riuscito ad avermi..
Abbassò di colpo entrambi i sedili, del guidatore e del passeggero, così che io fui  sbalzata all'indietro e mi ritrovai sdraiata , e un istante dopo lui mi fu addosso.
Era completamente invasato: mormorava frasi sconnesse e cercava ancora la mia bocca ,ma io mi rifiutavo . Allora, fece saltare tutti i bottoni del vestito ed io a quel punto ero quasi completamente nuda alla sua mercè.
Non credevo ancora che sarei stata violentata, lui non mi sembrava il tipo. Ero incazzata con me stessa, invece: era naturale che accadesse questa cosa, dato che io avevo creato l'occasione .. Questo pensiero mi confuse. Nel frattempo, lui si era impadronito delle mie tette, le accarezzava con trasporto  e le stava
succhiando , ed il mio corpo non era indifferente a questo trattamento. Poi scese in basso , riuscì a divaricarmi le gambe e per un minuto buono riuscì a leccarmi, dicendo solo " sei un lago... " Questo abbassò parecchio le mie difese, sentivo ondate di piacere partire dal basso ventre e se non facevo qualcosa avrei
ceduto in poco tempo.. Con moto della volontà ed un colpo di reni riuscii a liberarmi, e a respingerlo.. Ansimavo forte. Luca uscì da sopra di me e ritornò al suo posto di guidatore, e pensai che adesso sarei riuscita a farlo ragionare e ad uscirne quasi incolume. Ma mi ingannavo. Si spogliò rapidamente davanti ai
miei occhi esterrefatti: prima la camicia, e vidi che aveva un fisico poderoso, poi i pantaloni. Quando si tolse la mutande , mi prese la testa con una mano e con forza mi constrinse verso il suo ventre mormorando : " guarda .. è una settimana che è così.. da quando ti ho vista.. " Strabuzzai gli occhi : era già gigantesco, e non era ancora in erezione. Ero costretta dalle sue mani con la testa sulla sua
pancia e  a pochi centimetri dal suo cazzo, fui investita dal suo forte odore di maschio ed a quel punto persi completamente la testa.  Una goccia di liquido seminale era in cima al glande .. istintivamente,  con
la punta della lingua assaggiai il suo sapore acre e salato. Mi rispose un gemito di soddisfazione e il suo membro iniziò a ergersi.   Dovetti aprire la bocca per accogliere la cappella, ed il sentirlo crescere fino a riempirmela completamente mi provocò un piccolo orgasmo, senza toccarmi.
Luca mi prese di peso, e mentre io mormoravo " no no no, ti prego .. " mi mise a cavalcioni, scostò il perizoma , cercò l'ingresso della mia intimità e con quello che ormai era diventato un palo mi penetrò, entrando per tutta la sua lunghezza con una facilità sorprendente.
Il mio corpo iniziò una danza frenetica su quel cazzo; ondate di godimento crescente si propagavano dal basso ventre al cervello, e ben presto raggiunsi un orgasmo che non dimenticherò.
Era una resa totale, e non potei impedire che lui iniziasse a parlarmi sporco con la sua voce profonda, e a chiavarmi brutalmente con quell'affare che ad ogni colpo sembrava arrivarmi nello stomaco. " che culo.. che culo fantastico .. " me lo palpava rudemente e mi schiaffeggiava con brutalità . " ahhh ..  " " sei la mia vacca, adesso ti sfondo " " oh no.. oh ecco .. si si si " Questo trattamento insieme alla stimolazione che il suo membro mi dava riempiendomi come non mai prolungarono l'orgasmo per cinque minuti buoni alla fine dei quali ero un oggetto nelle sue mani, una bambola senza volontà..
Ci ricomponemmo alla meglio, e poi lui ripartì. Non chiesi niente, immaginavo dove volesse andare e lo speravo. Ogni tanto la mia attenzione era catturata dal bozzo in mezzo alle sue gambe e non riuscivo più a staccare lo sguardo , sotto il suo sorriso che adesso mi pareva beffardo..
Mi portò a casa sua quella notte, e per tre ore fui sua . Appena arrivata a casa sua fui letteralmente scaraventata sul suo letto a pancia in giù e scopata in quella posizione per più di un'ora,  Mentre mi stringeva le tette, mi tormentava i capezzoli, mi schiaffeggiava con cattiveria e mi offendeva con parole
porche. Quando uscì, credetti che la mia vagina non potesse tornare più come prima: era una caverna , grondante dei miei umori fica era una caverna e del suo sperma.  Tornai a casa distrutta e con il vestito mezzo strappato.. Per fortuna dormivano tutti, altrimenti sarei stata scoperta di sicuro.
Nei pochi giorni successivi e prima della partenza per il mare, credetti di essere incendiata da una passione unica per Luca, per quanto perversa. Non volli più vederlo, perchè mi sentivo umiliata perchè mi aveva trattata da troia, ma fu un'impresa, perchè non facevo che ripensare a quei momenti di piacere che
avevo vissuto con lui.
Credevo di essere completamente presa da lui, dicevo,  ma dovetti ricredermi.
L'anno scorso avevo acquistato per puro sfizio un costume ridottissimo ; poi l'avevo provato anche a casa e avevo deciso che  esso era talmente striminzito sul seno che le mie  poppe rischiavano di saltare fuori ad ogni minimo movimento, e il pezzo di sotto sul davanti era un minuscolo triangolino e sul dietro era praticamente inesistente :io sono molto ben fornita anche sul lato B, e a suo tempo avevo deciso che sarebbe stato meno indecente stare completamente nuda sulla spiaggia.
Ora, il giorno prima della partenza per il mare  me lo provai e decisi che ero magnifica. Corsi pertanto dall'estetista per una depilazione radicale , alla fine della quale era rimasto solo un ciuffetto sul monte di Venere, e per il resto la mia micia era completamente glabra.
Quando, il secondo giorno di vacanza, lo indossai sulla spiaggia, non ebbi nessun commento da mio marito: quanto più io ero su di giri, tanto più lui era  spento. Aveva messo su anche un pò di pancetta ed era proprio floscio , ben diversamente dai maschi che si aggiravano da quella mattina intorno al nostro ombrellone, complice anche l'affollamento della spiaggia romagnola di luglio. Protetta da un paio di occhiali da sole, potevo vedere i loro sguardi arrapati: alcuni erano sfacciati e insistenti e si incollavano sulle mie tette, o ancora di più sul mio culo, quand'ero bocconi sull'asciugamano. Di alcuni mi colpirono i loro pacchi gonfi in mezzo alle gambe e immaginai che fosse stata la mia vista ad eccitarli. Ero eccitatissima e ogni tanto andavo a bagnarmi in mare perchè temevo si vedesse l'alone sul costume, in mezzo alle cosce. Nel pomeriggio, mio marito gonfiò il materassino e dopo avere giocato un pò con la piccola, io mi ci sdraiai sopra di pancia e mi lasciai portare qualche metro al largo. C'era un ragazzo completamente rapito alla vista del mio fondoschiena: allargai le gambe per dargli uno spettacolo ancora più interessante. Celato alla vista di mio marito e di quelli che erano sulla spiaggia da alcune barche , il ragazzo si avvicinò fino a pochi
centimetri dal mio culo..  Probabilmente Si stava masturbando..  Ero esaltata dal suo sguardo voglioso  anche se cercavo di dissimulare la mia eccitazione  .. Ma lui dopo un pò se ne andò.
La sera, mentre facevo la doccia nella nostra camera alla pensione, mi toccai a lungo per placarmi, e godetti come una pazza. Poi, recuperata la calma, mi misi a pensare a come mi stavo comportando. Ero lontana da casa e non mi conosceva nessuno lì al mare; non c'era pericolo di coinvolgimenti extra, perchè era impossibile : ero sempre in compagnia di Ludovico e Giulia. Dunque, che male c'era a troieggiare un pò sulla spiaggia ( feci una risatina quando mi venne in mente questa parola, troieggiare ) ? Mi sarebbe servito a mettere un pò di pepe alla vacanza, e nulla di più..
Un'occasione mi capitò il giorno successivo. Avevo deciso di andare al mercato che si svolgeva tutti i mercoledì e pertanto decisi di pepare un pò anche questa oretta o poco più di shopping. Mi misi un vestito largo ,bianco, di quelli da mare, che nella fattispecie era legato nella parte alta della vita , e mi fasciava sul decoltè, con una ampia scollatura. Sulle coppe dei seni era rinforzato, e quindi me lo misi senza reggiseno. Aveva la particolarità di essere semitrasparente , e mi eccitava molto l'idea che camminando il mio sedere facesse " vedo, non vedo ". Esagerai forse un pochino, perchè misi su un perizoma celeste, apposta perchè si vedesse..
Lasciai marito e bimba sulla strada per il mare e mi avviai a piedi verso il mercato.
C'erano molte bancarelle e poca gente, era poco più delle otto di mattina e faceva un bel fresco, mi sentivo bella e allegra. Un bancone attirò subito la mia attenzione : era molto grande, con un vasto assortimento ed era anche conformato in una strana foggia : c'era un furgone e davanti i banchi , ma tra banchi e furgone c'era una specie di tendaggio. Inoltre c'erano un sacco di vestiti leggeri appesi alle tende sopra i banchi.. Per dirla breve,sembrava quasi un bazar.
Anche i venditori ambulanti sembravano provenire da qualche paese arabo, ce n'era uno che indossava una lunga tunica , ed aveva la mascella forte ed il colorito molto olivastro; fu proprio lui che mi piantò gli occhi addosso con uno sguardo da cacciatore, come potevo osservare con la fida protezione dei miei inseparabili occhiali da sole, e dissimulando un sorriso mi precipitai subito ad importunarlo con le mie richieste. Lo feci impazzire per tre quarti d'ora buoni, costringendolo a tirare fuori tutto il suo campionario tra vestiti, magliette e cappelli. per fortuna sua, erano in due a servire i clienti, e come già detto, c'era poca gente. Troieggiavo in modo sublime: quando lui dall'altra parte e mi faceva vedere le magliette, gli offrivo ampie vedute del mio seno piegandomi in avanti; i vestiti li provai solo sopra ma non mi piacevano, e quando provavo i cappelli " sfilavo" davanti a lui, ancheggiando vistosamente . In entrambi i casi riuscii a fargli perdere il suo smalto affabile da venditore e notai con soddisfazione che il suo sguardo restava a lungo incollato alle mie curve. Alla fine era turbato e contrariato mentre io ero piacevolmente eccitata e i miei occhi brillavano di soddisfazione, protetti dagli occhiali da sole.
Decisi di comprare comunque qualcosa, mi pareva che il malcapitato ambulante se lo meritasse se non altro per la sua pazienza. Avevo visto dei reggiseni e mutandine molto succinti che mi piacevano un sacco , però volevo provarli e glielo dissi. " Signora, prego , viene qua nel retro " mi disse nel suo italiano approssimativo. Lo seguii : nel passaggio alla penombra del tendone nel retro vedevo tutto in modo confuso perchè non mi ero ancora tolta gli occhiali da sole, ma confusamente capii che il tendone dietro delimitava uno spazio ristretto , ed era ingombro di scatoloni di cartone pieni di mercanzia.
Improvvisamente, l'ambulante prese ad apostrofarmi in modo concitato : " Tu, signora , vuole provare queste mutandine ? mmmhhh, signora non va bene.. Io ha naso buono, e conosce quelle come te.. Tu sei in calore ! "
Io ero basita, sia per il passaggio al tu confidenziale da parte di uno sconosciuto che per le sue parole..
Si avvicinò e mi annusò , soffermandosi in mezzo alle gambe, sul collo e poi mi sconvolse alzandomi un braccio , infilando il naso nel cavo dell'ascella e aspirando con voluttà. " Si tu sei in calore, tu vuoi cazzo! Tu sei bagnata . Come fa io a farti provare mutandine ? tu le sporchi tutte! " Mi spinse con forza contro una delle scatole che mi arrivava ai ginocchi, così che quasi mi fece perdere l'equilibrio e riuscii a non cadere solo perchè istintivamente misi le braccia avanti reggendomi a qualcosa che trovai davanti a me. " Adesso ti fa vedere io.. " Mi rovesciò il vestito in avanti, in un attimo mi sentii tirare giù il perizoma con brutalità, adesso non vedevo più nulla.. mi schiaffeggiò la fica parecchie volte facendomi sobbalzare per la sorpresa e per la forte stimolazione che ricevevo. Poi mi infilò dentro due dita.. " Senti.. ho la mano e le dita fradice.. signora senti " Ero a bocca aperta e non potrei impedire che lui mi cacciasse in bocca quelle dita che erano ammorbate delle mie secrezioni. Continuava a schiaffeggiarmi e a dire " Signora, così non posso farti provare mutandine, tu sei in calore, ma io sa come calmarti" In un attimo mi sentii penetrare, di botto. Mi fece anche male, anche se entrò come un coltello nel burro. Ebbi una reazione di orgoglio: mi stavano stuprando! Volevo chiamare soccorso ma l'arabo mi teneva la bocca chiusa con una mano e con l'altra mi tormentava i capezzoli. Tentai di liberarmi ingaggiando una lotta furiosa, ma tutto quello che riuscivo a fare era dimenarmi, con l'unico effetto di farlo eccitare ancora di più. Stava piantato dentro di me e mi pareva di avere in fica una sbarra di ferro rovente.. Quanto doveva essere grosso e poi quant'era duro , pensai.. durissimo... un palo di carne.. Nel giro di un minuto mi aveva penetrato anche il cervello. continuando a dimenarmi, Mi piegai abbssando le spalle .. volevo sentirlo più a fondo. mi misi una mano tra le cosce, fino a sentire i suoi testicoli e la mia fica gonfia, fradicia e dilatata.. Non ce la facevo più, presi a sditalinarmi con foga. Dopo pochi minuti , lui si era fermato ed io con frenesia continuando a tormentarmi il clitoride andavo incontro a quel cazzo per farmi sfondare. Venni urlando ... " mmmhhh , signora, tu vuoi ancora un pò di cazzo, vero ?" Mi leggeva nel pensiero.. Mi fece togliere tutto , vestito e perizoma, e sdraiare sulle scatole di cartone. " guarda signora, questa è tutta roba tua, succhia che poi te ne do ancora" mi presentò il suo cazzo, e potei osservarlo da vicino. Era lungo, arcuato e nervoso, non grossissimo ma lungo e con una enorme cappella.. rabbrividii di desiderio e lo imboccai con voluttà, assaporando i miei stessi umori. Mi lasciai andare ad un pompino spettacolare cercando di ingoiarne il più possibile e segandolo con una mano, mentre con l'altra mi masturbavo. Ero arrapata e volevo venire insieme a lui, e che mi venisse addosso, mi inondasse di sperma. Ma invece ebbi di meglio : mi fece mettere sdraiata di schiena e mi piegò le gambe verso di me , e mi trovai col sedere in fuori e la fica in offerta, che lui infilzò col suo cazzone iniziando subito a pistonarmi selvaggiamente. In quella posizione potevo vedere il cazzo che entrava e usciva per tutta la sua lunghezza nella mia passera dilatata, e sentire il rumore del suo bacino che sbatteva sulle mie chiappe . Non resistetti molto: dopo cinque minuti mi lasciai andare al piacere estremo mentre l'arabo espresse la sua potenza virile tirandolo fuori e da lì, e col cazzo appoggiato sulle mie grandi labbra emise due o tre schizzi tremendi che arrivarono a bagnarmi il viso ed i capelli..

giovedì 8 luglio 2010

Disavventura a Firenze

Era primavera inoltrata eravamo a Firenze io e la mia donna, Miriam.
Faceva decisamente caldo e quindi andavamo in giro piuttosto sbracati, con vestiti leggerissimi. 
In quel giorno ci accadde la disavventura che sto per raccontare.
La mattina siamo stati in giro per il centro, ed il pomeriggio abbiamo preso l'autobus per Fiesole. Dopo due o tre fermate, l'autobus era stracolmo e andava a rilento per il traffico cittadino. Eravamo entrambi in piedi, l'uno davanti all'altra, così che lei mi offriva il panorama delle sue tettone dalla scollatura del camicione nero lungo che , insieme alle infradito e ad un minuscolo perizoma, costituiva l'unico capo di abbigliamento che indossava. Dopo cinque minuti di viaggio, mi resi conto ce c'era qualcosa che non andava. Miriam, che era stata finora molto allegra, chiaccherona e su di giri , adesso aveva una faccia seria ed assorta, come se pensasse a chissà cosa. Non ci misi molto a scoprire la possibile causa: c'era un uomo dietro di lei, letteralmente incollato a lei da dietro. Un borsaiolo! Pensai allarmato , e le sussurrai all'orecchio : "Passami subito la borsa.. " Lei obbedì immediatamente e così la sua borsetta la presi io a tracolla. Mi sembrò di avere risolto il problema e pertanto mi rimisi tranquillo, dopo aver lanciato un'occhiataccia al presunto taccheggiatore, che era un ragazzo ben messo dall'aria un pò trasandata con la barba un pò incolta. dopo poco tempo però mi resi conto che qualcosa mi sfuggiva ancora: il ragazzo non si era mosso di un millimetro e la mia lei , nonostante fossimo vicino ad un finestrino che sparava un bel vento fresco con il bus in movimento, sembrava rossa e accaldata. Ad un certo punto sobbalzò ma rimase ferma dov'era come se volesse dissimulare qualcosa che l'aveva sorpresa .. Un sospetto prese forma nella mia mente. E se il ragazzo invece di essere un borsaiolo , fosse stato un molestatore ? Nonostante il dubbio, non dissi niente : non dubitavo di quella che sarebbe stata la sua reazione, se veramente lo sconosciuto l'avesse palpata. Eppure .. Miriam era sempre più confusa e turbata, anche se non diceva niente. io sorvegliavo il ragazzo, potevo vederlo a malapena perchè era esattamente dietro di lei e dato che lei è alta quanto me, il suo viso ed il suo corpo me lo nascondevano.. Egli comunque era perfettamente impassibile, e non rispondeva alle mie occhiate. Un altro scossone di sorpresa della mia lei; Stavolta si girò a guardarlo, sicuramente con aria minacciosa, ma lui stavolta ricambiò lo sguardo con un'aria tra il beffardo e la sfida. Quando lei si girò di nuovo verso di me, sudava ed era rossissima in viso.. Stavo per decidermi a fare qualcosa, anche se mi scocciava terribilmente fare una scenata in pubblico quando invece probabilmente mi stavo inventando tutto io.. Quando con mio sollievo sembrò che la faccenda si risolvesse da sè; vidi con la coda dell'occhio che il ragazzo si era scostato dal sedere della mia donna, mettendosi a lato di lei . Miriam nel frattempo si piegò in avanti appoggiandosi a me e cingendomi le spalle con le sue braccia. Anche se il movimento era involontario , non mi piacque perchè in quel modo avrebbe sporto il sedere indietro e questa posa poteva essere presa per un'offerta sessuale.. .. Non ero indifferente alle sue tettone appoggiate al mio petto e al suo effluvio di femmina. Adesso , con il fiato corto , si sporse ancora di più verso di me e ansimando mi sussurrò: " ... mi stanno palpando .. " Ero stupefatto, conoscevo bene Miriam e l'istinto mi diceva che era eccitatissima, e poi non si era spostata di un millimetro, anzi ... Non potevo crederci, un maniaco toccava la mia ragazza e lei partecipava, stava godendo! Adesso mi stava facendo la cronoca di quel he succedeva " caro.. è arrivato..." Indovinai subito cosa voleva dire: le aveva messo una mano sotto e la stava rovistando tra le cosce.. Miriam non riusciva quasi più a parlare, mi disse qualcosa ma con voce rotta ma i parve di capire solo qualcsa come " in mano " e farfugliò qualcosa come Coca Cola.. Ma non capii niente. Adesso la sentivo agitare il sedere , il suo dimenarsi si trasmetteva a me per il contatto tra noi. " ohhh.... " ancora al mio orecchio. Immaginai che la stesse masturbando, immaginai le dita di un estraneo nella sua fica e una immediata erezione mi tese i pantaloni, con mia sorpresa: avevamo fantasticato di un altro uomo e lei godeva da pazzi quando lo facevo durante il rapporto, ma finora era stato solo un gioco. Poi, L'atto finale. Il ragazzo aveva lasciato ricadere il camicione, stava armeggiando con qualcosa in basso che io non potevo vedere .. Il resto accadde in fretta: il ragazzo in un baleno alzò il camicione di lei e riprese la posizione di prima, premendola da dietro. Ancora un gemito represso di Miriam.. " che succede " Le sussurrai.
Non rispose subito ma si sbottonò un bottone davanti e guidò la mia mano in mezzo alle cosce. Non ci fu spazio per un moto di gelosia: sarebbe stato ipocrita, ormai avevo messo una mano in tasca e mi stavo segando attraverso i miei pantaloncini leggeri, e lei l'aveva capito. Ecco quello che sentii: non riuscivo più a sentire al tatto alcuna traccia del perizoma che lei aveva indossato la mattina, e la mia lei era con la fica completamente al vento. In mezzo alle cosce di miriam c'era una nerchia spropositata, enorme e tutta segnata da rilievi, e stava appoggiato premendo sulla sua fichetta ( completamente depilata ) soltanto in virtù della propria tremenda erezione. Finalmente capii la frase sommessa di prima: era grosso come una lattina di Coca.. La mia ragazza adesso si era ancora abbassata piegando leggermente le gambe e da me sostenuta, dondolava impercettibilmente il bacino passandosi quel grosso dildo di carne sulla vulva. Lei era talmente zuppa che nel giro di un paio di minuti anche il cazzo del ragazzo era completamente lubrificato. Poi, il ragazzo cominciò anche lui a muoversi avanti e indietro e ad ogni movimento dei due la bega si impegnava all'ingresso accompagnata da un " ahh.." di lei , e poi  scivolava via . questo accadde per quattro o cinque volte , poi finalmente il serpente di carne trovò la strada dentro la mia ragazza. . "Ahhh.. siii ... Toccami " Obbedii.. Non fu difficile trovare il suo clitoride gonfio e sporgente su quella fica aperta, ma fu troppo per me : quando le mie dita incontrarono quel palo che dolcemente la stava sventrando, me ne venni nei pantaloni. " oddio ... sto per venire.. non ce la faccio .. è troppo... " Ricevetti il suo orgasmo dopo pochi colpi .. 
Riuscì a contenersi ma era sudata, paonazza e faceva certe facce, che temetti davvero che ci scoprissero. "Mi scopa ancora.. mi sta devastando.. " Fu pompata , molto molto lentamente ma tanto a fondo per altri dieci minuti, ovvero fino al capolinea ( l'autobus fortunatamente rimase sempre strapieno ) . Volle che io la sgrillettassi e venne altre due volte. L'ultima fu spettacolare e mi lasciò ammirato: lei iniziò ad avere movimenti pelvici quasi incontrollati, che sia io che lui cercammo di nascondere facendole scudo coi nostri corpi. cominciò a sussurrarmi : " oddio , sto per venire ancora.. è sempre più grosso.. ecco ecco.. ohh mi viene dentro ohhh " Alla fine il ragazzo aveva per un attimo perso ogni ritegno e le aveva dato due o tre colpi d'ariete, inarcandosi in modo da affondare tutto dentro di lei nel momento del godimento supremo. Anche lei esplose e tentò di gridare " VENGOOOOOO... " Dovetti tapparle la bocca con la mano. Fu un vero miracolo che non venissimo scoperti. Il ragazzo si ricompose in fretta e sparì tra la folla alla fermata. Andammo a ricomporci subito nel bagno di un bar , e lì potei constatare l'effetto devastante di quel cazzo sulla fica della mia miriam : era rossa , gonfia e completamente slabbrata. Quel che mi lasciò di stucco fu la quantità di liquidi che colava dalle sue cosce, e capii che aveva ricevuto in fica una sborrata eccezionale . La sera poi mi raccontò che per dieci minuti il ragazzo l'aveva tormentata palpandola ovunque da sopra i vestiti ( o meglio, quel poco che portava addosso ) e poi facendole sentire da tutte le parti quello che le era sembrato fin da subito una sberla di cazzo impressionante. Lei era dapprima paralizzata dalla sorpresa e poi anche infastidita. Il ragazzo , completamente noncurante del rischio e della situazione imbarazzante, aveva continuato la sua azione imperterrito. Dopo un pò, lei aveva deciso di ignorarlo, piuttosto che piantare un casino. Tanto, in mezzo a tutta quella gente, pensava, non avrebbe potuto fare molto.. Ma, proprio mentre pensava: " Però, deve essere proprio grosso.. " il ragazzo le aveva preso la mano e l'aveva infilata nei pantaloni, portandola a cingere un mostro di carne che l'aveva lasciata turbata e sgomenta.. Tanto incapace di reagire che il ragazzo l'avea costretta per alcuni secondi a fargli una sega. 

Non ci furono conseguenze gravi nè per il nostro rapporto nè per altre cose, ma questo episodio ci rese complici a tal punto che da allora in poi per tutta quella estate combinammo insieme una quantità infinita di porcate ! :-)

lunedì 5 luglio 2010

Il bagno turco ( repost)

Io e la mia lei eravamo in vacanza in uno di quei club all inclusive. Caldo, sole, tantissime attività programmate ogni giorno. Stanza bellissima, aria condizionata, tanto relax. Un giorno ci venne l’idea di provare la parte fitness e massaggi del club. A dire il vero di Fitness ne facemmo molto poco, visto il caldo, però un bel massaggio rilassante era quello che ci voleva. Entrammo nelle stanze riservate a questa attività, una serie di lettini dotati di separè. Un’occhiata rapida ed individuammo i due massaggiatori liberi. Gli unici. Non c’era nessuno a quell’ora, subito dopo pranzo. Chiedemmo se era possibile avere un bel massaggio rilassante e ci dissero che non c’era problema. Ci fecero accomodare su lettini adiacenti ma divisi da un separè bianco trasparente. Alla mia lei toccò quello più grosso, e grosso era il termine giusto perché avrà pesato più o meno 150 chili. Manone e braccia enormi, grossa pancia. Mi sentii sollevato, di certo non era il suo tipo uno così. E saperla toccata da un essere del genere un po’ mi infastidiva. Ci chiesero di toglierci praticamente tutto e di rimanere solo con gli slip. Per me non ci fu problema ma vidi in controluce che lei si spogliava un po’ svogliatamente e che non tolse il reggiseno. Ci sdraiammo a pancia in giù e ci coprirono le terga con un asciugamanino. Il massaggio fu un vero toccasana, dal collo alle spalle in giù fino al fondo schiena e poi fino alle piante dei piedi passando per le gambe. Olii profumati, odori eccitanti ed orientaleggianti per tutta la sala. Riuscivo a vedere anche il massaggio che il bruto stava praticando a lei al di là del separè. Lo vedevo impastare con le sue dita nodose tutta la sua schiena, poi lo vidi slacciare il reggiseno “signorina questo dà fastidio, lo slacciamo”. La mia lei non fece opposizione.Così a schiena completamente nuda lo vedevo che allungava sempre di più lo scorrere delle sue mani fino all’inizio del fondoschiena. E poi lo vidi iniziare a dedicarsi al sedere della mia donna. Attraverso le mutande girava le sue manone spalmando di olio le sue chiappe. Lo vidi scostare gli slip fino a farli diventare quasi un perizoma ed indugiare con le mani sul solco del sedere. Sentivo lei ansimare leggermente. Si stava rilassando o si stava eccitando? Lui passò all’interno coscia e risalì ancora verso il culo. Ma stavolta vidi che con un dito scorreva attraverso le chiappe lubrificando ben bene tutto l’interno. A questo punto abbassò lo slip del tutto fino alle cosce. Lei non si oppose di nuovo. A culo nudo e tutto lubrificato si sentì un po’ troia credo e come tale reagì. L’omone non ci mise molto, durante il finto massaggio del culo, a piantargli per sbaglio un dito nel buco. E che dito, sembrava un cazzo di medie dimensioni. Lei sobbalzò e per paura che mi accorgessi di quello che succedeva fece un grosso respiro, ma non disse nulla, forse intimorita dalle fattezze dell’omone. Questi allora decise di infilarle un secondo dito in figa. E di proseguire il massaggio fino all’orgasmo della mia lei, che udii impercettibilmente. Nel frattempo quel bestione aveva anche avuto modo di strusciare il suo imperioso membro sul suo corpo disteso. Ma non si spinse oltre. Terminata l’operazione, i due massaggiatori ci fecero rivestire. Tolto il separè, la vidi paonazza in volto e palesemente, ma piacevolmente, scossa da quel trattamento inaspettato. Tuttavia non ne fece parola. “Vi consigliamo di approfittare del bagno turco qui vicino”, suggerirono entrambi. L’idea non era male e peraltro era deserto anche il bagno turco. Entrammo tra i vapori dell’acqua calda e non scorgemmo nessuno. Ci spogliammo completamente, ed ancora ben oleati ci immergemmo nell’acqua. Eravamo eccitati, io per quello che avevo visto e lei per quello che aveva provato. “Che ti ha fatto quel porco mentre ti massaggiava?” “Niente, mi ha solamente massaggiato e basta” “Non raccontare bugie, ti ho visto sai quando ti ha infilato un dito nel culo?” “Ma che dici, sei pazzo?” Allora per provarle che era vero quello che stava dicendo, la presi a cavalcioni su di me nell’acqua e le infilai anche io un dito nel culo. Entrò subito come non mai tanto aveva il buchino lubrificato e dilatato. “Allora, che ne dici? Non è mai stato così facile entrarti nel culo, te lo ha sfondato quell’animale vero?” “Oddio sì, siii, ancora siii, me lo ha infilato tutto nel culo e poi anche nella figa, ma io non ci potevo fare niente.” “Porcona che non sei altro!” “Sì, sono una porcona, siii” Così come stavamo la penetrai immediatamente. “Usciamo dall’acqua, ti prego”. Ci mettemmo sul bordo piscina, io sotto e lei sopra e scopammo come non mai mentre continuavo ad infilarle un dito in culo. Lei godeva ed urlava tra i vapori che ci nascondevano. Ma da cosa? Dagli sguardi indiscreti di un paio di uomini che erano entrati senza che noi ci accorgessimo di nulla. Anziani, sulla sessantina. Flaccidi, pelosi. Erano seduti su una panca a due metri nemmeno da noi e si stavano gustando tutto non so da quanto tempo. Lei non se ne era accorta. E si dimenava ancora di più. Si staccò e si gettò sul mio cazzo in tiro per spompinarlo come solo lei sapeva fare. Vidi allora che i due si erano oramai scostati gli asciugamanini ed erano completamente nudi. Si stavano masturbando. Uno non si capiva nemmeno se avesse il cazzo in tiro o meno, l’altro invece era grosso, ma veramente grosso. E stavano a pancia all’aria, anzi a palle all’aria, con il cazzo in mano e guardavano la mia lei che mi faceva un pompino da sogno. Tentai di fermarla. “Ehi, guarda che c’è gente!” “Dove?” “Qui accanto a noi, ci sono due uomini, anzi due vecchi che si stanno masturbando” “Non li vedo, dove sono?” “Girati a destra e fai piano” I vapori si erano diradati ed ora le due sagome si scorgevano perfettamente. Li vide e si ritrasse subito. Tentò di coprirsi, ma alle nostre spalle arrivò l’omone dei massaggi. Non lo avevamo visto per niente. “Allora, cosa fai ti fermi proprio ora che sono arrivato io?” “Mi scusi ma che vuole lei?” “Come, non ti è piaciuto il massaggino di prima? Mi era sembrato di sì, così ho invitato questi due miei amici per godersi lo spettacolo, è da quando ti ho infilato il dito nel culo che ti osservano da dietro lo specchio della sala massaggi” “Ma che bastardo che sei!!” Io ero inebetito dalla scena. L’omone si spogliò all’istante sfoderando un cazzo di smisurate dimensioni. “Adesso che dici di divertirsi insieme?” E con un gesto rapido le sbattè il cazzo sulle labbra. Lei si ritrasse, ma lui le prese la testa con una mano e la bloccò. La tirò verso di sè e la spinse sul suo cazzo. Lei non ce la fece a resistere, in prossimità della cappella gigantesca aprì le labbra e lo prese in bocca. Si avvicinò anche il vecchio con il cazzo in tiro ed iniziò a lisciarle le cosce. Lei lo scostò via. Mentre pompava l’omone, quell’altro si rifece sotto e le sfiorò direttamente la figa. Lei lo scostò di nuovo, ma con meno forza. Allora la fecero mettere comoda, il bestione con lei attaccata al suo cazzo per la bocca fece due passi indietro e si sedette sulla panca a bordo vasca, lei si inginocchiò davanti a lui con la testa affondata tra la sua pancia e le sue cosce ed il viso che sbatteva sulle due enormi palle dell’uomo. Il vecchio si avvicinò di nuovo e, guardandomi come per ricever e un cenno di approvazione, si mise dietro di lei. Iniziò a toccarle il culo. Lei fece per togliergli le mani. Lui riprovò ancora, stavolta passando da dietro, ma verso la fica. E lei non si oppose più. La toccava e si masturbava e lei spompinava quell’armadio. Io mi stavo eccitando tantissimo ed iniziai a masturbarmi. L’altro vecchio era innocuo fortunatamente, ma credo volesse anche lui la sua razione di sesso. Ed infatti si alzò dalla sua panchina per accomodarsi di fianco all’omone. La mia lei lo vide e si impaurì. Un altro ancora. Questi iniziò ad accarezzarle la testa seguendo il movimento del pompino che stava facendo al bruto. Poi le prese una mano e se la portò verso il suo cazzo. Era grosso anche il suo, ma non molto eretto. E lei tentò di ribellarsi, ma fu un attimo. Perché il vecchio che stava dietro di lei le mollò una sculacciata sonora. Lei inarcò la schiena, ma sbarrò gli occhi per il piacere. Tutte quelle mani addosso, tre cazzi da sfamare, un sogno. Prese in mano il cazzo del secondo vecchio ed iniziò a masturbarlo. Da dietro intanto il vecchio dal cazzo grosso si preparò la strada. La mise a carponi senza staccarle la bocca dal cazzo dell’omone e le piantò il suo membro nella fica ormai grondante. Ed iniziò a pomparla. E la sbatteva ed ogni volta lei affogava con l’altro cazzone in bocca e smenava l’altro vecchio con la mano destra. Cambiarono posizione subito dopo. L’omone scivolò dalla panca e si piazzò sotto di lei. La prese e la portò verso di sé leccandole le tette, succhiandole i capezzoli, slinguandola ovunque. Lei dovette smettere di smanettare il vecchio sulla panca, mentre quello dietro si staccò da lei avendo capito che cosa sarebbe successo. Lei era tutta lucida degli olii spalmati addosso, tutta lubrificata. L’omone le piantò il suo enorme cazzo in fica, impalandola. Lei si mise subito a smorzacandela. Il vecchio sulla panca si alzò e le poggiò il suo cazzo in bocca. Lei se lo abboccò tutto fino alle palle. Si dimenava, si sentiva sfondata ed io ad un passo da loro continuavo a masturbarmi, ma non intervenivo. Il vecchio dietro, allora, decise di fare il colpo grosso. Si inginocchiò, puntò la sua cappella sul buco dilatato e lubrificato della mia lei e di colpo la inculò. Adesso sì che era piena in ogni dove. Il primo che sborrò fu il vecchio che stava spompinando. Tutto in faccia, anche se barzotto fece una sborrata copiosa. Poco dopo venne quello nel culo che si alzò di scatto la prese per i capelli, la voltò verso di sé e la inondò di fiotti cremosi e bianchi fin sopra i capelli. L’omone si alzò tenendola ancora incollata a sè. Lui in piedi, lei in braccio a lui con quel cazzone piantato in fica. La fece scendere, la fece voltare, la fece piegare in avanti con le mani poggiate per terra e la inculò anche lui. Mi avvicinai e la carezzai in volto, la feci arrivare all’altezza del mio cazzo e mi feci spompinare anche io. Era supereccitata, lo prese in bocca e quasi lo mangiò voracemente, mi morse le palle, mi leccò il culo e piano piano mi sfiorò il buco con le dita e mentre si sentiva sfondare dentro, forse per farmi provare quello che sentiva lei, o per vendetta, mi infilò un dito in culo. Provai una sensazione stranissima ma piacevole, il mio orgasmo fu moltiplicato da questa sensazione e le svuotai le palle in gola. Le colava tutto dalla bocca quando si inarcò, l’omone tese tutti i suoi muscoli, emise un gemito “dai troiona, dai che vengo, dai che ti rompo il culo e te lo riempio di crema, muoviti, ancora!” “Sì sfondami, sono la tua troia, sì spaccami il culo, sborrami dentro dai, fai vedere a quel frocio del mio ragazzo come si incula una donna, dammelo tutto, fino alle palle, dai mettimele dentro, ah……ah…” “Veeengoooo!!!!!” E quando si staccarono, vidi un litro di sborra colarle dal buco del culo. Ci sdraiammo sfiniti, gli uomini andarono via verso gli spogliatoi. Ci immergemmo in piscina per rinfrescarci e pulirci. Fu un bel bagno turco, molto turco.

martedì 29 giugno 2010

Una vacanza imprudente

La vacanza era iniziata subito male... Marika in quel momento si trovava in un vecchio tassì in compagnia di un arabo barbuto e poco rassicurante ed in cuor suo malediceva un uomo di tredici anni più vecchio di lei che rispondeva al nome di Marco. L'aeroporto da cui era appena sbarcata insieme a qualche centinaio di turisti stava sfilando in lontananza e lei era sempre più sola insieme al tassista, diretta a Sharm El Sheikh per una vacanza solitaria. Era sola, sentiva, per colpa di Marco, quell'uomo sposato che l'aveva fatta impazzire di passione e di piacere in lunghi pomeriggi d'amore possedendola con il suo gran cazzo, e che la teneva sulla corda da più di due anni ormai, senza decidersi nè a lasciarla nè a mettersi con lei. Col risultato che adesso si trovava in una situazione poco invidiabile e quasi pericolosa. In realtà il giovane tassista con la barba si rivelò un uomo piuttosto tranquillo , gentile e disponibile. Fu felice quando Marika , che fino ad allora aveva parlato in inglese hche conosceva bene perchè era stata per anni negli USA, tirò fuori con timidezza il proprio arabo. Marika, nonostante fosse un pò pazza in faccende amorose, era tutt'altro che una sprovveduta : sapeva diverse lingue e ne stava studiando di nuove proprio in quel periodo, lavorando e frequentando l'università a Firenze. Aveva ragione di preoccuparsi perchè era sola , essendo una ragazza ancora giovane , di 35 anni, ed era proprio il tipo che poteva far bollire il sangue agli uomini arabi: piccola, castana chiara con occhi grigiocelesti, molto morbida e ben fatta con un gran culo sodo, vita stretta e due grandi tettone. Il viaggio si concluse felicemente : nonostante il caldo ed il sole si stava bene perchè il clima era secco e Marika fu soddisfatta dell'albergo che era grande ma accogliente con personale gentile e disponibile. La cucina non era il massimo ma Marika era venuta a Sharm sopratutto per la sua grande passione : il mare e lo snorkeling. Marika faceva vita molto tranquilla ; la mattina si svegliava tardi e dopo colazione faceva una puntatina al mare, nelle ore più calde tornava in albergo e girellava per negozi o bazar fino a pomeriggio inoltrato, poi tornava al mare per un bagno più prolungato e alla sera partecipava alla vita notturna in modo limitato e discreto. Marika comunque, anche se si sentiva un pò sola, stava bene anche se le giravano un pò le scatole perchè M. non la chiamava mai, o quasi. Ovvio il fatto che una ragazza voluttuosa, sola e che parlava la lingua venisse subito messa al centro dell'attenzione da parte di tutti i maschi facenti parte del personale dell'albergo. Due uomini riuscirono a prendere confidenza con lei : Abdul e Nahgib, entrambi sui quarantacinque . Il primo, impiegato alla reception, era molto gentile e si comportava come un uomo che vuole fare amicizia ( e difatti anche dopo la vacanza i due si mantennero in contatto amichevole). Il secondo invece era una specie di tuttofare, era presente ovunque e dava disposizioni agli altri , al che Marika immaginò che fosse una specie di direttore di sala o qualcosa del genere. Il fatto è che Nahgib era sempre presente anche dove andava lei . Alla colazione del mattino non mancava mai di sedersi al suo tavolo , qualunque fosse l'ora in cui lei scendeva , e si prodigava in ogni genere di complimenti sulla sua bellezza , e ogni tanto le faceva anche domande indiscrete ( perchè una donna bella come te se ne sta da sola in vacanza.. ? e così via ). Nahgib era indiscutibilmente un bell'uomo, proprio il genere che le piaceva di più : abbastanza alto ma sopratutto molto ben piazzato e dall'aspetto molto virile. Il difetto, secondo lei, era che portava i baffi ; Marika, per quanto abbastanza attirata dai barbuti, diffidava istintivamente di quelli che hanno solo i baffi. Associava generalmente I baffi una una personalità equivoca e difatti anche Nahgib era un .. untuoso, probabilmente un lascivo..Probabilmente, pensava Marika, era uno che appena intravedeva una possibililtà con una turista, le si incollava addosso come un francobollo e la tampinava finchè non era riuscito a trovare l'occasione per scoparsela. Ecco cos'era.. Chissà quante se ne era fatte, in un posto come quello... No, non ci pensava neanche a diventare un'altro pezzo della sua collezione. E poi si sentiva impegnata.. Anche se quella testa di cazzo di Marco non era lì , il suo cuore era con lei e poi.. che uomo fantastico che era il suo Marco ! Marika però era una ragazza gentile e anche un pò vanitosa e perciò non poteva fare a meno di sorridere alle attenzioni di Nahgib che arrivarono fino al punto di farle trovare fiori dappertutto, anche in camera. Al quinto giorno, lei era sul mare a prendere il sole , stava dandosi la crema solare protettiva e pensava : come faccio adesso senza il mio uomo che me la spalma sulla schiena ? Proprio mentre pensava questo comparve dal nulla Nahgib in costume dicendo : " hai bisogno d'aiuto ? " N. era sempre stato molto corretto anche se un pò troppo appiccicoso, e allora Marika lo lasciò fare e si mise sull'asciugamano a pancia sotto , indossava un due pezzi . L'uomo iniziò a spalmare la crema facendo dei lenti cerchi... Lei si rilassò e chiuse gli occhi. Stava diventando un dolce massaggio rilassante e Marika non si preoccupò del fatto che durasse tanto a lungo, ma si lasciò andare.. Dopo un bel pò l'uomo improvvisamente disse " Questo lo togliamo " e senza chiedere il permesso sganciò il reggiseno del bikini e le coppe dei seni apparvero in tutta la loro imponenza, schiacciati tra lei e l'asciugamano. Lei aprì gli occhi con un moto di sorpresa ma il movimento dell'uomo era sempre lo stesso e non si allarmò, rilassandosi di nuovo. Questo fu probabilmente percepito dall'uomo come un segno di invito, perchè Marika percepì , dapprima in modo leggero, poi sempre più accentuato, la pressione del corpo caldo dell'uomo che si appoggiava al suo sedere. " Come sei bella " proruppe all'improvviso l'uomo e si gettò su di lei senza ritegno, infilando le mani sotto e avvolgendo i seni mentre lei sentiva contro di sè il suo corpo duro e fremente e la sua bocca aveva iniziato a morderla dolcemente sul collo, provocandole dei brividi involontari. Questo attacco improvviso la sorprese a tal punto da richiare di essere penetrata a tradimento direttamente sul posto , perchè l'uomo nel frattempo si era spostato in basso con una mano e l'aveva infilata nel suo costume... Lei era come in trance ,inebetita... Quel che la fece tornare in sè fu il contatto delle tozze dita dell'uomo con la sua vulva. " Cosa fai .. aiuto ... AIUTO " Era terrorizzata ... Ansimava talmente che aveva paura di non riuscire a gridare. L'uomo si staccò dopo pochi secondì , farfugliando in italiano : " scusa signora, scusa... " " Come ti permetti ? Sparisci immediatamente !" . Rimasta sola, Marika si ricompose e cercò di dimenticare l'accaduto. Quel giorno finalmente Marco telefonò , per la prima volta da quando lei era in Egitto. Lei ne fu felice e per una ventina di minuti gli descrisse un pò tutto: l'albergo, il mare bellissimo ed i pesci nel Blue Hole, la sua abbronzatura ... La voglia che aveva di lui .. Ma preferì non dirgli nulla dello stalking culminato nel grave episodio di molestia sessuale ; M. era molto geloso e poi si sarebbe preoccupato per niente perchè ormai la situazione era sotto controllo , non avrebbe più dato confidenza alcuna a Nahgib. Il giorno passò abbastanza tranquillamente ( N. era sparito ) ma quando si trovò sola in camera si scoprì agitata. Non riusciva a non pensare a quel che era successo sul mare la mattina, il ricordo del tentativo di violazione dell'uomo ( che si era confermato pericoloso ) le ripassava nella testa continuamente. Doveva stare attenta, pensò : l'uomo era molto robusto e se si fosse fatta sorprendere in una situazione in cui non avesse potuto chiedere aiuto, avrebbe potuto avere ragione di lei con facilità. Per distrarsi si masturbò quasi furiosamente pensando all'ultima volta, la settimana scorsa, in cui lei e M. avevano fatto l'amore.Si trovò bagnatissima ad ansimare di piacere, ma neanche al momento dell'orgasmo riuscì a distrarsi dal ricordo del contatto con quel bruto. Non poteva fare a meno di immaginare le dimensioni del cazzo dell'uomo : doveva essere qualcosa di enorme e lei era molto stretta e Marco ( che ce l'aveva molto grosso ) a volte durava fatica ad entrare. Venerdì Marika fu molto contenta di cambiare aria : aveva prenotato un giro in autobus per una visita alle piramidi ( lontane ) e stette fuori tutto il giorno. Al rientro in camera a sera inoltrata trovò una sorpresa: un regalo bellissimo, una collana di corallo molto semplice ma molto bella, con annesso un biglietto di scuse di Nahgib. Non le piacque questa cosa , che la costrinse a ripensare agli eventi del giorno prima. Decise che non poteva accettarla. Al mattino dopo ( era l'ultimo giorno, l'indomani si sarebbe di nuovo imbarcata per il ritorno ) però N. si presentò ancora al suo tavolo con un mazzo di rose rosse ed una faccia molto contrita, si profuse in mille scuse dicendo che era rimasto abbagliato dalla sua bellezza e che si era innamorato di lei, e che perciò umilmente chiedeva che lei lo perdonasse e accettasse il suo regalo. " Va bene ... " Non l'avesse mai detto : l'egiziano si inchinò di fronte a lei, le baciò la mano ( lei non aveva mai sopportato queste smancerie maschili ) e pretese di provarle la collana, che le stava benissimo. Marika stette molto tempo al mare quel giorno : lei è di carnagione chiara e si abbronza poco, ma prende un delizioso colore bronzeo . Voleva completare la sua abbronzatura , col risultato che alla sera era molto stanca , accaldata e quasi piacevolmente istupidita , ma anche irritata per due motivi : Marco non si era fatto più sentire e per di più a causa del cedimento della mattina aveva di nuovo l'egiziano continuamente intorno... era veramente molto stanca, spossata, allentata. Più subiva la corte serrata di N. e più si arrabbiava con M. Nonostante fosse tornato gentile come sempre , l'egiziano aveva un modo quasi offensivo di farle la corte. Era deferente nei modi ma diceva solo e soltanto cose frivole come gli arabi sanno fare benissimo e la spogliava continuamente con lo sguardo ... uno sguardo lascivo, sfacciato, che non lasciava dubbi su quali fossero i suoi pensieri. Dopo cena ed una bella doccia calda durante la quale si era coccolata ancora un pò con le dita ( trovandosi piacevolmente umida ) M. si soffermò a guardarsi allo specchio e quel che vide le piacque . Le tette stavano su bene solo con il reggiseno perchè erano veramente grandi, ma il suo seno insieme a tutto il decoltè era veramente sensuale. Tutto il suo corpo era miracolosamente rassodato e di un bel colore.. aragosta, quella sera. Il contrasto tra il rosso delle gambe e la pancia ed il bianco della zona pubica non era per niente spiacevole. Si girò : un bel culo con solo un pochino di cellulite, grande, che faceva contrasto con la vita abbastanza stretta. Non resistette alla tentazione di vestirsi in un modo che sapeva irresistibile : un vestitino leggero e molto scollato color marrone ben sopra le ginocchia , tacchi molto alti con smalto rosso alle dita dei piedi, un reggiseno a balconcino. Prima di scendere si guardò di nuovo girando ancora intorno allo specchio: no, non andava ancora, il vestito non era aderente ma si vedeva il segno delle mutande e quindi mise su un perizoma ridottissimo. il giro seno era una cosa strepitosa. C'era una festa alla discoteca sul mare e appena arrivata Marika vide che c'erano un sacco di possibili " ganci" ovvero bei giovani interessati a lei; l'aria fresca del mare la rianimò dalla stanchezza e si gettò nella danza. Ogni tanto si fermava a sedere al bar a riposare, e le furono offerti dal barman due o tre drink un pò alcoolici ma freschi e dissetanti che lei tracannò con disinvoltura. Cominciava a girarle un pò la testa per il sole di tutta la giornata e le bevute della sera. Proprio mentre pensava che era stata fortunata ad essere stata lasciata in pace, almeno per quell'ultima sera, ecco che mentre il DJ passava un pezzo arabo lei si sentì presa per una mano e trascinata in pista a ballare .. Era Nahgib che la guidò in una danza araba sensuale di cui lei sapeva solo pochi passi. L'uomo era molto bravo e i due fecero un bel duetto sotto gli sguardi ammirati degli altri. Lui poi volle ancora offrirle da bere e lei non potè rifiutarsi ... Volle poi ballare un lento ; non allungò mai le mani ma lei era ugualmente a disagio perchè per cinque lunghi minuti non potè fare a meno di sentire una pressione inequivocabile sulla pancia. Marika era veramente stanca , provata e perciò disse a N. che voleva ritirarsi nella propria camera. Lui le propose : " Perchè non vieni con me sulla terrazza panoramica a vedere il mare e la luna ? " Lei declinò l'offerta ma lui era molto insistente, e allora lei gli disse la verità : " Sai, mi piacerebbe ma non mi fido più di te dopo quello che è successo l'altro giorno " . Lui sorrise e le assicurò che non aveva niente da temere perchè lui non voleva approfittarsi di lei e perchè il luogo era pieno di gente. In effetti una delle attrazioni dell'albergo era una terrazza posta in alto sul tetto da cui si poteva vedere il mare e le isole vicine , e dotata anch'essa di bar. Marika allora acconsentì. lui la guidò nella hall e poi all'ascensore, e appena dentro lui premette il pulsante dell'ultimo piano. Non appena le porte dell'ascensore si aprirono sulla terrazza Marika capì che c'era qualcosa che non andava : era tutto buio eccetto le luci soffuse che arrivavano dalle strade di sotto e quella della luna piena che illuminava tutto di luce chiara anche se debole. L'uomo si mostrò stupito che il bar fosse chiuso e che non ci fosse nessuno.. Chiaramente mentiva, ma intanto le porte dell'ascensore si erano chiuse e lei era stata dolcemente trascinata per mano dall'uomo ( come si permetteva ? ) verso il parapetto, con la scusa di andare a vedere il panorama. Marika aveva paura, era sola con lui e sapeva che in una lotta avrebbe avuto la peggio , ed erano soli . Le tremavano le gambe ed il suo respiro si fece rotto e profondo.. Decise di fare buon viso a cattivo gioco, sperando di cavarsela, e di cercare di non far capire a lui quanto fosse impaurita. Mentre descriveva il panorama l'uomo le si era messo accanto , troppo accanto, anzi era sempre più incollato a lei e ancora pervicacemente mentre parlava le faceva ancor sentire il suo cazzo duro su un fianco.. Lei fece finta di niente, sperando che di fronte alla sua indifferenza l'uomo smontasse la sua eccitazione. Ancora il cuore le batteva forte e si sentiva confusa, accaldata nonostante il vento di mare che la investiva e le faceva svolazzare il vestito. L'uomo doveva essere senza mutande, riflettè quasi distrattamente , perchè poteva immaginare la consistenza ( sicuramente enorme ) di quel cazzo attraverso i vestiti , poteva stimarne le dimensioni dai suoi centimetri di pelle sotto l'effetto di quel calore e di quella pressione che , ahimè , stava aumentando mentre l'uomo si faceva sempre più vicino, interpretando erroneamente la sua passività come un assenso. Quel cazzo doveva essere ancora più grosso di quello del suo Marco.. Perchè il suo uomo non era lì ? Perchè non era venuto in vacanza con lei ? Con lui non si sarebbe trovata male così. Nonostante la gravità di questa situazione , che durava probabilmente da almeno una decina di minuti, il vento leggero che arrivava dal basso le stava dando una piacevolissima freschezza in mezzo alle gambe.. Trasalì di sorpresa quando ebbe capito che quel fresco lo sentiva perchè là in mezzo era molto bagnata. Ebbe timore che cominciasse a colarle lungo le gambe.. Questo pensiero la mise a disagio, si vergognava pur di fronte a quel porco. Si sentiva torpida ed incapace di reagire.. Diabolicamente lui scelse proprio quel momento per mormorare " bella ... bella .. come sei bella " , si mise dietro a lei stringendole i seni a coppa e cercando di liberare i suoi seni dal vestito ( cosa che gli riuscì rapidamente ). Marika era sconvolta.. Il suo corpo non le rispondeva più e l'uomo approfittava pesantemente della sua apparente disponibilità. Ora era contro di lei, costretta piegata coi gomiti alla balaustra, e mormorando frasi incomprensibili le stava succhiando il collo e titillando i capezzoli eretti al vento . Come faceva a sapere che lei era tanto sensibile nei capezzoli ? Marco diceva sempre che lei aveva quasi tre clitoridi... Marika sentì se stessa che opponeva solo un flebile " no, no, no " all'azione dell'uomo e che il suo corpo stava ansimando pesantemente e dimenandosi .. chiaro, lo avrebbe eccitato ancora di più facendo così. E difatti l'uomo si scostò leggermente , mettendosi di lato, ma solo per avere la possibilità di tirarle su il vestito e iniziare ad accarezzarle le gambe e pastrugnare il suo gran culo. Lei percepì chiaramente la sua sorpresa quando finalmente raggiunse il perizoma e lo trovò fradicio. Dopo averla accarezzata lui si portò alla bocca il dito le che aveva passato fra le cosce e si lasciò sfuggire un gemito di soddisfazione, poi rapidamente le alzò il vestito e si tuffò con la lingua in mezzo a quello che per lui doveva essere un paradiso odoroso. I suoi " no, no no... " ormai si intervallavano a gemiti ... Marika si rammaricava con se stessa : l'uomo la stava trattando come una puttana, non aveva ancora cercato la sua bocca per un bacio e sembrava essere proprio lascivo oltre ogni limite .. Se non riusciva ad uscirne ora, sarebbe andato fino in fondo. L'uomo la stava leccando, aveva scostato il perizoma e lasciandola così piegata in avanti, si era impadronito della sua fessura e la mangiava letteralmente, mentre teneva ancora con le mani le sue tette ormai libere. Era forte e delicato contemporaneamente, le allargava le natiche e le labbra per succhiarla meglio e alternava leccate sul clitoride a piccole penetrazioni con la lingua ;la slinguava ovunque , anche in mezzo alle gambe, sul forellino del culo e sulle natiche e in poco tempo l'effetto non tardò a manifestarsi: la testa le pulsava e ondate di calore partivano continuamente dal basso ventre. Poi l'uomo si alzò e si incollò di nuovo a lei da dietro, e iniziò a passarle il cazzo duro e bollente sulla spaccatura e tra le cosce, così che ad un certo punto lei si ritrovò con il cazzo di lui che le spuntava fuori in mezzo alle gambe ed ebbe l'istinto di allungare una mano per toccarlo.. era caldo e veramente grande, non riusciva quasi a chiuderci sopra la sua piccola mano. Quasi inavvertitamente, fece su e giù scappellandolo. L'uomo al contatto emise un grugnito di soddisfazione.. A questo punto non poteva fare altro che cedere, pensò. Se si fosse tirata indietro probabilmente sarebbe stata presa con la violenza e lui le avrebbe anche fatto male.. era enorme. Meglio lasciarlo fare e tutto sarebbe finito quando lui si fosse preso il suo piacere.. Poi, dovette ammettere a se stessa, era anche molto eccitata. Mentre lei così pensava, l'uomo si era dato da fare e la sua grossa bega, bagnata dei suoi stessi umori, era ormai impegnata all'ingresso della sua vagina. Non voleva che le facesse male e cercò di facilitare la penetrazione: si piegò in avanti con le tette appoggiate sulla balaustra , lo impugnò e con cautela lo introdusse dentro di se. Entrò facilmente, lei era fradicia. Si sentì piena di carne pulsante come mai le era successo. L'uomo era fermo dentro di lei, durissimo, e si godeva le sensazioni che sua vagina stretta e bollente gli dava. Marika si lasciò sfuggire un gemito di piacere. Poi lui si sfilò, la prese per mano e la condusse a una porta che dava su un attico. Lei si rese conto che l'uomo l'aveva condotta in una stanza che aveva tutta l'aria di uno scannatoio personale : al centro campeggiava un grande letto e grandi specchi erano su due pareti mentre su una terza c'era un grande schermo. Non poteva più tornare indietro; sperava che tutto finisse in fretta, si sentiva umiliata perchè l'uomo si stava comportando come un animale e nonostante questo lei non era indifferente a tale trattamento.. Ma era sicura che non avrebbe partecipato fino in fondo. Marika amava molto il sesso ma era di orgasmo difficile , specie con la penetrazione; era molto attaccata a Marco proprio perchè lui riusciva a farla godere con la scopata come mai le era successo prima. Nahgib la spogliò lasciandole solo il reggiseno a balconcino ma tirandole fuori completamente i capezzoli. La fece sdraiare sul letto a gambe spalancate e riprese a leccarla dappertutto : partiva dai piedi per arrivare ai polpacci sodi, all'interno delle sue cosce e infine alla fica dove si soffermava a lungo per poi rifare il percorso inverso sull'altra gamba. Quando , dopo poco, si spogliò anche lui , lei potè vedere finalmente il suo cazzo e ne fu impressionata, era superiore a quanto lei avesse mai visto sia in lunghezza che spessore, con una grande cappella paonazza e tutto striato di vene . All'attaccatura dei coglioni sopratutto era enorme: Marika notò confusamente che mentre il corpo ( vigoroso ) dell'uomo era peloso ma il cazzo era completamente depilato e svettava verso l'alto mentre l'uomo si avvicinava a lei. Non aveva fretta , le passava tra le grandi labbra l'asta che ben presto fu lucida di umori vaginali , e ogni tanto indugiava all'imboccatura impegnando solo la punta. Ancora una volta Fu lei a guidare il membro dentro di sè, impugnandolo con una mano e allargando le labbra con l'altra : con sua sorpresa, il serpente di carne entrò facilmente. L'uomo all'inizio restò a lungo fermo dentro di lei esercitando solo una leggera pressione e riuscì a metterlo tutto dentro fino all'attaccatura dei testicoli. Ancora una volta, si sentì riempita come mai prima d'allora. L'uomo le trasmise una serie di contrazioni ... doveva essere eccitatissimo e forse era già vicino a venire.. accidenti, stasera era veramente pazza e stralunata ... lei non prendeva la pillola ! lo scongiurò " stai attento, ti prego, io non prendo anticoncezionali " Ma lui disse di non preoccuparsi, avrebbe fatto attenzione lui ... Iniziò a muoversi ma di pochi centimetri, continuando a spingere dolcemente .. stava dando modo alla sua vagina di adattarsi a quelle dimensioni. Poi uscì da sopra , si sdraiò accanto a lei e le fece montare su di lui. Quando la penetrò in quella nuova posizione le sembrò che le potesse arrivare ancora più in profondità.. La speranza era che continuasse ad essere delicato o le avrebbe sfondato l'utero. Ma lui continuava a muoversi pochissimo... Le fece togliere anche il reggiseno e le sue tettone torreggiavano su di lui.. L'uomo sembrò impazzire di eccitazione e iniziò a palparle e tormentare i suoi capezzoli in tutti i modi , succhiandoli , mordicchiandoli e stringendoli tra le dita. Lei cercava di sfuggirgli perchè la combinazione di quel palo di carne nelle viscere e di quel tormento era troppo, quando lui le succhiava i capezzoli lei sentiva la fica contrarsi intorno al cazzo.. Senza rendersene conto iniziò a muovere il pube, prima timidamente poi sempre più forte, già in preda al godimento. Quando spingeva indietro il cazzo le dava ondate di piacere sul grilletto; quando spingeva in avanti le sembrava che le arrivasse fino nello stomaco... Questo andò avanti per un bel pò, Marika aveva perso la nozione del tempo. Era così bagnata che tutte le volte che il pube dell'uomo incontrava il suo si sentiva un " ciak " liquido... L'odore di sesso era sempre più forte e le entrava nelle nari e nel cervello. Ad un certo punto l'uomo fece una cosa che la riempì di meraviglia... Sembrava che la conoscesse bene!!!! Si scostò leggermente e con il cazzo ancora dentro, iniziò a masturbarla. Ci sapeva fare .... Ogni tanto rallentava la masturbazione , le dava una serie di affondi nella fica, e riprendeva . Si rese conto che quel cazzo adesso lo voleva .. l'orgasmo montava lentamente ma inesorabilmente. Lui se ne rese conto ... Lei era ormai fuori di sè , gemeva e il suo pube ormai si muoveva veloce in un modo quasi incontrollato. Lui continuò la sua azione imperterrito senza toglierle il dito dal grilletto, finchè lei che ormai si muoveva come una danzatrice su quel cazzo, iniziò , prima sussurrando e poi quasi gridando... " si si si si si SI SI SI SIIIIIIIIIIIII " . L'inizio dell'orgasmo la lasciò senza fiato , si inarcò e prese a gemere , con un grido strozzato. A questo punto l'uomo, che durante l'orgasmo di lei era rimasto fermo con cazzo piantato fino in fondo, cominciò a chiavarla rudemente : le dava grandi colpi dal basso che la squassavano facendo tremolare la sua carne morbida, prese anche a schiaffeggiarla violentemente il sedere e le infilò prima uno, poi due dita nel culo. Quel cazzo che la sfondava la faceva godere così tanto che l'orgasmo non smontava. " Ti piace il cazzo " " siiii ..... " Adesso ti sfondo " e lei : " aaaaghhhh ... " " si così, te lo metto dentro fino alla palle " " uhhh sii.. dai ... " " godi eh ... troia " L'uomo attaccò ad offenderla pesantemente ma quel trattamento l'aveva fatta impazzire di piacere e così lei rispondeva " si , si, sono la tua troia " con il viso stravolto dal godimento . " ora ti riempio sai " " ohhhhh ... " " ti vengo dentro, ti metto incinta" " no, no, no, ohhh..." " ma lo vuoi ancora, troia ? " facendo seguire alla domanda un affondo " siii .... non tirarlo fuori .. lo sento fiino nello stomaco.. siiiii " Continuò a chiavarla selvaggiamente , dopo un pò lo sentì ingrossare dentro mentre un secondo orgasmo stava montando ancora improvviso... Arrivò nel momento in cui la vagina fu riempita da un getto caldissimo di sperma. Fu fortissimo e questa volta solo vaginale ... l'uomo stava impazzendo di piacere, mentre la sua fica , lo sentiva, si stava contraendo intorno a quel cazzo e lo mungeva fino all'ultima goccia. Sapeva che sarebbe potuta rimanere incinta, ma non riuscì a protestare: ogni capacità di ragionamento era fuori gioco. L'incontro si protrasse fino all'alba. L'uomo non le permise mai di lavarsi completamente, ma solo qualche abluzione rinfrescante sui genitali esterni. Voleva possederla come femmina e marchiarla con il proprio odore e le proprie secrezioni . Lei si sentiva succube , nonostante la stanchezza lo voleva ancora, e dappertutto.. la seconda volta lui , usando schiuma da barba e lametta, la depilò completamente. Pose due guanciali sul letto , la fece mettere supina e le allargò le gambe. Facendo abbondante uso di olio di vaselina, cominciò a massaggiarle il culo e la fica esposti a mano piena, penetrandola ogni tanto in entrambi i buchi con una , due , tre dita; contemporaneamente le fece passare una mano sotto e le disse : " adesso toccati ! " Marika obbedì e quasi meccanicamente iniziò a masturbarsi. L'uomo proseguiva nella sua azione e ogni tanto si fermava a guardare come in contemplazione dei suoi buchi allargati. Poi si coperse il cazzo di olio .. Marika vedeva tutto allo specchio, con la faccia schiacciata sul letto. Adesso si stava sgrillettando furiosamente, quel cazzo l'avrebbe spaccata in due come una mela ma era quello che voleva.. Venne urlando in un caos indissolubile di piacere , dolore e sottomissione nel momento in cui sentì il cazzo che entrava tutto, fino alle palle. Fu inculata per almeno tre quarti d'ora e venne altre due volte, l'ultima quando finalmente ricevette un altro getto caldo , stavolta nel retto. La terza volta, l'uomo la fece sdraiare sul letto a gambe aperte e la leccò a lungo sulla fica depilata. Le sensazioni nuove della lingua di lui sulla fica senza peli la fecero eccitare di nuovo. Poi lui tirò fuori da un cassetto del comò un grosso fallo di plastica : Marika sapeva che era un vibratore, ma non l'aveva mai usato. Ne fu rammaricata : voleva essere riempita con quel palo di carne , invece. Ma lui le tormentava il clito con la lingua e la chiavava con il vibratore acceso... Marika godeva e godeva ... Quando le mise il vibratore in mano , e accompagnò l'altra sul suo clitoride, obbedì ancora e iniziò a masturbarsi con entrambi, come lui voleva. Lui si mise a sedere sulla poltrona a lato e accese lo schermo. Si masturbava e il suo cazzo gonfio e lungo svettava ben al di sopra del suo ombelico, e sullo schermo si alternavano due riprese della prima scopata: in una, c'era un primo piano del suo viso stravolto dal piacere mentre era sopra di lui, e nell'altra invece lui zoomava sulla sua vagina oscenamente dilatata e sul cazzo fradicio di umori che lentamente faceva dentro e fuori. Marika non resistette a lungo , e ben presto urlò il suo piacere quando vide e sentì se stessa godere nel video. Non ci fu bisogno di dire niente quando lui salì sul letto in ginocchio ed avvicinò il pene gonfio alla sua bocca: si fermò solo a guardarlo un momento e lo imboccò, iniziando un lento pompino, come piaceva a lei. lo segava lentamente e prima timidamente lo baciava, poi sempre più golosa arrivò a cercare di introdursi in gola quanta più carne possibile, anche se il farlo era scomodo e rischiava di slogarsi la mascella. Nel frattempo, lui dolcemente la insultava dandole della vacca e la palpava ovunque, strizzandole i capezzoli e schiaffeggiandola sulla fica depilata. Poi prese il comando e il pompino diventò una vera e propria chiavata in bocca : le sembrava del tutto naturale che l'uomo la usasse come strumento di piacere, pensò mentre lui le aveva presa la testa e le imponeva un ritmo serrato con le mani . Ora stava per venire e dava colpi di reni sempre più forti, quasi soffocandola e provocandole una gran produzione di saliva. All'orgasmo lui le diede un gran colpo di reni scaricandole nelle tonsille un fiotto di sperma che lei fu costretta a ingoiare, e poi lo tirò fuori continuando a schizzarla in viso e sulle tette.. Marika era impressionata dalla quantità di sborra che l'uomo riusciva a produrre. Continuò così per tutta la notte; Marika era spossata ma quell'uomo riusciva sempre a farla eccitare di nuovo, e ogni nuovo orgasmo era sempre più devastante del precedente. ridotta ad una bambola senza volontà, accettò anche di posare per l'uomo nelle posizioni oscene che lui le imponeva.. mentre lui la riprendeva con la cam. Alla fine si addormentò , distrutta.. Il risveglio fu traumatico: l'uomo se ne era andato lasciandola sola, e appena alzata il primo impulso fu di andare al lavabo a darsi una sciacquata al viso. Si guardò allo specchio : era completamente sfatta , sul suo viso di solito pulito e dolce erano spuntate le occhiaie , i capelli erano sporchi di schizzi di sperma e si sentiva impiastricciata ovunque. Si rivestì ma fu costretta a tornare verso la sua camera senza il perizoma, che evidentemente l'uomo si era preso come trofeo. tutto il basso ventre le doleva, La fica era diventata una galleria.. Si eccitava ancora suo malgrado quando pensava a cosa era successo la notte prima, ma era veramente infastidita di come si era lasciata andare, era meglio dimenticare tutto. arrivata nella sua camera l'aspettava un'altra sorpresa sgradevole : l'uomo le aveva lasciato un pacco con la dedica : " per non dimenticarti di me , N. " che conteneva un vibratore doppio.. Marika non aveva mai visto una cosa del genere, ma ne immaginò subito l'uso. Era formato da due falli di gomma paralleli, a pochi centimetri di distanza l'uno dal'altro, uno dei due era molto più grosso dell'altro .. Era per la doppia stimolazione, anale e vaginale. Lo portò via solo perchè si vergognava troppo a farlo trovare nell camera che stava lasciando.. A casa, non pensò più alla disavventura egiziana e si guardò bene di farne parola a nessuno, Marco compreso. Una sera, si stava masturbando e pensava ad una delle sue fantasie più eccitanti : fare l'amore lei, Marco e un'altra donna. Come sarebbe stato bello averlo dentro invece di sgrillettarsi, pensò. Le sovvenne che c'era il vibratore: l'associazione di idee fu immediata così come il desiderio di provarlo. Si adattò ad usare un pò d'olio cosmetico, per il buco del culo, perchè non aveva altro. Lubrificato, l'atrezzo entrò subito contemporaneamente in entrambi i buchi, regalandole subito sensazioni meravigliose.. Perchè Marco non gliene aveva mai regalato uno ? Eppure, una volta ne avevano parlato. Marika proseguiva nella sua fantasia ed era in estasi ... Quando, le si insinuò prima in sottofondo, poi sempre più insistente il collegamento con la violenza subita. Le poteva anche andare peggio, pensò.. Peggio ? C'era il rischio che su qualche sito porno adesso ci fossero caricati i suoi video.. i video compromettenti.. Nonostante i pensieri molesti l'orgasmo saliva implacabile. Ansimava .. Si le era andata bene .. si , poteva anche succederle molto peggio , si si si, essere presa in mezzo ad un gruppo di arabi infoiati tutti dotati di cazzi enormi... si si si si ... Le urla di piacere furono tali che lei si preoccupò che qualcuno venisse a bussare alla porta per sapere se qualcuno si era fatto male. Al mattino dopo, scese giù in strada per andare a lavorare e trovò una busta nella cassetta delle lettere. Conteneva una lettera di Nahgib.. Diceva semplicemente : " Cara Marika, ho mostrato i nostri video ai miei amici , e sono rimasti tutti incantati dalla tua bellezza , dalla tua passionalità e dal tuo fisico davvero notevole. Anche loro vorrebbero conoscerti. Vieni presto, ti allego i soldi del viaggio . Tuo, Nahgib " L'effetto fu tale che dovette tornare su per mettersi un assorbente leggero. Nel giro di pochi giorni era diventata la troia personale di N. e dei suoi amici.

lunedì 14 giugno 2010

IL BUCO ( repost )

"Ti dico che è vero! Devi credermi! Un cazzo di dimensioni notevoli!" Claudia parlava all'amica con evidente concitazione. "Maria l'ha visto! Proprio in quel teatro. Era nei bagni delle signore, ultima toilette a destra. E' comparso all'improvviso da un buco nella parete. Poverina! E' scappata terrorizzata senza neanche pulirsi. Però deve essersi fermata un attimo a guardarlo perché me l'ha descritto bene e nei particolari: un gran bell'esemplare in erezione!" Le due amiche scoppiarono a ridere. "Ma non sarà la solita leggenda metropolitana?" Chiese Sara scettica "Forse Maria era sbronza o si sarà fatta suggestionare dalle dicerie che circolano su quel teatro. Chissà cosa avrà visto in realtà!" "Chi?! Maria?! Quella santa non beve e non racconterebbe una bugia neppure sotto tortura! No! E' vero ti dico. Del resto è già la terza volta che sento questa storia. Pensano che si tratti di uno dei custodi. Deve aver trovato il modo di spiare le donne che entrano in quella toilette e, se sono di suo gradimento, fa... la sua comparsa attraverso un buco ricavato in un pannello di metallo. Dietro deve esserci un ripostiglio o una sorta di camera segreta, ma l'entrata non si trova; perlomeno non dai corridoi aperti al pubblico." "Ma nessuna ha sporto denuncia?" "Tu andresti alla polizia per lamentarti di aver visto un cazzone alla toilette? E poi, mica ha violentato nessuna!" "Ma tu ci sei stata?" Chiese Sara. "Chi io?! Scherzi? Non farei l'abbonamento alla stagione di lirica neppure per tutti i cazzi del mondo!" Le due amiche risero nuovamente. "Tu piuttosto" continuò Claudia "Sei ancora sicura di volerci andare stasera? Non preferiresti uscire con noi? Ci facciamo una pizza e andiamo al cinema..." "Ti ringrazio. Ma sai che adoro la lirica e sono anni che non assito più ad uno spettacolo. Non ne vedo l'ora! Però puoi stare tranquilla: se mi dovesse scappare la pipì la terrò o comunque eviterò l'ultima toilette a destra." Claudia e Sara si salutarono sorridendo. Capelli raccolti in uno chignon, abito lungo nero aderente con scollatura e spacco provocanti, collana ed orecchini di perle: Sara non riusciva a immaginarsi più elegante di così. Sorrideva felice ed eccitata salendo i gradini del teatro a braccetto di suo marito. Gianni non amava la lirica e lei aveva quindi molto apprezzato il fatto che avesse deciso di accompagnarla per l'intera stagione. Sara divorò con gli occhi e le orecchie tutto il primo atto, mentre il marito ne accolse la fine con evidente sollievo, lieto di poter finalmente scendere al bar. Vi si recarono subito, con tutta la folla. Presero entrambi qualcosa da bere ed incontrarono una coppia di amici con cui si misero a conversare. Il bar del teatro era uno dei ritrovi dell'alta società cittadina, una vera e propria passerella. Sarà era orgogliosa di sentire su di se gli sguardi carichi di desiderio della maggior parte degli uomini. Una ventina di minuti dopo, l'improvviso sciamare della gente annunciò l'inizio del secondo atto. I due mariti, scherzando, si fecero coraggio a vicenda. Stavano per risalire le scale quando Sarà sentì impellente il bisogno di andare in bagno. Un brivido strano la percorse. Le tornò in mente quanto le aveva raccontato l'amica e pensò quindi di trattenere lo stimolo. "Ma che sciocca sono! Non mi farò mica influenzare da una diceria! D'altronde se mi scappa..." pensò subito dopo. Ebbe l'impulso di chiedere al marito di accompagnarla, ma poiché questi stava conversando amabilmente con l'amico, decise di non disturbarlo: "Io devo andare alla toilette: ti raggiungo di sopra." Si limitò a dire; poi s'incammino lungo il corridoio seguendo l'indicazione verde tra le luci soffuse. Giunse di fronte alla porta con il disegno stilizzato della gonnellina proprio mentre una signora ne usciva frettolosamente. Ne venne urtata. "Oh! Mi scusi! Perdoni la mia fretta, ma sta per iniziare il secondo atto..." Si giustificò questa. Si figuri..." Ebbe appena il tempo di risponderle prima che si allontanasse; poi spinse sulla maniglia ed entrò timorosa ed inquieta. Nel bagno non c'era più nessuno. Nel silenzio si sentiva solo il ronzio dei motorini elettrici delle ventole. Sara rimase subito colpita dallo sfarzo dell'arredamento al limite del ketch: marmi, specchi, lampade dorate, luci giallognole. Si diresse velocemente verso la porta della toilette più a sinistra. La pulizia dei sanitari la rassicurò: "Ma di cosa ho paura? Che stupida che sono! Non crederò mica a tutte quelle balle?" pensò stizzita. Ribellandosi al suo stesso nervosismo, uscì dalla toilette in cui era entrata. Per un attimo rimase sorpresa ed affascinata vedendo la sua immagine riflessa nel grande specchio sopra i lavandini: "Certo che sono ancora una gran bella figa!" Disse compiacendosi. Sorridendo maliziosamente a se stessa si voltò e si diresse verso il fondo del bagno. Una curiosità morbosa ed irresistibile si era ormai impossessata di lei oltre ad una strana eccitazione. Pose la mano sulla maniglia dell'ultima porta a destra e l'aprì di scatto. La delusione le piombò addosso pesante: non solo non c'era nessun cazzo, ma non c'erano neppure buchi nel muro. Sarà sorrise sarcastica: "Come volevasi dimostrare: tutte sciocchezze!" pensò. Quindi, richiamata improvvisamente dallo stimolo fisiologico, chiuse la porta col gancio e si sollevò con cura il vestito. Calatasi anche le mutandine, si sedette sulla tazza e si godette la lunga e piacevole pisciata. Lo scroscio argentino del suo getto si stava appena affievolendo quando la sua attenzione fu richiamata da un particolare nella parete: al centro di un pannello di metallo c'era un cerchio. Non era proprio un buco perché era tappato con lo stesso materiale di cui era costituito il pannello, tanto da risultare quasi invisibile, ma il cerchio indubbiamente c'era. Sara fu presa da uno strano presentimento e sentì nuovamente un brivido percorrerle la schiena. Le parve anche di sentire un rumore provenire dall'altro lato di quella strana parete. Senza distogliere lo sguardo da lì, staccò un pezzo di carta igienica dal rotolo e si pulì frettolosamente. Si voltò solo un attimo per cercare il pulsante dello sciacquone che premette in fretta, così da potersene finalmente andare. Quando si voltò rimase paralizzata dal terrore: il tappo non c'era più. Al suo posto c'era solo un grosso foro nero. Dopo qualche secondo vide comparire qualcosa. Sarà capì subito di cosa si trattava: lentamente, simile ad un cobra che esce dalla tana, un grosso pene eretto entrò attraverso il buco. Sarà lanciò un acuto gridolino di terrore. Per lo spavento si ritrovò pericolosamente in piedi ed in bilico sopra la tazza del water; se avesse visto un grosso ratto si sarebbe spaventata di meno! Rimase così per diversi secondi, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel membro. Era veramente di dimensioni notevoli: lungo, largo e duro, nerboruto e venato da grossi vasi blu, con una cappella molto pronunciata, gonfia e violacea. Era proprio lui: il cazzo che l'amica le aveva descritto. Ripreso il controllo di se, Sara scese con circospezione dalla tazza e, appoggiandosi di spalle alla parete opposta rispetto a quella da dove era sbucato il pene, scivolò verso la porta senza perderlo di vista, come per paura che questo potesse in qualche modo morderla o farle del male. Si mise ad armeggiare nervosamente con il gancetto; nel frattempo trovò il coraggio per rompere quell'angosciante silenzio e, sforzandosi di mantenere un tono calmo, così da apparire sicura di se, si rivolse allo sconosciuto: "Ora io esco da qui e vado a chiamare una guardia. Poi torno e le faccio passare la voglia di fare questo tipo di scherzi!" Sara si accorse di aver pronunciato quelle parole con voce tremante. Tuttavia si aspettava che l'uomo, impaurito dalle minacce, si dileguasse; invece il suo cazzo era rimasto lì, immobile ed impertinente, nel silenzio più totale. "Mi ha sentita?! Ora chiamo i Carabinieri e poi vedremo se avrà ancora la voglia di fare lo spiritoso!" Esclamò più alterata. Nel frattempo era finalmente riuscita ad aprire la porta. "Le conviene filarsela!" Disse ormai più sicura. Il cazzo però continuava a svettare imperturbabile. Sarà ebbe un moto di stizza. Ora poteva andarsene, ma non riusciva ad accettare l'idea di fuggire sconfitta, come una ragazzina scandalizzata e spaventata. Immaginava il ghigno di quell'uomo oltre il pannello e perse le staffe: "HAI SENTITO LURIDO MAIALE QUELLO CHE TI HO DETTO?! ORA CHIAMO LA POLIZIA E POI VEDIAMO!" Urlò inferocita. Il cazzo non fece una piega. Sarà, inviperita, non seppe trattenersi da tirargli una sberla. Ebbe all'ultimo istante un ripensamento ma non riuscì a fermare completamente la mano. Il risultato fu un buffetto ridicolo che non smosse il pene di un millimetrò. Le sembrò di vedere quel cazzo ridere. Adirata anche con se stessa, partì con un altro paio di sberle. Questa volta furono potenti ed efficaci: il pene oscillò vistosamente. Sara si rese conto con ribrezzo di averlo toccato. Certo! Era stato per impartirgli una lezione! Però lo aveva toccato e non aveva potuto fare a meno, tra se, di apprezzarne consistenza e durezza. Il paragone con il marito attraversò la sua mente rapido ed inevitabile. Non aveva mai avuto di che lamentarsi riguardo all'arte amatoria di Gianni e, anche a livello di dimensioni, aveva sempre ritenuto che fosse ben dotato. Ma quell'affare era decisamente un'altra cosa! Ripresasi immediatamente dalle sue imbarazzanti riflessioni, Sarà si ritrovò ancora più sconvolta ed arrabbiata. L'uomo continuava a rimanere silenzioso ed impassibile. Lei perse completamente le staffe: "BRUTTO PORCO SCHIFOSO! TE LO STACCO QUEST'AFFARE! GIURO CHE TE LO STACCO! COSI' NON LO POTRAI PIU' INFILARE DA NESSUNA PARTE!" Afferrò il cazzo con entrambe le mani e cominciò a tirarlo in tutte le direzioni con violenza: su, giù, a destra e a sinistra; infine verso di se. Sicuramente, questa volta, doveva avergli fatto male. Sarà si fermò ansimante e soddisfatta. Poi sentì il calore e si rese conto di avere ancora entrambe le mani serrate con forza alla base del pene. Era bollente e, dopo il trattamento ricevuto, risultava ancora più duro e arrossato. Sarà stacco rapidamente le mani dal membro e le portò alle guance imbarazzatissima. Improvvisamente sentì uno strano odore: un odore di maschio sconosciuto e dolciastro; un misto di sudore, ammoniaca, pesce... deodorante, forse. Sara cominciò ad annusare e realizzò con ribrezzo che l'odore proveniva proprio dalle sue mani. Allora si sedette sconvolta sulla tazza del water e rimase ad osservare il cazzo: era ancora lì, a mezzo metro da lei, immobile ed imperturbabile. Consapevole del fatto che l'uomo non poteva vederla, Sara si chinò in avanti, avvicinandosi silenziosamente con il viso al pene, così da poterlo annusare: era attirata ed incuriosita da quell'odore particolare e voleva percepirlo meglio. Giunta a pochi centimetri di distanza, prese ad osservalo in ogni dettaglio, annusandolo come una cagna. L'odore era forte e penetrante ma non era spiacevole. Una gocciolina di liquido seminale aveva fatto capolino dallo sbocco dell'uretra e Sara, che si era avvicinata troppo, la raccolse involontariamente con la punta del naso. Si raddrizzò di scatto e ci passò sopra la mano con ribrezzo. Così facendo però strusciò la gocciolina sul labbro superiore. Automaticamente la lingua corse rapida a sentirne il sapore. Resasi immediatamente conto di quello che aveva fatto, Sara sputò per terra nauseata, quindi tornò ansimante a fissare quel cazzo che stava riuscendo perfettamente a farla sentire ridicola. Fu allora che senti la sensazione di bagnato in mezzo alle gambe. Incredula, si tastò con una mano. Trovò le mutandine umide dei propri umori. Senza rendersene conto, si era eccitata all'inverosimile. Il suo respiro divenne affannoso, i suoi pensieri confusi. C'era ancora quel silenzio angosciante, disturbato solo dal suono lontano di un'orchestra, e quella strana pace... e quel pene maestoso, lì, tutto per lei. Pace e silenzio... ed improvvisamente la voglia. Sara, letteralmente ipnotizzata dal cazzo, non riuscì più a pensare. Allungò timidamente una mano e, con la punta delle dita lo raggiunse. Mentre il cuore le batteva all'impazzata, lo percorse con delicatezza dall'inizio fino al glande, apprezzandone ogni irregolarità. Poi, inspirando profondamente e chiudendo gli occhi, serrò la mano appena sotto la cappella e cercò di tirare ancor più verso la base quella pelle già tesa. Sara provò ad immaginare l'espressione tronfia e soddisfatta che lo sconosciuto doveva aver assunto in quel momento oltre la parete: lui aveva vinto! Ma la sensazione di umiliante sconfitta che lei provava non faceva altro che aumentare la sua eccitazione. Si sentiva molto sporca e molto puttana; e tutto ciò la stava facendo impazzire. Prese a muovere la sua mano su e giù lungo l'asta. "Ma cosa sto facendo?" si chiese con un ultimo sprazzo di lucidità. "Certo che sono proprio una gran troia!" Si disse senza riuscire a trattenere un sorriso. Sara pensò che le sarebbe piaciuto vedere quel cazzo sborrare. Aumentò il ritmo. Con l'altra mano si abbassò in qualche modo le mutandine, raggiunse velocemente il clitoride e con la punta delle dita cominciò a premerlo verso il basso. Era bellissimo. Un'altra strana idea le passò per la testa. Sarà provò a scacciarla, inutilmente; quindi si alzò dal water e si inginocchiò davanti al cazzo, eccitata e tramante. Senza smettere di muovere la mano su di esso, provò ad avvicinarsi lentamente con la bocca. Vincendo le ultime paure l'aprì, tenendosi tuttavia ancora leggermente distante, quindi sporse la lingua più che poté. Lo toccò appena con la punta. Il glande si era nuovamente inumidito di una goccia di liquido seminale. Sara, questa volta, ne assaporò lentamente il gusto un po' salato. Quella cappella enorme era lì ad un centimetro da lei; l'odore era forte... Sara chiuse gli occhi ed appoggio le labbra sul glande. Lo succhiò appena, dandogli una specie di piccolo bacio, quindi lo colpì con la punta della lingua. Era in attesa, curiosa, di qualche reazione da parte dell'uomo: di nuovo alternò un bacio ad un colpo di lingua. All'improvviso sentì distintamente, seppure ovattati dal pannello, un grugnito di piacere ed un lungo sospiro. Sara, esaltata da quel primo segnale di cedimento, spalancò la bocca per accogliervi tutto il glande. Si sentiva piena già solo di quello, tuttavia cominciò a muoversi avanti e indietro anche sull'asta. Si rese conto di volerlo sentire fino in gola. Eccitatissima, immaginò la sua bocca inondata da un fiume di sperma caldo e prese a muoversi con maggior vigore. Teneva le labbra a cerchio, percorrendo con ritmo sostenuto il pene, dalla cima fino a poco più della metà, punto in cui sentiva la cappella premerle sulla gola provocandole stimoli di rigurgito. Era tuttavia distante dall'inglobarlo completamente. La parte iniziale dell'asta che non riusciva a raggiungere con le labbra era comunque sempre serrata dalla sua mano in movimento. Con l'altra mano era tornata a masturbarsi. Era fradicia all'inverosimile. Sara pensò che non si sentiva così eccitata da molto tempo: "Bagnata come sono, in questo momento potrei infilarmi dentro qualsiasi co..." Non terminò neanche il pensiero. Dentro di lei, un'irrazionale voglia animalesca e la sua ragione presero a fare a pugni. Sara si rialzò di colpo accaldata, tremante, stordita. Con la testa che le girava, si sollevò frettolosamente il vestito e lo arrotolò in vita, facendo tuttavia attenzione a non rovinarlo; nel frattempo, muovendo un po' le gambe ed aiutandosi con un piede, fece cadere a terra le mutandine. "Solo un po' lì, lo voglio sentire solo un po' lì" pensò per mettere a tacere la sua coscienza. Quindi, appoggiandosi con le spalle al muro, si mise a cavalcioni del cazzo e lo strinse con le cosce. Questo era così lungo che sbucava dalle gambe con tutta la cappella. Sara, sorridendo, immaginò di essere un uomo: serrò il glande con la mano e finse di masturbarsi. Non poté fare a meno di pensare quanto strane e piacevoli fossero la complicità e l'intimità createsi tra lei e quello sconosciuto; anzi, tra lei e quel cazzo! Nuovamente al culmine dell'eccitazione, Sara prese a strusciarsi su di esso tenendo le gambe leggermente chiuse. Il membro divaricava le sue grandi labbra e strusciava contro il clitoride; gli umori della vagina lo facevano scorrere a meraviglia. Sara, per apprezzare meglio la sensazione, si chinò in avanti appoggiandosi con le braccia alla parete opposta. "Ecco, voglio venire così! Mi basta solo così!" Si disse mentendo. Successivamente, allontanandosi un po' dalla parete, cercò in tutti i modi di sentire il glande premerle sull'imbocco. Vi indugiò più volte, spingendo dolcemente quando lo sentiva puntare. Improvvisamente la cappella trovò bene l'ingresso della vagina e vi entrò per un piccolissimo tratto. Sarà si bloccò all'istante: se in quel momento avesse spinto di più, il cazzo l'avrebbe penetrata sul serio. Rimase titubante per qualche secondo; poi, vincendo le ultime remore, chiuse gli occhi e spinse col peso del suo corpo. Aveva immaginato che il pene le sarebbe scivolato dentro con facilità, ma le dimensioni erano tali che questo faticava ad entrare, pur essendo lei ottimamente lubrificata. Spazientita, Sara si aiutò con le mani, divaricandosi più che poté e spingendo con tutta la sua forza. All'improvviso il pene sprofondò in lei. Sara si sentì letteralmente spaccare in due. Sentendolo dentro di se, le pareva ancora più grosso; le sembrava di sentirlo arrivare quasi allo stomaco. Rimase per un po' così, immobile, a godersi quella sensazione; poi si rimise diritta, tornando ad aderire con la schiena alla parete. Strinse le gambe il più possibile. La sensazione di riempimento che provava era bellissima. Rimanendo ferma, riportò una mano al clitoride e riprese a masturbarsi. Di nuovo, immagino quel pene esplodere di piacere dentro di lei e rigurgitare fiotti di sperma caldo fino a riempirla. Allora, insoddisfatta del solo movimento della sua mano, si chinò ancora in avanti per potersi muovere su di esso. Cominciò molto lentamente per poi aumentare progressivamente l'escursione man mano che lo sentiva scorrere con più facilità. In breve prese a farlo alla perfezione: alternando i movimenti, si portava in avanti fin quasi a sentirlo scivolare fuori per poi spingere con le braccia fino ad impalarsi completamente: "COSI' BASTARDO! SCOPAMI COSI'!" urlò senza rendersi conto che stava facendo tutto da sola. L'orgasmo era vicino, ma Sara non voleva che quel gioco finisse troppo in fretta. Ormai ci stava prendendo gusto. La situazione era sconvolgente: scopare con uno sconosciuto in quel modo assurdo! Mai avrebbe immaginato di poter cadere tanto in basso; ed era proprio quel pensiero la causa della sensazione di ebbrezza che provava. Ma, al pari di una droga, ora ne voleva di più. Voleva provare tutto ciò in maniera ancora più forte e più violenta, voleva sentirsi ancora più sporca, più troia. Ansimante, si sfilò dal pene rialzandosi di scatto e si voltò a guardarlo: reso lucido dai propri umori, le pareva, se possibile, ancora più gigantesco. "No! Non posso farlo! Non entrerà mai!" pensò spaventata ma ormai decisa a sodomizzarsi. Infatti, sebbene avesse già praticato quel tipo di rapporto con suo marito, si rendeva perfettamente conto che, date le dimensioni in questione, la cosa presentava notevoli difficoltà. Tutto questo comunque sortì solo l'effetto di eccitarla ancora di più. Portò più volte la mano alla vagina e poi all'ano per inumidire la parte. Vi aggiunse anche molta saliva, quindi provò ad infilarvi un dito. Vi riuscì con facilità. Provò allora con due. Infine, impaziente, decise che avrebbe verificato direttamente con il pene se quanto si era proposta era possibile. Afferrò i glutei con entrambe le mani e li divaricò; quindi cercò il glande con l'ano. Quando le sembrò di essere in posizione, provò a spingere. Le pareva che il cazzo premesse uniformemente su tutta la zona e non solo sullo sfintere. Effettivamente era così. Provò allora ad aiutarsi con una mano. Si bagnò nuovamente con molta saliva. Sentiva che il pene stava forzando nel punto giusto, ma si rese anche conto che sarebbe stato necessario spingere con molta più forza ed inevitabilmente con dolore. Lo fece. Per fortuna il pene non aveva perso nulla della sua consistenza iniziale. Esultante, Sara sentì il glande entrare leggermente in lei. In realtà la sensazione era molto fastidiosa, quasi al limite del dolore, ma Sara era ormai decisa ad andare fino in fondo. Cercando di non vanificare il risultato fin lì ottenuto, raccolse lentamente con le dita un altro po' di saliva e bagnò da sopra l'ultima parte del glande e la corona, che erano in procinto di entrare. Con ottimismo, inumidì anche buona parte dell'asta. Spinse con forza. Questa volta la cappella entrò completamente. Sara sentì il male e si immobilizzò. Era più che sufficiente. Sentire la parte finale del retto così dilatata era una sensazione fastidiosissima e rischiava di far scemare la sua eccitazione. Sara si chinò molto lentamente in avanti e si appoggiò con un braccio teso alla parete di fronte. Con l'altra mano tornò a masturbarsi. Fu stupita di scoprirsi ancora più eccitata. Clitoride e piccole labbra erano turgidissimi. In breve Sara si riportò vicina all'orgasmo. Provò a muoversi lentamente sul pene, facendo attenzione a non riacutizzare la sensazione di fastidio a cui si era ormai abituata. Guadagnò addirittura qualche centimetro. Si sentiva letteralmente sventrare e la cosa le piaceva alla follia. Sara sentì l'orgasmo arrivare. Questa volta non si oppose. Si appoggiò con entrambe le braccia alla parete opposta ed in preda a scossoni violenti si spinse all'indietro impalandosi ancora di più: "Vieni! Ti prego! Vieni!" implorò gemendo, nell'apice del godimento. Ma l'uomo non venne. Scemato l'orgasmo, Sara provò a sfilarsi il pene lentamente e con delicatezza. Il fastidio, non più coperto dal piacere, era adesso molto forte. Dopo esservi finalmente riuscita, si voltò verso il cazzo per osservarlo: si sentiva appagata fisicamente ma non psicologicamente. Allora si inginocchiò di nuovo ed afferratolo con entrambe le mani prese a massaggiarlo freneticamente con ritmo e forza: "VIENI BASTARDO! VIENI!" Urlò allo sconosciuto dura ed incattivita. Appagato, quasi si rendesse conto che la donna non poteva concedersi a lui più di quanto avesse già fatto, il cazzo l'accontentò. Due lunghi fiotti caldi colpirono Sara con violenza sul viso e sul vestito. Poi lo sperma continuò a colare, più lentamente ma sempre abbondante, lungo l'asta e, ricoprendole, sulle mani che ancora si muovevano spasmodiche per cercare di strizzare quel cazzo il più possibile. Appena finì di eiaculare, l'uomo ritrasse il pene senza neanche aspettare che questo cominciasse a perdere volume. Sara lo sentì scivolare via dalle dita ancora serrate. Poi, come intontita, rimase immobile ad osservare il foro che veniva richiuso. Sentì ancora qualche rumore. Infine fu silenzio. Sara rimase per un po' a fissare le sue mani lorde di sperma colante. L'odore era pungente. Ripresasi un poco e cercando di non pensare a quello che era successo, strappò dei pezzi di carta igienica per cercare di pulirsi in fretta le mani, il viso e soprattutto il vestito. Per farlo meglio doveva però uscire ed usare il lavandino. Allora si ricompose: recuperò le mutandine, le infilò e si riassettò il vestito. Mise mano al gancetto della porta ma qui si bloccò. Improvvisamente non ebbe più il coraggio di uscire. Rimase per molto tempo a pensare a delle scuse. Pensò che avrebbe facilmente fatto credere al marito di essersi sentita male. Più difficile sarebbe stato evitare il giorno dopo lo sguardo indagatore dell'amica. Impossibile invece convincere se stessa che ad uscire da quella toilette fosse ancora la stessa persona. by Des